23a sessione del Consiglio dei diritti dell’uomo dell’ONU conclusa con successo

Berna, 14.06.2013 - La Svizzera stila un bilancio positivo della 23a sessione del Consiglio dei diritti dell’uomo dell’ONU, conclusasi oggi a Ginevra. Durante la sessione sono state trattate quasi 30 risoluzioni ed è stata nuovamente affrontata la questione della situazione in Siria. Il Consiglio ha approvato oggi quasi all’unanimità la risoluzione sulla situazione in Siria che sostiene il processo politico, condanna l’uso della violenza in qualsiasi forma, esige l’obbligo di rendiconto per le violazioni del diritto internazionale ed esorta tutti gli Stati a incrementare l’aiuto umanitario e incoraggia la Siria a collaborare con la Commissione d’inchiesta per la Siria.

Nel corso della 23a sessione del Consiglio dei diritti dell’uomo, durata dal 27 al 14 giugno 2013, sono state trattate e approvate quasi 30 risoluzioni. Oltre a sostenere il miglioramento della situazione dei diritti dell’uomo in Siria, la Svizzera si è impegnata soprattutto nella protezione dei diritti delle donne e nella situazione in Bielorussia.

Nel corso di una riunione d’emergenza sugli eventi a Qusayr all’inizio della sessione, il Consiglio ha nuovamente condannato l’uso eccessivo della violenza, soprattutto quella nei confronti dei civili. La Commissione d’inchiesta del Consiglio dei diritti dell’uomo, che si sta occupando delle violazioni dei diritti dell’uomo in Siria dal marzo 2011, ha inoltre informato il Consiglio sugli sviluppi della situazione nella regione e ha stilato un cupo bilancio in merito. Ha infatti constatato un ulteriore incremento della violenza e riscontrato che le violazioni del diritto internazionale rimangono impunite. Se è vero che entrambe le parti ricorrono all’uso della violenza, la Commissione ha rilevato che il Governo lo fa in modo sistematico. La Svizzera sostiene le raccomandazioni della Commissione, sollecita una tempestiva cessazione della violenza e chiede di trasmettere la situazione in Siria alla Corte penale internazionale. La Svizzera sottolinea che, se i crimini commessi non verranno perseguiti penalmente, non sarà possibile costruire un clima di pace a lungo termine. Oggi, venerdì, la Svizzera ha sostenuto inoltre la risoluzione sulla Siria. Nell’ambito di questa risoluzione, approvata con 37 voti favorevoli, 1 contrario e 9 astensioni, la Svizzera ha sottolineato la sua preoccupazione per un’ulteriore intensificazione del conflitto e si è detta contraria a ogni misura che potrebbe condurre a un peggioramento della situazione dei diritti dell’uomo. Convinta che si possa porre fine al conflitto solamente grazie a una soluzione politica, la Svizzera ha espresso il suo sostegno alla Conferenza sulla Siria prevista a Ginevra.

Il Consiglio dei diritti dell’uomo ha inoltre affrontato la questione fondamentale del diritto delle donne. In questo contesto la Svizzera s’impegna soprattutto su diritti delle donne in relazione con la sessualità, la gravidanza, il parto e la genitorialità. È stato discusso il problema della mutilazione genitale femminile, al quale il Consiglio non ha ancora prestato sufficiente attenzione.  La Svizzera accoglie favorevolmente il ruolo di leader assunto dall’Africa sulla mutilazione genitale femminile e ha sostenuto una manifestazione su questo tema. Con l’appoggio della Svizzera è stata organizzata anche una manifestazione dedicata alla situazione delle donne nel conflitto siriano e al loro ruolo nella risoluzione del conflitto.

Oltre alla situazione in Siria è stata affrontata anche la questione della Bielorussia. Il mandato del relatore speciale dell’ONU sulla situazione dei diritti dell’uomo in Bielorussia è stato prolungato di un anno con il sostegno della Svizzera. Il nostro Paese chiede alla Bielorussia, ultimo Paese europeo in cui è ancora in vigore, di abolire la pena di morte, di concedere alla popolazione i propri diritti e libertà e di collaborare in futuro con il relatore speciale dell’ONU sulla situazione dei diritti dell’uomo in Bielorussia.

Dopo un primo mandato 2006-2009, la Svizzera è entrata a far parte del Consiglio dei diritti dell’uomo nel 2010 ed è rappresentata in modo permanente presso l’ONU a Ginevra dall’ambasciatore Alexandre Fasel, quest’anno vicepresidente del Consiglio.


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