Diagnostica preimpianto: in determinati casi sarà consentita

Berna, 07.06.2013 - Le coppie portatrici di malattie ereditarie che decidono di sottoporsi a una fecondazione assistita devono poter ricorrere alla diagnostica preimpianto (DPI). Inoltre in futuro sarà consentita la conservazione di embrioni a fini riproduttivi. La nuova disciplina esige la modifica dell'articolo 119 della Costituzione federale, relativo alla medicina riproduttiva e all'ingegneria genetica in ambito umano. Il Consiglio federale presenterà un corrispondente disegno di legge e trasmetterà il relativo messaggio.

In futuro le coppie i cui figli rischiano di essere affetti da una grave malattia ereditaria a causa della predisposizione genetica dei genitori potranno ricorrere alla DPI. Nell'ambito di una fecondazione assistita, potranno far analizzare gli embrioni per la ricerca della corrispondente malattia ereditaria, per poi utilizzare a fini riproduttivi soltanto quelli non affetti da tale malattia. Rimangono vietate tutte le altre possibilità di applicazione della DPI. Non potranno ricorrervi le coppie sterili non portatrici di malattie ereditarie. Resta inoltre vietata l'analisi di un embrione per la ricerca di malattie a comparsa casuale, come la trisomia 21, o la selezione di un cosiddetto «bambino salvatore» per la donazione di tessuti a fratelli malati.

Con la legge sulla medicina della procreazione attualmente in vigore, nella fecondazione assistita è possibile sviluppare in vitro un massimo di tre embrioni per ciclo (regola del tre). Se questa regola valesse anche per le nuove procedure di DPI consentite, le coppie portatrici di malattie ereditarie avrebbero probabilità nettamente inferiori di concepire un embrione sano rispetto alle coppie non portatrici. Pertanto per le procedure di DPI dovrà essere consentito lo sviluppo in vitro di più di tre embrioni, ma al massimo di otto (regola dell'otto).

La disciplina vigente comporta un ulteriore svantaggio considerevole: dato che è vietato conservare gli embrioni, tutti quelli vitali – per un numero massimo di tre – devono essere impiantati nell'utero. Di conseguenza si verificano spesso gravidanze plurigemellari rischiose per la madre e per i nascituri. Per ridurre questo rischio, in futuro dovrà essere consentita la conservazione degli embrioni e il loro eventuale impianto successivo nell'utero. Ciò vale per tutte le procedure in vitro.

Le ultime due innovazioni – la possibilità di conservare gli embrioni e la «regola dell'otto» per la DPI – richiedono una modifica dell'articolo 119 della Costituzione federale, relativo alla medicina riproduttiva e all'ingegneria genetica in ambito umano. Inoltre il Consiglio federale presenterà un corrispondente disegno di legge e trasmetterà il relativo messaggio al Parlamento. Se quest'ultimo seguirà il Consiglio federale, la modifica costituzionale dovrà essere approvata dal Popolo e dagli Stati prima che la revisione della legge possa entrare in vigore.


Indirizzo cui rivolgere domande

Ufficio federale della sanità pubblica, Sezione comunicazione, Telefono 031 322 95 05 o media@bag.admin.ch



Pubblicato da

Il Consiglio federale
https://www.admin.ch/gov/it/pagina-iniziale.html

Ufficio federale della sanità pubblica
http://www.bag.admin.ch

https://www.admin.ch/content/gov/it/pagina-iniziale/documentazione/comunicati-stampa.msg-id-49151.html