Nuovo canone radiotelevisivo: messaggio del Consiglio federale

Berna, 29.05.2013 - In futuro il servizio pubblico radiotelevisivo dovrebbe essere finanziato da un canone che risponde ai criteri dell'oggettività e dell'appropriatezza. Tale è il disegno avanzato dal Consiglio federale nel messaggio concernente la revisione parziale della legge sulla radiotelevisione (LRTV), oggi trasmesso al Parlamento. Salvo eccezioni, il nuovo canone dovrebbe essere versato da tutte le economie domestiche e imprese, andando a rimpiazzare il canone di ricezione in vigore. L'importo da pagare risulterebbe inoltre inferiore rispetto ad oggi. In sede di consultazione il nuovo sistema ha raccolto soprattutto reazioni positive. Il progetto promette tra l'altro maggiore flessibilità e procedure più snelle per il rilascio delle concessioni alle emittenti radiotelevisive private.

Il fulcro della revisione parziale della legge sulla radiotelevisione (LRTV) è il passaggio dagli attuali canoni di ricezione a un nuovo canone radiotelevisivo, che non è più basato sul possesso di un apparecchio di ricezione. Saranno chiamate a pagarlo tutte le economie domestiche e le imprese, seppur con le seguenti eccezioni.

Eccezioni

Come in passato le persone beneficiarie di prestazioni complementari all'AVS/AI (PC) sono esonerate dal pagamento del canone. La novità è rappresentata dalla possibilità di ottenere l'esenzione con effetto retroattivo a partire dalla data in cui si è iniziato a percepire la prestazione complementare. Questa opportunità è stata creata su impulso di una richiesta emersa durante la consultazione.

Un altro cambiamento è rappresentato dall'esenzione delle piccole imprese, che in futuro non saranno più tenute a contribuire al servizio pubblico. Allo stato attuale risulterebbe esente circa il 70 per cento di tutte le aziende, siccome il Consiglio federale intende escludere le imprese con fatturato annuo inferiore ai 500 000 franchi, l'importo che corrisponde alla soglia oltre la quale insorge l'obbligo di tenere la contabilità secondo il nuovo diritto contabile. Questo valore limite ha raccolto pareri contrastanti nella consultazione, il Consiglio federale resta dell'avviso di mantenerlo.

Niente opting out

Il progetto del Consiglio federale non prevede alcuna possibilità di richiedere un'esenzione dal canone se non sono presenti apparecchi per la ricezione radiotelevisiva nell'economia domestica, e rispetta così il mandato conferitogli dal Parlamento. Numerosi sono stati i Cantoni, gli attori e le organizzazioni che hanno chiesto di prevedere questa opzione di esclusione. L'opting out sarebbe subordinato alla presenza di un apparecchio di ricezione, il che comporterebbe gli odierni inconvenienti (vedi schema), procurando un corrispondente onere per il trattamento delle domande di esenzione, nonché per lo svolgimento dei controlli presso le economie domestiche. Maggiori oneri di riscossione e meno assoggettati al canone si tradurrebbero in una scarsa riduzione dell'importo del canone rispetto a oggi.

Riscossione del canone

La riscossione del canone presso le economie domestiche è affidata a un'organizzazione privata (organo di riscossione) che riceve i dati necessari dai registri degli abitanti dei Cantoni e dei Comuni. L'organo di riscossione non è ancora stato individuato, il mandato sarà messo a concorso.

L'Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC) riscuoterà il canone presso le imprese, basandosi sui dati dell'imposta sul valore aggiunto. Nella consultazione la maggioranza dei pareri si è espressa a favore di questa soluzione. In alternativa, il prelievo del canone sia presso le imprese che le economie domestiche avrebbe potuto essere condotto dall'organo di riscossione sulla base dei dati forniti dall'Amministrazione delle contribuzioni. La variante preferita dal Consiglio federale è stata considerata più efficiente, anche in termini economici, in fase di consultazione; in particolare si eliminano in questo caso i punti di contatto fra l'Amministrazione federale delle contribuzioni e l'organo di riscossione.

Importo del canone

Il nuovo sistema non è destinato ad aumentare i proventi dei beneficiari del canone, ossia la SSR, le emittenti private, l'organo di riscossione, ecc. L'obiettivo è che i proventi restino invariati rispetto a quelli conseguiti con il sistema attuale. Dal momento che il contributo complessivo sarà ripartito su più economie domestiche e imprese, per i singoli la fattura risulterà probabilmente meno elevata. Dati questi presupposti, e a condizione che il cambiamento di sistema avvenga come auspicato dal Consiglio federale, il canone per ogni economia domestica ammonterà a circa 400 franchi l'anno (contro gli attuali 462 franchi). Infatti, se i proventi debbano essere aumentati o diminuiti è una decisione di politica dei media che deve continuare a essere presa dal Consiglio federale, a prescindere dal sistema di riscossione adottato.

Il contesto
Il futuro canone radiotelevisivo, a differenza dell'attuale canone di ricezione, non sarà più legato al possesso di un apparecchio di ricezione e pertanto dovrà essere
versato da ogni economia domestica e impresa. Il cambiamento di sistema è una conseguenza dell'evoluzione tecnologica, perché al giorno d'oggi la ricezione radiotelevisiva è diventata possibile anche tramite apparecchi multifunzionali, quali smartphone, computer e tablet: definire il concetto di apparecchio di ricezione diventa sempre più difficile. Ne risulta che oggi quasi tutte le economie domestiche e le imprese hanno la possibilità di accedere ai programmi radiotelevisivi e che sono quindi tenuti a pagare il canone. Il considerevole onere amministrativo da parte dell'organo di riscossione del canone, legato alle procedure di annuncio e disdetta, e i conseguenti controlli eseguiti presso le economie domestiche e le imprese non appaiono più giustificabili. La collettività è inoltre tenuta a sopperire ai mancati introiti causati dai radioascoltatori e telespettatori pirata. Grazie al nuovo canone radiotelevisivo questi problemi trovano una risposta oggettiva e appropriata. Il Consiglio federale attua con il presente progetto l'incarico, conferito dal Parlamento, di elaborare un progetto di legge per l'introduzione di un nuovo canone radiotelevisivo indipendente dalla presenza di apparecchi di ricezione. Immutata resta la finalità del canone, che servirà a finanziare i programmi radiotelevisivi della SSR e quelli delle emittenti private con mandato di prestazioni in tutto il territorio nazionale (servizio pubblico).

Quote di partecipazione al canone delle emittenti private

La quota di partecipazione al canone che nell'attuale ordinamento è destinata al finanziamento delle emittenti radiotelevisive private non può, per ragioni intrinseche al sistema, essere devoluta sempre e interamente ai suoi destinatari. La LRTV permetterà una maggiore flessibilità per evitare che questa circostanza si ripresenti: la quota attinta ai proventi del canone potrà essere stanziata alle emittenti radiotelevisive private in percentuale variabile e non più soltanto con l'attuale tasso fisso. Siccome i pareri su questo punto raccolti nella consultazione erano assai divergenti, il Consiglio federale conserva il progetto presentato nella consultazione.

Per impiegare la somma di circa 69 milioni di franchi, accumulatasi dal 2007, si crea un'apposita norma di legge con la proposta di un rimborso parziale agli assoggettati al canone. Nel quadro della procedura di consultazione sono state avanzate numerose alternative. Il Consiglio federale resta dell'avviso di optare per il rimborso, in quanto le proposte emerse nella consultazione indicano, quali possibili settori di destinazione, degli ambiti che già attualmente ricevono delle sovvenzioni (nuove tecnologie, formazione e formazione continua, regioni discoste o di montagna).

Ulteriori modifiche

Le televisioni regionali titolari di una concessione dovranno sottotitolare le principali trasmissioni informative. Ciò consentirà anche agli audiolesi di usufruire di questi programmi. Il finanziamento di questo servizio sarà garantito dai proventi del canone di ricezione, ovvero del nuovo canone radiotelevisivo.

Le concessioni per la radio e la televisione, locali e regionali, possono essere rilasciate soltanto se ciò non comporta alcuna minaccia per la pluralità delle opinioni e dell'offerta. Questo requisito ha reso talvolta lunghe e difficili le procedure di rilascio delle concessioni. Per semplificare l'attribuzione della concessione, si è stabilito che questo criterio non debba essere esaminato prima dell'assegnazione. Tuttavia la questione della concentrazione dei mezzi di comunicazione continua a svolgere un ruolo centrale nella pratica di attribuzione della concessione: nel caso in cui vengano presentate diverse candidature sostanzialmente equivalenti, si vedrà attribuire la concessione l'emittente che meglio contribuisce ad accrescere la pluralità delle opinioni e dell'offerta. Come in passato, inoltre, un'impresa mediatica può ottenere al massimo due concessioni radiofoniche e due concessioni televisive. Il DATEC ha la possibilità di verificare in qualsiasi momento, anche dopo il rilascio della concessione, se esiste una minaccia per la pluralità delle opinioni e dell'offerta, nonché di adottare le misure del caso qualora ciò si rivelasse necessario.

Cosa succede ora?

Il messaggio sarà ora trattato dalle Camere federali. La prossima tappa è l'esame preliminare da parte dalle commissioni parlamentari competenti. L'entrata in vigore dei nuovi articoli di legge non avverrà prima del 2015. Il passaggio al nuovo sistema del canone radiotelevisivo potrà essere effettivo soltanto quando il nuovo organo di riscossione sarà stato istituito e avrà iniziato la propria attività, un processo che dovrebbe richiedere altri due anni.


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