La Svizzera s’impegna nella lotta contro le mine antipersona e le munizioni a grappolo

Berna, 04.04.2013 - Stando alle cifre rese note per il 2011 e per il 2012, in tutto il mondo sono state distrutte 325 000 mine antipersona e oltre 150 000 munizioni a grappolo. Ciononostante sono milioni le persone che, durante e dopo i conflitti continuano a essere minacciate da questo tipo di armi. La Svizzera, che nella lotta contro le mine antipersona, le munizioni a grappolo e i residuati bellici esplosivi svolge un ruolo importante avendo già investito lo scorso anno 17,25 milioni di franchi, illustra oggi, in occasione della «Giornata internazionale di sensibilizzazione sul problema delle mine» il suo impegno nel 2012.

Le mine antipersona, le munizioni a grappolo e altri residuati bellici esplosivi mutilano o uccidono ogni anno migliaia di persone. Le stime parlano di 10 000 vittime in tutto il mondo. Queste armi minacciano l'esistenza di milioni di persone in aree interessate da conflitti e impediscono lo sviluppo sociale ed economico anche molto tempo dopo la conclusione delle ostilità. Negli ultimi dieci anni è stato possibile ridurre di un terzo il numero delle vittime grazie anche all'impegno della Svizzera, che già dagli anni 1990 fornisce un importante contributo agli sforzi della comunità internazionale figurando tra i dieci più importanti donatori di risorse finanziarie. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) si attengono alla strategia antimine 2012 – 2015.

Dal 1997 la cosiddetta «Convenzione di Ottawa» mette al bando a livello internazionale le mine antipersona e dal 2010 una convenzione analoga (in vigore in Svizzera dal 2013) proibisce l'impiego delle munizioni a grappolo. Entrambe le convenzioni rappresentano traguardi importanti ed è per questo che la Svizzera, insieme con altri Stati, continua a battersi a favore della loro ratifica e applicazione a livello mondiale, cercando in particolare di convincere Paesi importanti ad aderirvi.

Oltre a svolgere attività politica a livello internazionale il DFAE s'impegna anche a favore di progetti concreti contro le mine, come per esempio in Bosnia e Erzegovina, Burundi, Colombia, Kosovo, Laos, Libano, Libia, Mozambico, Myanmar, Niger, Senegal, Somalia/Somaliland, Sudan del Sud e Ciad. Lavora inoltre a stretto contatto con vari partner, tra cui il Centro umanitario per lo sminamento internazionale di Ginevra e l'organizzazione non governativa (ONG) «Appel de Genève», che collabora con gruppi armati non statali cercando attraverso un'opera di sensibilizzazione di convincerli a bandire e rimuovere le mine antipersona per proteggere la popolazione civile nelle aree poste sotto il loro controllo. 

Nel 2012 l'esercito svizzero ha messo a disposizione in media, nel quadro della promozione militare della pace, dodici suoi appartenenti nei seguenti programmi di sminamento dell'ONU: Repubblica democratica del Congo, Laos, Somalia/Somaliland, Sudan del Sud, Sahara dell'Ovest e quartier generale delle Nazioni Unite a New York. Gli interventi hanno avuto come obiettivi la creazione sul posto di risorse locali e strutture di gestione e conduzione e la formazione di personale da destinare a operazioni di sminamento.

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