Il Consiglio federale prende atto di un rapporto sui parti cesarei

Berna, 27.02.2013 - Nel 2010 un terzo dei parti in Svizzera è stato cesareo. Sui motivi di questa quota elevata non vi sono certezze, come risulta da un rapporto ordinato in adempimento del postulato della Consigliera agli Stati Maury Pasquier di cui il Consiglio federale ha presto atto in data odierna.

Con un terzo di parti cesarei rispetto alle nascite complessive, la Svizzera si piazza ai primi posti al confronto con gli Stati facenti parte dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). Le quote di parti cesarei sono molto diverse a seconda del Cantone e della regione: nel 2010, il Cantone di Zugo raggiungeva il 42,7 per cento, quasi il doppio della percentuale registrata nel Canton Giura (19,2 %). Inoltre nelle città il numero di cesarei è tendenzialmente più elevato rispetto alle regioni di campagna.

Dal rapporto emerge che l'elevato tasso di parti cesarei in Svizzera non è spiegabile semplicemente con una relazione causa-effetto. Molto più importante è il ruolo dei fattori che possono avere un influsso sulla partoriente e sull'assistenza medico-ostetrica.
Ad esempio, l'età più avanzata della donna incinta o il fatto che essa disponga di un'assicurazione complementare per le cure ospedaliere private aumentano le probabilità che la donna opti per un parto cesareo. D'altra parte, l'aumento del tasso di parti cesarei osservato negli ultimi vent'anni, e oggetto di discussioni a livello internazionale, è attribuibile principalmente a un cambiamento di valutazione dei rischi legati al parto. Ne consegue un aumento degli interventi medico-ostetrici anche in casi di gravidanze non problematiche.
Numerosi studi scientifici dimostrano che un parto cesareo può comportare rischi elevati per la madre durante gravidanze e parti successivi, come disturbi alla placenta o lacerazione dell'utero nel corso del parto. Inoltre aumentano le probabilità di dover subire un altro parto cesareo.
Per il neonato i rischi dovuti al parto cesareo dipendono essenzialente dal momento dell'intervento. Ad esempio, il rischio di problemi respiratori può ridursi fortemente quando il cesareo è effettuato durante la 40 settimana di gravidanza. Sul lungo termine, un parto cesareo aumenta le probabilità nei bambini di ammalarsi di diabete del tipo 1 o di asma.

Non tutti i parti cesarei sono eseguiti in una situazione di emergenza. In questi casi va ponderato attentamente il tipo di parto da eseguire. In ultima analisi, la decisione sui pro o sui contro un parto cesareo compete agli specialisti nel settore medico. Questi processi decisionali medici devono essere supportati da misure a garanzia della qualità in ostetricia e da un miglioramento delle basi di dati. Potranno così essere ridotte le conseguenze del parto sulla salute di madre e bambino. Tali misure includono in particolare la verifica e l'aggiornamento delle linee guida elaborate a sostegno dei processi decisionali negli interventi medico-ostetrici, come anche una vasta informazione alle donne incinte sui vantaggi e gli svantaggi di un parto cesareo. In tal modo si contribuirà maggiormente ad evitare i parti cesarei non necessari dal profilo medico.

Per completare questi provvedimenti, la Confederazione esaminerà la possibilità di migliorare in futuro la correlazione dei dati statistici concernenti madre e bambino rilevati al momento del parto. Ciò permetterebbe di registrare i nessi esistenti tra le conseguenze del parto sulla salute del neonato, come ad esempio il trasferimento al reparto di cure intensive.


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