Convegno sull’azione delle associazioni nei processi in materia di uguaglianza

Berna, 06.12.2012 - Sinora, il diritto di azione delle associazioni per discriminazioni in base al sesso è stato esercitato solo sporadicamente. Il convegno organizzato domani a Basilea dall’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo UFU in collaborazione con l’università locale si prefigge di far conoscere lo strumento dell’azione delle associazioni e di promuoverne l’utilizzo nella prassi.

L'articolo 7 della legge sulla parità dei sessi (LPar) prevede che, oltre alle persone singole, anche le organizzazioni possano intentare azioni per discriminazioni in base al sesso. Lo scopo di questo cosiddetto diritto di azione delle associazioni è consentire alle vittime di discriminazioni di difendersi più facilmente, non dovendosi esporre in prima persona. Una valutazione della legge citata del 2006 indica tuttavia che, sinora, questo strumento è stato utilizzato solo sporadicamente. Su 269 decisioni pronunciate da un tribunale sulla base della LPar, infatti, solo 32 riguardano azioni intentate da associazioni, prevalentemente per discriminazioni salariali in rapporti di lavoro di diritto pubblico. In seguito ad azioni di questo tipo, i Cantoni di Zurigo e di San Gallo - per citare un esempio - hanno dovuto versare retroattivamente differenze salariali per diversi milioni di franchi. Il tema dell'azione delle associazioni verrà affrontato anche tenendo presente il dibattito attualmente in corso sull'applicazione della legge nelle azioni collettive (note come «class actions»).

Il convegno organizzato dall'UFU in collaborazione con la facoltà di giurisprudenza dell'Università di Basilea si prefigge di far conoscere l'azione delle associazioni e di promuovere lo scambio di esperienze per un maggiore utilizzo di questo strumento nella prassi.

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