La Svizzera sottopone al Consiglio di sicurezza dell’ONU nuove proposte per migliorare la protezione dei diritti dell’uomo nel quadro delle sanzioni dell’ONU per la lotta contro il terrorismo

Berna, 15.11.2012 - Articolo - Dando seguito a una nuova iniziativa della Svizzera, undici Stati membri del Consiglio di sicurezza dell’ONU chiedono di migliorare le garanzie procedurali nell’ambito dell’imposizione di sanzioni contro Al-Qaida e di rafforzare in particolare le competenze del mediatore al quale possono rivolgersi le persone colpite dalle sanzioni.

In un discorso tenuto mercoledì, 14 novembre 2012 di fronte al Consiglio di sicurezza dell’ONU, la Svizzera ha esortato a migliorare le garanzie procedurali nell’ambito delle sanzioni contro Al-Qaida, lanciando la sua iniziativa unitamente a un gruppo informale di Stati (Austria, Belgio, Costa Rica, Danimarca, Finlandia, Germania, Liechtenstein, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia). Questo gruppo è stato fondato nel 2005 e da parecchi anni sollecita il miglioramento dei diritti delle persone coinvolte. 

La lettera dei Paesi «like-minded», consegnata al Consiglio di sicurezza dell’ONU nel mese di novembre, lo invita a provvedere affinché gli Stati consegnino al mediatore tutte le informazioni determinanti per l’inserimento di una persona nella lista delle sanzioni. In caso contrario, il mediatore raccomanderebbe la cancellazione da tale lista. Il mediatore dovrebbe inoltre essere in grado di informare la persona interessata sull’identità dello Stato che ha richiesto il suo inserimento nella lista e sull’iter della sua istanza di cancellazione dalla lista delle sanzioni. Per rafforzare l’indipendenza del mediatore, il suo mandato dovrà essere prorogato a tempo indeterminato. Il Comitato delle sanzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU dovrebbe a sua volta essere obbligato a indicare le motivazioni esatte che hanno portato all’inserimento nella lista risp. di precisare i motivi che impediscono la cancellazione. La Svizzera e gli altri Paesi «like-minded» sollecitano inoltre che il mandato del mediatore sia esteso a tutti i regimi di sanzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU in modo da rafforzare lo Stato di diritto. 

La Svizzera contribuisce agli sforzi internazionali volti a lottare contro il terrorismo e applica le sanzioni imposte dal Consiglio di sicurezza. Tuttavia è convinta che il sistema delle sanzioni dell'ONU sarebbe più efficace se fosse dotato di meccanismi che rispettino maggiormente le garanzie procedurali volute dai diritti dell'uomo. Nel corso degli ultimi anni diversi azioni giudiziarie sono state intentate presso tribunali nazionali e regionali da singole persone che contestavano le sanzioni adottate nei loro confronti. La Svizzera e i suoi Stati partner fondano il loro appello sulle esigenze di rispetto dei diritti dell'uomo poste da questi tribunali. Le persone interessate dovrebbero quindi poter ricorrere in modo efficace contro le sanzioni prese nei loro confronti dinanzi a un’istanza dell’ONU. 

Il Consiglio di sicurezza ha creato diversi strumenti volti a combattere il terrorismo. La risoluzione 1267 del 1999 ha in particolare permesso di fondare un comitato con il mandato di imporre sanzioni nei confronti di persone ed entità legate a Osama Bin Laden, al gruppo Al-Qaida o ai talebani. Dal 1999 il Consiglio di Sicurezza adotta ogni 18 mesi una nuova risoluzione che prevede la modifica del regime delle sanzioni contro Al-Qaida e i talebani. La Svizzera coglie queste occasioni per proporre miglioramenti del regime. La risoluzione 1989 del 2009 – la più recente – aveva permesso di rafforzare il ruolo del mediatore, dandogli la possibilità di accogliere istanze di persone e istituzioni che aspirano alla cancellazione dalla lista delle sanzioni e di fornire raccomandazioni al riguardo al Comitato delle sanzioni. Queste raccomandazioni rivestono una grande importanza: acquistano valore di cosa giudicata se il Comitato non vi si oppone consensualmente entro 60 giorni oppure se decide di adire il Consiglio di sicurezza contro la decisione di cancellazione. La carica di mediatore è attualmente occupata dalla canadese Kimberly Post, già giudice del Tribunale penale internazionale per la ex Iugoslavia. La prossima risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU per il rinnovo del regime delle sanzioni contro Al-Qaïda dovrebbe essere adottata in dicembre. 


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