Giornata europea contro la tratta di esseri umani: la consigliera federale Sommaruga presenta il primo piano d’azione nazionale

Berna, 18.10.2012 - «Come interviene la Svizzera nella lotta alla tratta di esseri umani?» È la domanda alla quale si è tentato di rispondere alla conferenza tenutasi giovedì a Berna con circa 250 partecipanti. La Divisione Sicurezza umana (DSU) del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) hanno dato l’occasione ai rappresentanti della Confederazione, dei Cantoni e della società civile di discutere le misure necessarie. La consigliera federale Simonetta Sommaruga, capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), ha presentato il «Primo piano d’azione nazionale contro la tratta di esseri umani».

Secondo le stime più recenti dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), circa ventun milioni di persone nel mondo sono vittime di lavori forzati, della tratta di esseri umani o di altre pratiche analoghe alla schiavitù. Approssimativamente, 5,5 milioni di esse hanno meno di diciott’anni e circa 4,5 milioni, soprattutto donne e bambini, vengono sfruttate sessualmente. Come dimostrano le inchieste penali e le condanne degli ultimi anni nel Cantone Zurigo, anche la Svizzera è un Paese di destinazione. Una lotta efficace alla tratta di esseri umani richiede la collaborazione tra vari uffici federali, Cantoni e società civile.

Piano d’azione nazionale contro la tratta di esseri umani

La consigliera federale Simonetta Sommaruga ha presentato il primo «Piano d’azione nazionale per la lotta alla tratta di esseri umani» 2012-2014, che mira a dimostrare la necessità di agire in Svizzera e propone 23 provvedimenti nei settori della sensibilizzazione, del perseguimento penale, della protezione delle vittime e della prevenzione. Il piano è stato elaborato congiuntamente da rappresentanti dei dipartimenti federali (DFAE, DFGP, DFF, DFE), dei Cantoni e delle organizzazioni non governative (tra cui l’OIM) che collaborano nel quadro del Servizio di coordinazione contro la tratta di esseri umani e il traffico di migranti (SCOTT) dell’Ufficio federale di polizia (fedpol).

La consigliera federale Sommaruga ha ringraziato tutti per il lavoro svolto e per la disponibilità a intensificare gli sforzi. I Cantoni, attori principali nella lotta alla tratta, sono stati esortati, insieme agli uffici federali e alle organizzazioni non governative, a mettere a disposizione le risorse necessarie. “La tratta di essere umani avviene di nascosto. Non la vediamo e non ce ne accorgiamo. Il piano d’azione lancia ora un segnale inequivocabile: non intendiamo più tollerare questo grave crimine”, ha affermato la consigliera federale Sommaruga.

Illustrando gli sforzi internazionali della Svizzera, l’ambasciatore Claude Wild, capo della Divisione Sicurezza umana (DSU) del DFAE, ha spiegato come il nostro Paese si impegna in seno agli organi multilaterali per l’elaborazione di standard e norme internazionali di lotta alla tratta di esseri umani. Uno dei temi approfonditi dalla Svizzera insieme ad altri Stati è la protezione degli impiegati domestici nelle residenze diplomatiche. L’ambasciatore ha inoltre lanciato in Svizzera la campagna mondiale d’informazione e di prevenzione «Blue Heart» (cuore blu) dello United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC).

L’ambasciatore William Lacy Swing, direttore generale dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), ha sottolineato l’importanza di aumentare le possibilità di migrazione legale e di ridurre la domanda di manodopera e di servizi a buon mercato, poiché essa favorisce la tratta di esseri umani. Allo scopo di proteggere meglio i migranti è inoltre necessaria una collaborazione più stretta con l’economia privata e l’opinione pubblica.

Eduard Gnesa, ambasciatore straordinario per la cooperazione internazionale in materia di migrazione in seno al DFAE, ha attirato l’attenzione sui legami fra tratta di esseri umani e politica migratoria esterna.

L’importante ruolo dei Cantoni

Una tavola rotonda ha affrontato il tema del ruolo dei Cantoni, responsabili dell’identificazione degli autori e delle vittime della tratta. Vi hanno partecipato Roger Schneeberger della Conferenza delle direttrici e
dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia (CDDGP), Robert Steiner della polizia cantonale vallesana, Susanne Seytter del servizio specializzato in materia di tratta e migrazione delle donne (FIZ) e Boris Mesaric del Servizio di coordinazione contro la tratta di esseri umani e il traffico di migranti (SCOTT).

La nuova Legge federale sulla protezione extraprocedurale dei testimoni, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2013 in parallelo all’istituzione di un Servizio di protezione dei testimoni presso la fedpol, è una pietra miliare nella lotta alla tratta di esseri umani. La Svizzera attua così la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani, rendendo possibile una più efficace protezione delle vittime e dei testimoni anche dopo e al di fuori delle procedure penali. Nel corso di una tavola rotonda, Andreas Leuzinger della fedpol, Doro Winkler della FIZ, Wolfgang Job dell’ufficio anticrimine austriaco e Silvia Steiner del pubblico ministero II del Cantone Zurigo hanno discusso degli effetti di una migliore protezione dei testimoni.


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