L'IFPDT in merito alla sentenza «moneyhouse» del Tribunale amministrativo federale: Occorre rispettare gli indirizzi bloccati

Berna, 08.08.2012 - Il portale Internet moneyhouse.ch può riprendere a offrire la contestata funzione «ricerca su persone» a partire da subito. Lo ha deciso il Tribunale amministrativo federale (TAF), che aveva accolto in un primo tempo la richiesta dell'Incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza (IFPDT) di bloccare con effetto immediato la suddetta offerta. La conseguenza è che numerosi indirizzi privati bloccati sono nuovamente disponibili su moneyhouse.ch.

L'Incaricato è stato indotto a chiedere i provvedimenti cautelari avendo ricevuto numerosi ricorsi di cittadini che avevano bloccato il proprio indirizzo e che, per la loro situazione concreta, si sentivano in pericolo di vita a causa della pubblicazione dato che moneyhouse non aveva ancora trattato la loro richiesta di cancellazione. Come stabilisce il TAF nella sua decisione incidentale di lunedì 6 agosto 2012, la ditta itonex ag di Rotkreuz, che gestisce moneyhouse.ch, può rimettere online gli indirizzi di privati anche se gli interessati non hanno dato il proprio consenso o avevano bloccato i loro indirizzi. Questo dopo che a luglio il Tribunale, nell'ambito di un provvedimento cautelare urgente, aveva accolto la richiesta dell'IFPDT di bloccare la funzione «ricerca su persone» a causa dei danni difficilmente riparabili e imminenti che ne derivano agli interessati. Il Tribunale ritiene ora che, per evitare simili danni, sia sufficiente soddisfare il giorno stesso le richieste di cancellazione. Non si pronuncia invece sulla questione materiale, ossia se la pubblicazione dei dati personali violi il diritto sulla protezione dei dati. Tuttavia, il TAF afferma che la pubblicazione di indirizzi bloccati risulta problematica sotto il profilo della protezione dei dati.

L'IFPDT continua a ritenere inaccettabile che servizi come moneyhouse offrano in Internet indirizzi di persone che li hanno espressamente bloccati. Farà di tutto, in corso di accertamento dei fatti, affinché i fornitori di indirizzi rispettino quelli bloccati.

Dato che ora gli indirizzi sono di nuovo liberamente disponibili in Internet ‒ circostanza che, in certi casi, può mettere in pericolo la sicurezza degli interessati ‒  l'IFPDT esorta tutti coloro che non vogliono rendere pubblico il proprio indirizzo a inoltrare a moneyhouse una richiesta di cancellazione e a informarlo nel caso in cui non sia stata soddisfatta il giorno stesso. L’Incaricato sta esaminando in che misura la decisione del TAF non pregiudichi già la questione fondamentale, ossia se gli indirizzi bloccati vadano rispettati senza l'intervento degli interessati. Se ciò fosse il caso, dovrebbe presentare ricorso dinanzi al Tribunale federale.


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Incaricato federale della protezione dei dati e per la trasparenza
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