Rio+20: l’economia verde entra nell’agenda dello sviluppo sostenibile

Berna, 23.06.2012 - Con l’adozione di un documento finale, i Paesi membri delle Nazioni Unite hanno rinnovato al vertice dello sviluppo sostenibile svoltosi a Rio de Janeiro (Brasile) il loro impegno a favore dello sviluppo sostenibile. La Svizzera era rappresentata dalla Consigliera federale Doris Leuthard. La decisione di Rio consente all’economia verde di essere annoverata per la prima volta nell’agenda politica globale. Nel documento finale vi sono alcuni passi in avanti, come ad esempio la designazione di obiettivi per uno sviluppo sostenibile. Tuttavia non è abbastanza incisivo per affrontare tutte le sfide poste dallo sviluppo sostenibile.

Secondo il documento finale approvato il 22 giugno 2012 a Rio de Janeiro, nel contesto della lotta contro la povertà e dello sviluppo sostenibile l'economia verde rappresenta uno dei più importanti strumenti a disposizione dell'uomo per vivere secondo i principi della sostenibilità e senza depauperare le risorse di cui dispone. Secondo l'esito di Rio, un'economia verde si contraddistingue fra l'altro per il fatto che crea benessere e posti di lavoro rispettosi della dignità umana senza pregiudicare gli ecosistemi.

Il documento di Rio esorta i Paesi ad attuare l'economia verde nell'ambito delle loro politiche di sostenibilità. È stato adottato anche un programma decennale per un comportamento di consumo e di produzione sostenibile.  La Svizzera ha partecipato in modo determinante all'elaborazione del documento e ha, fra l'altro, fornito un notevole contributo alla stesura del programma per un sistema di appalti pubblici sostenibile.

Promuovere l'economia verde in Svizzera

La Consigliera federale Doris Leuthard, che ha rappresentato la Svizzera nella fase di approvazione del documento, vuole ora sfruttare questo segnale politico di portata mondiale e portare avanti i lavori in corso di trasformazione dell'economia svizzera in un'economia verde. Già nel 2010 il Consiglio federale aveva definito sei campi d'intervento per un'economia verde. Fra questi figuravano l'ecologizzazione del sistema fiscale e la promozione di tecnologie pulite (Cleantech). Ulteriori misure sono previsti anche dalla Strategia per uno sviluppo sostenibile sviluppata dal Consiglio federale. La responsabile del DATEC intende sottoporgli entro fine anno un rapporto che definisca altri campi d'azione con l'obiettivo di ridurre, entro la metà del secolo, a un livello sopportabile dal punto di vista della gestione delle risorse l'impronta ecologica.  

Se si tiene conto della crisi finanziaria che sta colpendo l'Europa e del nuovo ordine mondiale che si sta delineando con i Paesi in transizione che mirano a garantire alle loro popolazioni uno standard di vita equivalente a quello dei Paesi industrializzati, il documento approvato a Rio deve essere considerato positivo. La comunità internazionale ha rinnovato l'impegno del 1992 e continua a sostenere gli obiettivi di uno sviluppo sostenibile con le tre dimensioni ecologia, sociale ed economia.

La Svizzera ritiene tuttavia che le misure elencate nel documento non sono abbastanza incisive da indurre l'uomo a ridurre il consumo delle risorse e a sconfiggere la povertà (cfr. riquadro). Tocca ora ai singoli Paesi determinare l'impegno con cui intendono attuarle.

La Conferenza dell'ONU sullo sviluppo sostenibile svoltasi a Rio non può essere valutata soltanto sulla base dei risultati negoziali. Sia alla vigilia che durante il vertice con i capi di Stato e di governo ha avuto luogo a Rio un notevole numero di eventi, in cui rappresentanti di associazioni ambientaliste, di aiuto allo sviluppo, femministe, economiche, dei popoli indigeni, dei giovani e di autorità statali si sono incontrati per presentare e discutere possibili soluzioni per uno sviluppo sostenibile. Al forum sullo sviluppo sostenibile, organizzato da UN Global Compact, erano presenti 2000 dirigenti aziendali di alto livello, fra i quali anche alcuni provenienti dalla Svizzera. Essi hanno colto l'opportunità per segnalare al Segretario generale dell'ONU che anche l'economia si impegna in quest'ambito e intende fornire un suo contributo per uno sviluppo sostenibile.

La Consigliera federale Doris Leuthard ha colto l'opportunità per proporre Ginevra come sede del Fondo verde per il clima e incontrare diversi ministri dell'ambiente. Nell'ambito di tali incontri ha discusso temi relativi a importanti dossier ambientali che dovranno essere affrontati in futuro, come l'elaborazione di una convenzione internazionale sul mercurio, i negoziati per un nuovo accordo sul clima e la prossima Conferenza dell'ONU sulla biodiversità, che si svolgerà in India. Inoltre ha partecipato a un giro di discussioni sia con ministri dell'economia e delle finanze che con rappresentanti dell'economia.

Su invito di UN-Women, l'organizzazione dell'ONU per l'uguaglianza di genere, la Consigliera federale ha firmato, insieme alla presidente brasiliana Dilma Rousseff e ad altre donne che rivestono incarichi politici importanti, un appello per una maggiore giustizia fra i sessi e per la promozione delle donne discriminate. Una completa parità dei sessi ha un impatto positivo sulla crescita economica, sulla lotta alla povertà, sulla sicurezza alimentare e sulla salute pubblica. Doris Leuthard ha colto l'opportunità per presentare anche una risoluzione concernente Rio+20, firmata dalle associazioni femministe svizzere, dalle parlamentari dell'Assemblea federale e dalla Commissione federale per le questioni femminili. 

 

RIQUADRO
Un bilancio mitigato

La delegazione svizzera stila un bilancio mitigato su alcuni punti:

  • a Rio è stato avviato un processo volto a elaborare degli obiettivi per uno sviluppo sostenibile. Si tratta di un processo importante, poiché illustrano ai singoli Paesi la necessità di agire e rendono misurabili e comparabili i progressi compiuti. La decisione adottate dalla Conferenza di Rio, invece, non è vincolante e non prevede accordi su temi concreti;
  • l'UNEP, il Programma dell'ONU per l'ambiente, deve essere rafforzato introducendo l'adesione universale al suo consiglio d'amministrazione. Ciò conferirà maggior valore all‘UNEP e consentirà al suo consiglio d'amministrazione di svolgere con più incisività il suo ruolo di organismo centrale della politica ambientale internazionale. Per contro, non è stato sufficientemente rafforzato il ruolo dell'UNEP nei confronti dei numerosi accordi ambientali esistenti;
  • a Rio non vi è stata alcuna decisione sulla proposta svizzera di istituire un Consiglio per lo sviluppo sostenibile. Per contro, in sostituzione della Commissione per uno sviluppo sostenibile si prevede di creare un nuovo forum di alto profilo. In tal modo, sussiste il potenziale per attuare riforme vere e prendere decisioni vincolanti. La forma concreta di questo organismo sarà stabilita in un secondo momento;
  • la Svizzera è stata in grado di integrare nell'agenda internazionale il tema della prevenzione delle catastrofi e di evidenziare l'importanza delle montagne;
  • la protezione degli oceani resta insufficiente e nel documento finale la formulazione del diritto all'acqua è stata affievolita.


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