Politica di crescita 2012-2015 nel segno dell’incremento della produttività del mercato interno

Berna, 15.06.2012 - Il 15 giugno 2012 il Consiglio federale ha approvato il Rapporto sulla politica di crescita 2012-2015 e ha preso atto del Rapporto finale sulle aspirazioni riformiste 2008-2011. La nuova politica di crescita 2012-2015 intende promuovere il futuro sviluppo del benessere in Svizzera in sette ambiti d’intervento. Accanto all’apertura internazionale, la competitività assume un ruolo di capitale importanza nel mercato interno: ampie riforme incrementeranno la produttività del lavoro soprattutto in questi ambiti. Inoltre, deve essere posta una maggior attenzione sulla sostenibilità dell’impatto ambientale. Il pacchetto comprende 13 misure del programma di legislatura con effetti nei sette ambiti d’intervento. Tali misure sono particolarmente importanti per il benessere economico del nostro Paese e il Dipartimento federale dell’economia (DFE) ne verificherà costantemente l’attuazione e presenterà al Consiglio federale un rapporto annuale sullo stato del programma di riforma.

Il benessere può crescere a lungo termine grazie a riforme tempestive. Dal 2004 il Consiglio federale persegue riforme economiche per mezzo della cosiddetta politica di crescita. L'alta competitività internazionale della Svizzera si basa da anni sul perseguimento di questa politica. Il benessere è riconducibile in particolare all'alto tasso di popolazione attiva. Tuttavia, per quanto riguarda il livello e l'aumento di produttività, tra gli Stati industriali avanzati la Svizzera si trova soltanto nella media. Con la politica di crescita 2012-2015 si intende in primo luogo prendere tutte le misure necessarie all'incremento della produttività economica nel suo insieme. Finora nell'economia nazionale l'attenzione era sempre volta alla crescita della produttività nel settore dell'economia esterna. A causa della forte concorrenza internazionale emerge quasi spontaneamente l'obbligo di aumentare la produttività. Le pressioni di razionalizzazione sul settore dell'economia esterna sono aumentate ulteriormente a causa dell'apprezzamento del franco.

Tuttavia, gran parte della produzione economica svizzera si basa sulla produzione di beni e servizi sul mercato interno. Pertanto, il benessere, la cui promozione è ancorata nella Costituzione, può essere raggiunto soltanto se anche i settori orientati al mercato indigeno aumentano la loro produttività. Negli anni scorsi i settori economici orientati al mercato indigeno si sono tuttavia sviluppati basandosi eccessivamente sulla manodopera supplementare invece di puntare maggiormente sulla crescita della produttività.

La politica di crescita 2012-2015 mira quindi soprattutto al proseguimento della riforma del settore sanitario e della riforma agraria. Tuttavia, anche lo Stato può snellirsi proseguendo gli sforzi di sgravio amministrativo e tramite lo sviluppo di soluzioni e-government nel quadro della strategia per una società dell'informazione in Svizzera. Per quanto concerne le uscite delle finanze pubbliche, in futuro devono essere fissate periodicamente priorità a medio termine. Simili disposizioni sono il fattore ideale per favorire riforme strutturali approfondite. A tale riguardo, un esempio di applicazione è la «mobility pricing» che a lungo termine finanzierà la manutenzione e l'ampliamento dell'infrastruttura di trasporto. Inoltre nel quadro della riforma dell'AVS, le prospettive finanziarie di questa assicurazione sociale devono essere garantite a lungo termine.

Nel settore dell'economia esterna, grazie all'ampliamento della rete dell'Accordo di libero scambio, l'economia svizzera potrà inserirsi in maniera ancor più efficace nei mercati di sbocco continentali. Nei rapporti con l'UE, primo partner commerciale della Svizzera, occorre garantire l'accesso delle imprese svizzere a determinati settori del mercato interno dell'UE. Per assicurare la partecipazione del nostro Paese al commercio transfrontaliero di elettricità, devono essere protratti i negoziati sull'elettricità con l'UE.

Anche relativamente alla svolta energetica, occorre impedire che la parte di economia internazionale sia gravata di costi troppo elevati per l'energia per quanto riguarda le prestazioni anticipate. In tale contesto va anche verificato se è possibile favorire la crescita riducendo il carico fiscale distorsivo mediante una riforma fiscale ecologica.

A causa della sempre maggior importanza delle questioni legate all'approvvigionamento di materie prime, alla capacità di rigenerazione del clima e alla resistenza dell'ambiente naturale alle sostanze nocive, la politica di crescita è stata estesa a un settimo ambito d'intervento, ovvero «Garantire la sostenibilità delle esigenze ambientali», nel quale rientrano la svolta energetica e la riforma fiscale ecologica e che si incentra sulle possibilità di crescita che tengono conto dell'esaurimento di alcune risorse naturali.


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Eric Scheidegger, sostituto del direttore della SECO e capo della Direzione della politica economica, tel. 031 322 29 59



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