Studio «Sicurezza 2012» – in aumento la fiducia nelle istituzioni e nelle autorità svizzere

Berna, 25.05.2012 - Valori sicuri in un mondo insicuro: nel confronto con gli anni precedenti, i cittadini svizzeri si sentono decisamente al sicuro e si dimostrano molto fiduciosi per quanto riguarda il futuro prossimo della Svizzera, valutano però contemporaneamente con scetticismo l'evoluzione sul piano internazionale. I cittadini svizzeri sono tornati ad avere maggiore fiducia nelle istituzioni e nelle autorità del nostro Paese. Ciò è quanto risulta dallo studio «Sicurezza 2012» condotto dall'Accademia militare presso il Politecnico federale di Zurigo in collaborazione con il Center for Security Studies del Politecnico.

Rispetto al 2011, la popolazione svizzera avente diritto di voto ripone maggiore fiducia in sei delle sette autorità e istituzioni prese in considerazione. La fiducia generale di quest'anno è superiore alla media degli ultimi anni. Anche nel 2012 la polizia si posiziona al primo posto per quanto riguarda la fiducia dei cittadini, con un risultato di 7,6 su una scala da 1 a 10, seguita dai tribunali (7,0) e dal Consiglio federale (6,8). L'economia svizzera (6,6) ha perso una posizione rispetto al 2011 e si piazza al quarto posto, subito dietro il Consiglio federale. L'esercito (6,3) e il Parlamento (6,2) sono in linea con i risultati degli anni precedenti. In fondo alla classifica si posizionano i partiti politici e i media (entrambi 5,1), nei quali la popolazione avente diritto di voto ripone la minor fiducia.

Sicurezza interna - consenso in aumento per le diverse misure
Rispetto ai sondaggi precedenti, nel 2012 la popolazione svizzera approva maggiormente le misure in favore della sicurezza interna menzionate nello studio. In particolare hanno riscosso elevati consensi l'intensificazione della lotta contro l'hooliganismo (89%) e la maggiore presenza della polizia nei quartieri residenziali (83%). Il sostegno al divieto di accesso a determinate aree (80%) e al controllo della quota di stranieri (77%) ha registrato un importante aumento (+7% e +11%) rispetto al sondaggio del 2009.

Autonomia in materia di politica estera - impegno internazionale attivo, ma senza coinvolgimenti
Il desiderio riscontrato lo scorso anno di una maggiore autonomia in materia di politica estera si è riconfermato anche quest'anno. Quattro persone intervistate su cinque desiderano che sia ulteriormente seguita la via bilaterale di una (pura) collaborazione economica, senza adesione a un'organizzazione o istituzione quale l'Unione europea (UE). Il coinvolgimento politico in istituzioni di politica estera non è auspicato. L'adesione all'UE (17% degli intervistati) o alla NATO (19%) è vista con favore solo da una piccola minoranza della popolazione svizzera. La popolazione desidera invece per il 2012 un impegno internazionale più attivo da parte della Svizzera, senza tuttavia vincoli istituzionali. Rispetto al 2011, la popolazione manifesta il desiderio di incrementare gli aiuti allo sviluppo e invoca un ruolo più attivo del Paese nell'ambito dell'attività dell'ONU.

Neutralità - un solido principio
Con il 95 per cento di consensi, il principio di neutralità ha fatto segnare un nuovo record. Anche la convinzione che la Svizzera, in virtù della sua neutralità, sia predestinata al ruolo di conciliatore e mediatore è aumentata rispetto allo scorso anno (93%). Nel 2012 il 66 per cento (+5%) della popolazione svizzera crede che la neutralità la protegga da conflitti internazionali.

Esercito - sviluppi ambivalenti
Dopo il significativo aumento nel 2011 dei consensi per quanto riguarda la necessità dell'esercito, nel 2012 il numero di tali consensi è lievemente diminuito. Con il 75 per cento, tuttavia, il tasso di consensi per quanto riguarda la necessità dell'esercito è ancora superiore alla media di lungo periodo dal 1991. Rispetto al 2011, la soddisfazione nei confronti delle prestazioni dell'esercito è rimasta costante (6,17 su una scala da 1 a 10). Rispetto all'anno scorso, il grado di fiducia nell'esercito è aumentato in modo significativo, riportandosi in linea con la media di lungo periodo (6,3).

Obbligo militare e milizia - Svizzeri divisi
Da oltre un decennio la popolazione svizzera è divisa sulla questione del modello di difesa. Nel 2012 il 52 per cento (+4%) è a favore di un esercito di milizia, mentre il 43 per cento (±0%) preferirebbe un esercito di professionisti. Il 48 per cento degli intervistati (+10%) si è invece espresso a favore dell'abolizione dell'obbligo militare. Nonostante l'aumento considerevole dei favorevoli rispetto al 2011, la percentuale si posiziona poco al di sopra della media di lungo periodo.

La raccolta dei dati per lo studio «Sicurezza 2012» è stata eseguita tra il 12 gennaio e il 6 febbraio 2012 e ha coinvolto 1200 cittadini aventi diritto di voto in tutte le regioni linguistiche della Svizzera. Il sondaggio è stato eseguito dall'istituto di ricerche di mercato ISOPUBLIC. L'errore di campionamento potenziale si aggira sul ±3 per cento.


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