Lotta antifrode dell’AI nel 2011

Berna, 22.05.2012 - Nel 2011 l’AI ha avviato indagini in 2520 casi sospetti e ne ha concluse 2250. In 320 casi in cui i sospetti si sono rivelati fondati, l’assicurazione ha ridotto o sospeso rendite correnti oppure rifiutato l’assegnazione di nuove rendite. Questo ha permesso di evitare il versamento dell’equivalente di 270 rendite intere, con un risparmio complessivo calcolato a circa 100 milioni di franchi, a fronte di spese pari a 7,3 milioni di franchi.

Grazie al sistema di lotta antifrode messo in funzione da ben quattro anni in tutti gli uffici AI, nel 2011 sono stati trasmessi agli specialisti antifrode degli uffici stessi 2520 dossier per ulteriori accertamenti e indagini. A questi si aggiungono 1400 indagini non ancora concluse alla fine del 2010. In totale, nel 2011 erano dunque pendenti 3920 casi di presunta frode. In 420 casi, gli assicurati sono stati posti sotto sorveglianza.

Nel 2011, l’AI è riuscita a chiudere 2250 casi, 260 dei quali dopo un’operazione di sorveglianza. In 320 casi ha potuto dimostrare una frode, in 70 di essi grazie a un mandato di sorveglianza. Grazie al sistema di lotta antifrode, si eviterà dunque il versamento dell’equivalente di 270 rendite intere. Questo permetterà di risparmiare circa 6,9 milioni di franchi all’anno per un totale complessivo calcolato a circa 100 milioni di franchi (prendendo come base l’importo medio della rendita AI ordinaria e la durata di riscossione fino al raggiungimento dell’età AVS). Per la lotta antifrode, l’AI ha speso circa 7,3 milioni di franchi (6,8 millioni di franchi in personale e 0,5 millioni di franchi per le operazioni di sorveglianza). Lo sgravio summenzionato non include i risparmi sulle prestazioni complementari all’AI e sulle rendite d’invalidità del secondo pilastro. In 42 casi, gli uffici AI hanno chiesto agli assicurati il rimborso delle prestazioni indebitamente riscosse e in 30 casi hanno sporto denuncia penale.

Una lotta rigorosa e coordinata alle frodi assicurative è indispensabile per evitare la riscossione indebita di prestazioni dell’AI e con il tempo ha un effetto sempre più dissuasivo da non sottovalutare. I cittadini, gli assicurati che versano i contributi e i contribuenti possono così confidare nella corretta esecuzione dell’assicurazione.

Dai dati del 2011 risulta che la lotta alle frodi assicurative si è consolidata negli uffici AI e che questi sono in grado, mediante specialisti qualificati, di indagare e fare luce in modo professionale su possibili casi di frode (per esempio in seguito a incongruenze contenute negli incarti o a segnalazioni fornite da altre assicurazioni, da organi di controllo per la lotta contro il lavoro nero o dalla popolazione). In linea di principio gli uffici AI verificano ogni segnalazione di potenziali frodi assicurative, sia in caso di fonte nota che anonima. Nella maggior parte dei casi le indagini portano a scagionare gli assicurati sospettati di frode assicurativa e solo nel 14 per cento di essi la frode è effettivamente comprovata.

Nell’ambito delle assicurazioni sociali, la lotta antifrode è un tema che non concerne ormai più soltanto l’assicurazione invalidità. Anche altre assicurazioni sociali (ad es. le prestazioni complementari e il secondo pilastro) approfittano sempre più spesso delle esperienze fatte e dei risultati ottenuti dall’AI. La prassi indica che determinati aspetti procedurali andrebbero disciplinati allo stesso modo per tutte le assicurazioni sociali. Per questa ragione, la revisione 6b dell’AI (attualmente in discussione in Parlamento) prevede una base legale uniforme in materia da inserirsi nella legge federale sulla parte generale del diritto delle assicurazioni sociali (LPGA).


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