10 anni della Conferenza mondiale contro il razzismo: impulsi positivi all’ombra degli attentati dell’11 settembre

Berna, 22.09.2011 - Secondo la Commissione federale contro il razzismo CFR, i risultati della Conferenza mondiale contro il razzismo di Durban costituiscono a tutt’oggi i principi direttori di una politica antirazzista, nonostante le derive antisemite esplose durante i lavori, la loro strumentalizzazione politica e il clima di diffidenza generalizzata verso il prossimo che ha preso il sopravvento dopo gli attentati dell’11 settembre 2001.

La Conferenza mondiale contro il razzismo di Durban, in Sudafrica, conclusasi l’8 settembre 2001, è rapidamente passata in secondo piano dopo gli attentati dell’11 settembre. Ciò nonostante, la dichiarazione finale offre agli Stati una buona base per agire con coerenza contro il razzismo. Per la prima volta il documento conclusivo si concentra sull’emarginazione subita in particolare dalle persone di origine africana, così come sulla xenofobia e la discriminazione di cui sono vittima sia le popolazioni indigene sia i Rom, Sinti e nomadi. Sono inoltre tematizzati il razzismo di natura politica e gli effetti della discriminazione multipla. La lotta al terrorismo e il clima di sospetto generale verso i musulmani, così come la strumentalizzazione politica della lotta contro il razzismo hanno rischiato di annullare i risultati della Conferenza di Durban. Secondo la CFR, anche in Svizzera, dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, le persone di origine musulmana si sono sentite esposte a pregiudizi ingiustificati, se non a discriminazioni, sfociati nel 2009 nel divieto di costruzione di nuovi minareti. La Svizzera non ha fino ad ora elaborato alcun piano d’azione contro il razzismo. Ciò nonostante, tra gli sforzi intrapresi vanno menzionati l’estensione della protezione dalla discriminazione nella futura politica d’integrazione e lo sviluppo, da parte della Confederazione, di un sistema per il monitoraggio continuo degli atti razzisti. In Svizzera continua però a mancare una tutela giuridica sistematica dalla discriminazione, le strutture di consulenza per le vittime del razzismo restano insufficienti e la protezione accordata a queste ultime è lacunosa. L’inasprimento della politica in materia di stranieri e di asilo e i suoi effetti di esclusione su determinati gruppi di popolazione sono inoltre in contrasto con la dichiarazione della Conferenza di Durban.


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