Azoto nell'agricoltura e nell'ambiente - una sfida

Berna, 11.01.2011 - Da un nuovo studio sull'azoto emerge che, mantenendo gli attuali sistemi d'incentivi, entro il 2020 le perdite di azoto diminuiranno del 9-11 per cento. Nell'ambito dell'evoluzione della politica agricola, Consiglio federale e Parlamento hanno formulato delle proposte che hanno un effetto positivo sulle emissioni di azoto dell'agricoltura. Parallelamente a ciò, occorre tuttavia intensificare la ricerca su azoto - agricoltura - ambiente, come si evince da un secondo studio.

L'apporto di azoto è determinante per la resa delle colture vegetali. Il ciclo dell'azoto nell'agricoltura (pianta - animale da reddito - concime aziendale) è caratterizzato da perdite inevitabili che attraverso l'aria e l'acqua giungono in numerosi ecosistemi, danneggiandoli. L'azoto sotto forma di ammoniaca, ad esempio, si deposita in paludi e boschi esercitando un effetto fertilizzante per nulla auspicato. I nitrati compromettono la qualità dell'acqua potabile e le acque degli affluenti con elevato tenore di nitrati hanno un effetto eutrofico sui mari. L'azoto sotto forma di gas esilarante, infine, concorre al mutamento climatico.

L'agricoltura è la principale fonte di emissione di queste tre forme di azoto. Essa è responsabile del 93 per cento delle emissioni di ammoniaca, di poco meno del 50 per cento di quelle di nitrati e del 75 per cento di quelle di gas esilarante. Il settore primario svolge quindi un ruolo particolare per quanto concerne il raggiungimento degli obiettivi ambientali nazionali in relazione all'azoto.

L'Ufficio federale dell'agricoltura UFAG, in collaborazione con l'Ufficio federale dell'ambiente UFAM, ha incaricato Infras di identificare le lacune a livello di conoscenze sul tema azoto - agricoltura - ambiente e di inserirle tra le priorità della ricerca futura. Benché sia noto, a grandi linee, il funzionamento del ciclo dell'azoto nell'agricoltura, è tuttora difficile quantificare i diversi flussi parziali e stabilire che influenza subiscono da parte dei processi agricoli. Per aumentare l'efficienza dell'azoto nell'agricoltura occorre ottimizzarne l'impiego e intensificare la ricerca. Tra le lacune particolarmente importanti rientrano i dati di misurazione, tuttora insufficienti, sulla cascata di azoto e sulla quantificazione soprattutto per quanto riguarda il dilavamento di nitrati, le perdite di denitrificazione nel suolo, la fissazione biologica dell'azoto e le perdite di ammoniaca.

Nel quadro di un secondo studio sul tema dell'azoto, commissionato dall'UFAG al Politecnico federale di Zurogo, sono state valutate, con l'ausilio di un modello economico di ottimizzazione, le possibilità della prossima tappa di riforma della politica agricola di compiere progressi sul piano agroecologico in relazione all'azoto entro il 2020. Nella modellizzazione hanno potuto venir prese in considerazione soltanto misure per le quali esistono dati consolidati. Sono indispensabili indicazioni sul potenziale tecnico delle misure volte a ridurre le emissioni, sulla loro diffusione attuale e futura e sui rispettivi costi. Siccome per numerose misure descritte nella letteratura scientifica non esistono dati di questo genere riferiti alla Svizzera, nell'ambito della modellizzazione ci si è dovuti limitare a un numero relativamente contenuto di provvedimenti.

Tra le misure considerate nello studio, l'impiego di spargitori di liquame a tubi flessibili ha dato i risultati migliori per quanto riguarda la riduzione delle emissioni di azoto rilevanti dal profilo ambientale. Anche l'utilizzo di foraggi a basso tenore d'azoto nell'alimentazione dei suini, la copertura degli impianti per lo stoccaggio del liquame, i sistemi di stabulazione che comportano basse emissioni o la diluizione del liquame con acqua possono contribuire a ridurre le emissioni di azoto.

I risultati dello studio mostrano che il potenziale di riduzione risultante dalle misure descritte è relativamente modesto. Le perdite di azoto rilevanti per l'ambiente scendono a 82 chilotonnellate di azoto. Ciò equivale a una flessione del 9 per cento entro il 2020 rispetto al 2007. Alle condizioni previste dallo scenario migliore, la riduzione di emissioni sarebbe soltanto lievemente maggiore. Per tale motivo le proposte avanzate dal Consiglio federale e dal Parlamento, vale a dire la verifica di Suisse-Bilanz, l'introduzione di contributi per l'efficienza delle risorse e un migliore orientamento dei pagamenti diretti verso gli obiettivi, acquisiscono un'importanza ancora maggiore.

Gli studi possono essere consultati sul sito Internet dell'UFAG.


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Anton Candinas, Settore Ecologia, tel. 031 322 70 64



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