I toni populisti della campagna in favore dell’iniziativa popolare per l’espulsione degli stranieri che commettono reati fomentano i pregiudizi

Berna, 08.11.2010 - La Commissione federale contro il razzismo CFR critica i toni populisti del dibattito sull’iniziativa per l’espulsione degli stranieri criminali. La campagna lascia intendere che nella prassi odierna questi non vengano espulsi. Alle autorità si rimprovera di naturalizzarli anziché di agire contro di loro.

«Ivan S., stupratore e ben presto svizzero?» Manifesti di questo tipo fanno credere che le commissioni di naturalizzazione propongano di naturalizzare dei criminali. In questo modo si trae in inganno la popolazione e si diffamano le autorità competenti.

L’attuale pratica di allontanamento dei Cantoni dimostra che il diritto in vigore è adeguato. Gli stranieri criminali vengono espulsi (rapporto della Commissione federale della migrazione CFM, «Rinvio. Espulsione.»). Un’espulsione automatica senza un esame della proporzionalità della misura, come chiesto dai promotori dell’iniziativa, è in contraddizione sia con i principi dello Stato di diritto che con i diritti umani. La CFR critica il fatto che si rinunci avventatamente a questi principi e che nella campagna di votazione si screditi il diritto internazionale considerandolo non vincolante per la Svizzera. Il controprogetto, invece, prende in considerazione la gravità del reato commesso e rispetta gli obblighi previsti dal diritto internazionale.

Le espulsioni automatiche chieste dai promotori dell’iniziativa possono essere attuate unicamente contro cittadini non facenti parte dell’UE. Di conseguenza, queste persone subiscono un’emarginazione giuridica sempre maggiore, diventando più facilmente vittima di atteggiamenti razzisti e xenofobi. La campagna fomenta sentimenti xenofobi e non contribuisce alla convivenza pacifica dei differenti gruppi della popolazione.

 


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