Previdenza professionale: situazione finanziaria degli istituti di previdenza nel 2008

Berna, 16.12.2009 - Il Consiglio federale ha preso atto del rapporto annuale dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali sulla situazione finanziaria degli istituti di previdenza e degli assicuratori sulla vita nella previdenza professionale alla fine del 2008. Come era prevedibile, nel 2008 la situazione finanziaria degli istituti di previdenza è notevolmente peggiorata a causa della crisi dei mercati finanziari. Il numero delle casse che presentavano una copertura insufficiente è considerevolmente aumentato. Una stima recente indica tuttavia che da allora la situazione è migliorata. Ciononostante l’adeguamento dell’aliquota minima di conversione rimane indispensabile per garantire le prestazioni a lungo termine.

Il rapporto concernente la situazione finanziaria degli istituti di previdenza si basa su un’inchiesta svolta dall’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS) presso le autorità di vigilanza della previdenza professionale. Dall’inchiesta risulta che alla fine del 2008 ben 915 casse registrate (46,5 %) presentavano una copertura insufficiente, contro le 78 (4,2 %) del 2007. (Gli istituti registrati assicurano almeno le prestazioni minime LPP, mentre quelli non registrati sono attivi solo nella previdenza preobbligatoria e sovraobbligatoria.) Il 31 dicembre 2008 lo scoperto complessivo ammontava a circa 52,5 miliardi di franchi (31 dicembre 2007: 17,1 miliardi di franchi).

La maggior parte dello scoperto andava sul conto di casse con garanzia dello Stato. Rispetto al 2007 il loro deficit è aumentato di 15 miliardi di franchi, raggiungendo così i 30,8 miliardi di franchi. Va però tenuto presente che molte di esse presentano un grado di copertura inferiore al 100 per cento a prescindere dall'attuale situazione finanziaria sul mercato dei capitali in quanto, beneficiando della garanzia statale, non sono state mai completamente rifinanziate.

Per il 2008, i conti economici degli 11 assicuratori sulla vita attivi nel settore della previdenza professionale indicano un risultato tecnico molto peggiore rispetto all’anno precedente. Non essendo autorizzati a presentare una copertura insufficiente nemmeno nel 2° pilastro, gli assicuratori sulla vita, rispetto agli istituti di previdenza autonomi, investono però maggiormente in fondi meno rischiosi e sono quindi meno toccati dall’attuale crisi dei mercati finanziari.

Le stime più recenti indicano un miglioramento della situazione finanziaria

Il rapporto sulla situazione finanziaria degli istituti di previdenza consiste in un’inchiesta attendibile basata sui dati forniti dagli istituti di previdenza alla fine del 2008, testati e verificati dagli uffici di revisione. La situazione attuale delle casse può invece essere soltanto stimata sulla base di un modello contabile. In linea generale questi calcoli indicano un miglioramento della situazione finanziaria grazie alla ripresa dei mercati finanziari registrata dal marzo 2009.

Dalle recenti analisi dell’UFAS risulta che, alla fine dell’ottobre 2009, circa il 32 per cento degli istituti di previdenza registrati presentava ancora uno scoperto. La percentuale era del 74 per cento circa per le casse con garanzia statale e del 30 per cento per le casse non coperte dalla garanzia dello Stato. Secondo la stessa stima, il grado di copertura medio, ponderato con la somma di bilancio, ammontava al 97,5 % (84,4 % per le casse con garanzia dello Stato e 101,7 % per quelle senza garanzia statale).

Poiché per avere i dati esatti concernenti la situazione finanziaria degli istituti di previdenza occorre attendere un certo tempo, l’UFAS ha sviluppato un modello contabile per poter valutare molto più rapidamente la situazione a un dato momento. Sulla base di questo modello, nella primavera del 2009 l’UFAS ha dichiarato che alla fine del 2008 quasi il 50 per cento degli istituti di previdenza presentava probabilmente una copertura insufficiente. Come risulta dal presente rapporto, la percentuale effettiva era quasi del 47 per cento, il che conferma l’attendibilità del modello di calcolo.

Non è attualmente possibile valutare se la ripresa dei mercati finanziari sarà duratura. Poiché in seguito alla crisi le riserve di fluttuazione delle casse sono considerevolmente diminuite, i rischi finanziari rimangono elevati. Le misure di risanamento decise dagli organi paritetici delle casse vanno quindi adeguatamente mantenute e, a medio termine, la costituzione di una quantità sufficiente di riserve di fluttuazione deve avere la priorità assoluta. Tuttavia, dagli anni Novanta il rendimento dei capitali è tendenzialmente in diminuzione, mentre le rendite devono essere versate più a lungo in seguito all’aumento della speranza di vita. Pertanto, oltre a risanare le coperture insufficienti a medio termine, bisognerà anche garantire a lungo termine le prestazioni del 2° pilastro. L’obiettivo sarà raggiunto con l’adeguamento dell’aliquota minima di conversione, su cui il popolo si pronuncerà nella votazione del 7 marzo 2010.


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031 322 91 71, Jean-Marc Maran, Capo Settore Finanziamento e sviluppo, Previdenza professionale, Ufficio federale delle assicurazioni sociali



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