La tempesta Lothar dieci anni dopo: gli insegnamenti per il futuro

Berna, 02.12.2009 - Il 26 dicembre 1999 la tempesta Lothar ha investito la Svizzera, causando la morte di diverse persone e distruggendo nel giro di pochi minuti il capitale di molti proprietari di bosco. La tempesta ha avuto anche un impatto molto negativo sul mercato del legno, dove ha provocato un forte calo dei prezzi. In termini ecologici, invece, la tempesta ha favorito la dinamica del bosco e contribuito a incrementare la diversità biologica. È lecito presumere che il cambiamento climatico non farà che aumentare la frequenza di simili tempeste. In uno scenario simile la prevenzione diventa pertanto sempre più importante. In quest’ambito la Confederazione e i Cantoni offrono un sostegno organizzativo e partecipano al finanziamento di boschi misti stabili.

Il 26 dicembre 1999 la tempesta Lothar ha colpito la Svizzera a ondate. Provenendo dal Giura ha investito in successione l'Altopiano, la Svizzera centrale e quella nordorientale, risparmiando la Svizzera meridionale e sudorientale. Le velocità massime dei venti sono state misurate sullo Jungfraujoch (249 km/h) e sull'Uetliberg (241 km/h).

La tempesta Lothar ha causato la morte di 14 persone. A quste si sono aggiunte, nel solo 2000, altre 15 vittime perite durante i lavori di sgombero nei boschi. I danni materiali sono stati immensi: 600 milioni di franchi agli edifici e 750 milioni di franchi per danni e costi successivi legati al bosco. Lothar ha falciato 10 milioni di alberi, pari a circa 13 milioni di metri cubi di legno, con differenze notevoli tra una regione e l'altra. Nei Cantoni Berna, Friburgo, Lucerna e Nidvaldo, ad esempio, Lothar ha abbattuto in un colpo solo una quantità di legno da quattro a dieci volte superiore a quella che si taglia normalmente in un anno, distruggendo un capitale cresciuto nel corso di decenni.

Ripercussioni economiche elevate

A seguito della tempesta, in poco tempo sono state riversate sul mercato grandi quantità di legname, con un conseguente calo drastico dei prezzi. Ad esempio, il prezzo del legname tondo da sega è sceso, praticamente da un giorno all'altro, di un terzo. Diversi proprietari di bosco hanno subito la perdita di tutti i loro introiti. Tale situazione ha condizionato a lungo il mercato del legno, nonostante le massicce esportazioni verso l'Austria e l'Italia. I prezzi hanno ripreso a salire soltanto nel 2005. Molto meno sensibile è stata invece la reazione dei prezzi del legno da energia, che dopo Lothar hanno fatto registrare soltanto un lieve calo, seguito tuttavia da una tendenza al rialzo ormai in corso dal 2002.

La tempesta ha provocato anche costi successivi notevoli. La perdita parziale della funzione di protezione dei boschi ha imposto la costruzione di opere di protezione, mentre la frequente utilizzazione delle strade forestali per trasportare legname ne ha reso necessaria la sistemazione. I relativi lavori di riforestazione e la cura del novellame non sono comunque ancora conclusi. Nel corso dell'ultimo decennio la Confederazione, i Cantoni e i proprietari di bosco hanno investito molto denaro in una generazione di boschi seminaturali e stabili.

La situazione economica tesa provocata dalla tempesta ha indotto diverse aziende forestali a fondare delle comunità aziendali e delle organizzazioni interaziendali nell'ambito della gestione logistica. Questo processo di ristrutturazione è tuttora in corso e la Confederazione e i Cantoni offrono al riguardo un finanziamento iniziale limitato nel tempo.

La tempesta ha favorito la diversità biologica

Per la natura le conseguenze di Lothar sono invece risultate positive: le ricerche condotte hanno rivelato che sulle superfici forestali dove la tempesta aveva abbattuto degli alberi si è verificato un incremento della diversità biologica. La ragione principale di tale sviluppo è costituita dal fatto che la luce del sole raggiunge più facilmente il suolo forestale. La più grande diversità di habitat e, quindi, della flora e della fauna si registra laddove le superfici colpite sono state sgomberate e ripristinate soltanto in parte. In diversi luoghi è stata colta l'opportunità di delimitare delle riserve forestali con un'elevata quantità di legno morto. La rigenerazione tutto sommato rapida della natura può essere osservata anche nei boschi dell'Altipiano, dove gli alberi ricresciuti hanno colmato in fretta i vuoti creati dalla tempesta.

Prevenire futuri eventi naturali

In seguito al cambiamento climatico è lecito attendersi in futuro una maggiore frequenza di simili tempeste. È quindi importante elaborare una strategia a lungo termine volta a conservare boschi diversificati, vitali e stabili. In genere, i boschi misti seminaturali resistono con maggior vigore alle tempeste.

Sulla base delle esperienze scaturite dalla gestione della tempesta Lothar, ma anche in seguito alle piene del 2005, l'UFAM, con altri servizi federali e i Cantoni, ha adottato provvedimenti organizzativi volti a migliorare le misure di allerta e a ridurre i danni. L'UFAM e l'Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL) hanno avviato quest'anno un progetto di ricerca congiunto. In tale ambito saranno esaminate le ripercussioni che il cambiamento climatico avrà sui boschi. Ciò permetterà di offrire agli operatori forestali una consulenza differenziata, soprattutto per quanto riguarda la rinnovazione del bosco e le specie arboree che lo compongono.

Didascalia: Rimboschimento di una superficie colpita dalla tempesta Lothar: l'esempio del Willbrigwald della Corporazione di Willisau  

  • Foto 1 (2003) - Sulla superficie esboscata sono state piantate querce, tigli selvatici e carpini bianchi. L'area è stata recintata per proteggere gli alberi dai danni causati dalla fauna selvatica.
  • Foto 2 (2009) - Gli alberi piantati sono diventati vigorosi. Fra gli alberi giovani sono cresciute in modo spontaneo anche altre specie arboree. Per liberare gli alberi giovani da arbusti di more e dalla pressione concorrenziale di altre specie vegetali si sono resi necessari diversi interventi di cura. La recinzione è già stata rimossa.    

Foto: Alex Arnet


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