Comunicato stampa della Commissione federale contro il razzismo / 15.01.2009

Berna, 15.01.2009 - La libera circolazione delle persone non ha alcuna conseguenza sul passaggio di nomadi in Svizzera

I manifesti dei contrari alla libera circolazione delle persone su cui si voterà il prossimo 8 febbraio hanno già preso di mira i rom con toni da caccia alle streghe invocando soluzioni discriminanti. La Commissione federale contro il razzismo (CFR) condanna fermamente questa stigmatizzazione delle popolazioni stanziali o nomadi dei rom e jenisch dell’Europa orientale.

Secondo gli esperti della Confederazione l’estensione della libera circolazione a Bulgaria e Romania non provocherà un afflusso di nomadi da questi due Paesi. Già dal 2004 i cittadini bulgari e rumeni, compresi i nomadi, possono entrare in Svizzera senza visto e soggiornare nel nostro Paese per tre mesi. Ad ogni modo, occorre ricordare che soltanto il 2 per cento dei rom dell’Europa orientale conduce una vita nomade. Gli aspetti che suscitano critiche nella popolazione e nei media, ad esempio l’aumento di mendicanti nei centri urbani svizzeri, non sono certamente nuovi e possono essere risolti con la legislazione vigente o con nuove disposizioni. Fenomeni di questo genere non hanno un rapporto diretto con la libera circolazione nel mercato del lavoro, su cui voteremo il prossimo 8 febbraio. Sono piuttosto un indizio della povertà dei rom dell’Europa orientale. La Svizzera farebbe bene a promuovere anche in futuro progetti di sviluppo per migliorare le condizioni di vita dei rom dell’Est europeo.In Svizzera mancano aree di transito e di sosta per i nomadi svizzeri e stranieri. Soltanto il Cantone dei Grigioni (Domat/Ems) ha un’area di transito di grandi dimensioni per i nomadi stranieri. A causa della penuria di aree sufficientemente grandi, gruppi di nomadi stranieri sostano senza autorizzazione su terreni non adibiti. Questo provoca conflitti con la popolazione locale, che si ripercuotono negativamente anche sui nomadi svizzeri. Bisognerebbe pertanto mettere a disposizione dei Cantoni altri terreni in disuso dell’esercito, sull’esempio dell’area che sarà inaugurata prossimamente nel Cantone di San Gallo.


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