Attentato di Luxor: il Ministero pubblico sospende la procedura - la Polizia federale pubblica un rapporto

Berna, 10.03.2000 - L'8 marzo 2000, il Ministero pubblico ha sospeso le indagini di polizia giudiziaria nel caso dell'attentato di Luxor del 17 novembre 1997. Il mandato d'arresto internazionale contro il presunto autore è mantenuto. Nel contempo, la Polizia federale presenta un rapporto sullo svolgimento e sui retroscena dell'attentato.

Il 17 novembre 1997, presso il tempio Hatscheput a Luxor in Egitto, fu perpetrato un attentato in cui perirono 58 turisti (tra i quali 36 cittadini svizzeri), quattro guardie indigene nonché sei fra gli attentatori. Altre 24 persone furono ferite, tra le quali 12 Svizzeri.

Il 13 ottobre 1998, il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) avviò indagini di polizia giudiziaria nei confronti di ignoti. Il 20 novembre 1998, il MPC presentò alle autorità egiziane una domanda di assistenza giudiziaria onde ottenere, dai responsabili servizi governativi e autorità d'inchiesta, le necessarie informazioni. Alla domanda è stata acclusa una lista con 117 domande. Inoltre, sono stati richiesti ulteriori documenti e prove (fotografie, filmati) concernenti vittime e testimoni. Nel maggio del 1999 rappresentanti delle autorità di perseguimento penale della Confederazione si sono recati in Egitto al fine di accelerare l'inchiesta insieme alle autorità locali.

Nel giugno del 1999, le autorità egiziane inviarono le risposte alle domande contenute nella domanda d'assistenza giudiziaria del MPC. Non fu però possibile chiarire nella misura auspicata dalle autorità svizzere dinamica e retroscena dell'attentato. In collaborazione con le autorità egiziane fu emesso un mandato d'arresto internazionale nei confronti di un presunto capo dell'organizzazione terroristica Gamaa al-Islamija. Si sospetta che quest'ultimo sia responsabile della pianificazione e dell'esecuzione dell'attentato.

La procedura d'indagine di polizia giudiziaria è stata sospesa l'8 marzo 2000. Presentemente non vi sono indizi di sorta, che lasciano presumere che vi fossero altri attentatori non noti oltre a quelli uccisi durante l'attentato. Sulla scorta delle informazioni attualmente disponibili non è dato sapere se si potrà mai chiarire l'esatta dinamica dell'attentato. Il mandato d'arresto internazionale rimane però valido. Esso non rappresenta un impedimento per la sospensione della procedura. Quest'ultima può infatti essere riaperta in ogni momento, qualora dovessero emergere nuovi fatti o fosse possibile eseguire il mandato d'arresto.

La Polizia federale presso l'Ufficio federale di polizia, competente per la lotta contro il terrorismo, ha acquisito informazioni sui retroscena dell'attentato. Ha inoltre coordinato la collaborazione tra i diversi servizi dell'amministrazione e i servizi responsabili all'estero ed è stata impegnata nell'audizione di testimoni e di vittime. Infine, ha condotto colloqui con le autorità di sicurezza egiziane. Il rapporto della Polizia federale spiega gli avvenimenti del 17 novembre 1997, le reazioni da parte svizzera, nonché i risultati dell'inchiesta, nella misura in cui sono noti. In ragione della protezione della personalità non contiene particolari su terzi. Il rapporto non intende essere un apprezzamento politico, bensì tenta di documentare il più possibile dinamica e retroscena dell'attentato.

Ad eccezione del capo degli attentatori nonché del presunto mandante dell'attentato, che appartengono alla fazione armata del Gamaa al Islamija, le autorità egiziane preposte alla sicurezza non conoscevano gli attentatori al momento dell'attentato. I terroristi hanno usato armi di fabbricazione russa provenienti presumibilmente da assalti a posti di polizia egiziani. Inoltre, sul posto dell'attentato sono state usate due pistole delle guardie.

Dai risultati dell'inchiesta non risulta che gli attentatori pianificassero un sequestro. Secondo le informazioni attuali si presume che volessero uccidere il maggior numero possibile di persone. Le autorità d'inchiesta sono convinte che l'attentato non era diretto né contro la Svizzera né contro suoi cittadini. Scopo preminente dell'attentato era quello di danneggiare il ramo turistico e, quindi, di indebolire l'economia e il Governo egiziani.


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