Il recupero del calore residuo dalle acque di scarico ha un elevato potenziale economico

Berna, 06.10.2008 - In considerazione dell’elevato prezzo del petrolio e della tassa sul CO2, che dall’inizio del 2008 viene riscossa anche sui combustibili, il recupero mediante pompe di calore del calore residuo dalle acque di scarico comunali presenta già oggi un elevato potenziale economico. Come emerge da uno studio condot-to dall’Ufficio federale dell’energia (UFE) nel quadro del suo programma di ri-cerca "Basi dell'economia energetica" (EWG), tale potenziale potrebbe addirit-tura aumentare considerevolmente in futuro.

Con l’attuale prezzo dell’olio da riscaldamento pari a circa 100 franchi per cento litri, il potenziale sfruttabile economicamente ammonta a 2,12 terawattora (2,12 miliardi di chilowattora) all’anno, che corrispondono al fabbisogno di energia per il riscaldamen-to e per la produzione di acqua calda domestica di circa 600’000 persone. Oggi viene sfruttata solo una minima parte di questo potenziale.

Il recupero mediante pompe di calore di energia termica a bassa temperatura dalle acque di scarico comunali per il riscaldamento di edifici e per la produzione di acqua calda domestica è oggi realizzabile nella pratica, come emerge dallo studio. L’economicità, e quindi anche la possibilità di realizzazione, dipende invece molto dalle specificità locali e da diverse condizioni quadro esterne. Risulta quindi difficile quantificare il potenziale economicamente realizzabile.

Diversi strumenti di promozione

La reale possibilità di sfruttamento del potenziale rappresentato dal calore residuo delle acque di scarico dipende, oltre che da valutazioni di carattere economico, da diversi altri fattori. Fra gli ostacoli principali vi sono l’imprevedibilità del prezzo dell’olio da riscaldamento, le infrastrutture di approvvigionamento energetico esistenti e la carenza di soggetti che promuovano la realizzazione di reti di teleriscaldamento.

Nello studio, inoltre, si afferma che un’importante misura politica di promozione po-trebbe essere una tassa sul CO2 variabile che stabilizzi a lungo termine, a un deter-minato valore soglia, il costo dei vettori energetici fossili. In tal modo gli investitori potrebbero disporre di condizioni quadro ampiamente prevedibili. Un’altra possibile misura di promozione ipotizzabile è la definizione di priorità per l’individuazione, nei piani direttori energetici cantonali, di siti a ubicazione vincolata per il recupero del calore residuo e per le energie rinnovabili.

Lo studio rileva infine che la tendenza a un sempre migliore isolamento degli edifici e la conseguente diminuzione delle densità di fabbisogno termico peggiora, in genera-le, l’economicità delle reti di teleriscaldamento. Tuttavia le tendenze in atto, quali l’aumento del prezzo del petrolio, la tassa sul CO2, l’obbligo di allacciamento o la ri-munerazione per l’immissione di energia elettrica, favoriscono, secondo gli autori, il recupero del calore residuo dalle acque di scarico.

Studio (edito dall’Ufficio federale dell’energia UFE): 
“Abwasserwärmenutzung: Potenzial, Wirtschaftlichkeit und Förderung“ (Recupero del calore residuo dalle acque di scarico, potenziale, economicità e promozione)


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Lukas Gutzwiller, UFE, tel. 031 322 56 79



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