Caso Bofors: trasmessi all'India gli atti relativi all'assistenza giudiziaria

Berna, 16.12.1999 - Il DFGP respinge l'istanza del ricorrente

Il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) ha respinto un'istanza dei ricorrenti, già soccombenti davanti al Tribunale federale, riguardante l'assistenza giudiziaria nel caso Bofors e disposto la consegna immediata degli incarti relativi all'assistenza giudiziaria alle autorità indiane. L'Ufficio federale di polizia (UFP) ha trasmesso ieri i documenti all'ambasciata d'India a Berna.

Già il 27 gennaio 1997, l'India aveva ricevuto una grande parte degli atti rilevati in Svizzera (soprattutto documenti bancari). Secondo le autorità indiane preposte al perseguimento penale gli atti dovrebbero permettere di stabilire se il gruppo d'imprese svedese Bofors operante nel settore dell'armamento abbia o no corrotto nel 1986 funzionari e politici indiani al fine di assicurarsi un importante affare con l'esercito indiano. L'affare riguardava l'acquisto di 410 obici del valore complessivo di 1,4 miliardi di dollari. Una parte delle tangenti, oltre 40 milioni di dollari, sarebbe stata pagata attraverso conti bancari a Zurigo e Ginevra.

Il 15 giugno 1998 l'ufficio del giudice istruttore di Ginevra emise l'ultima decisione finale relativa a siffatta procedura d'assistenza giudiziaria che risale al 1990. Un ricorso contro tale decisione è stato respinto sia dalla Camera d'accusa ginevrina sia dal Tribunale federale. Non è stato tuttavia possibile inviare i mezzi probatori alle autorità indiane dato che i ricorrenti soccombenti avevano chiesto al DFGP, lo scorso 30 agosto, di rinunciare all'esecuzione della domanda d'assistenza giudiziaria, adducendo rischi per la sovranità, l'ordine pubblico o per altri interessi essenziali della Svizzera giusta l'articolo 1a della legge sull'assistenza in materia penale.

Secondo il parere del DFGP, i richiedenti non hanno potuto addurre prove o indizi concreti a sostegno delle loro affermazioni. Alla stregua del Tribunale federale, il DFGP considera la richiesta dei ricorrenti piuttosto un tentativo per ritardare l'inchiesta penale in India.

Né il Tribunale federale né il DFGP dovevano esprimersi in merito alla questione se i reati imputati ai ricorrenti nell'ambito della procedura penale fossero motivati o no. Spetta alle autorità indiane accertare se ciò sia il caso e in tale contesto devono rispettare le garanzie richieste dalla legislazione svizzera e dalla giurisprudenza del Tribunale federale.


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