Base di calcolo della "legal quote": il Consiglio federale si esprime sul rapporto della CdG

Berna, 07.03.2008 - In data odierna il Consiglio federale ha dato la sua adesione alle conclusioni del 23 novembre 2007 della Commissione della gestione del Consiglio nazionale (CdG-N) riguardanti l'indagine sulla base di calcolo della quota minima di distribuzione delle eccedenze ("legal quote") per le imprese di assicurazione sulla vita. Il Governo non intende tuttavia modificare l'ordinanza sulla sorveglianza (OS).

A seguito del dibattito sul cosiddetto "furto delle rendite", avviato nel 2002, le Commissioni della gestione di entrambe le Camere hanno condotto un'indagine, durata vari anni, sulla distribuzione delle eccedenze nella previdenza professionale. Nell'ambito di questa verifica, la CdG-N ha esaminato la base per il calcolo della quota minima ("legal quote") applicata dalle imprese di assicurazione sulla vita. In data odierna l'Esecutivo ha preso posizione sul rapporto presentato dalla stessa Commissione nel mese di novembre del 2007.

Nel rapporto, la CdG giunge alla conclusione che "le ordinanze sulla quota minima non violano la volontà del legislatore" e che il Consiglio federale "ha sfruttato fino in fondo il margine di manovra giuridico a favore degli assicuratori sulla vita". Nella sua presa di posizione, il Governo condivide con un'eccezione le conclusioni della CdG, nel senso che il margine di manovra giuridico non sarebbe stato sfruttato fino in fondo unilateralmente a favore degli assicuratori. Il calo del numero delle imprese di assicurazione che offrono prestazioni nella previdenza professionale sarebbe dovuto al fatto che le attività in questo campo non sono eccessivamente attrattive sotto il regime delle condizioni predominanti.

La CdG-N chiedeva altresì una puntualizzazione in relazione ai metodi di determinazione della partecipazione alle eccedenze (metodo basato sul reddito e metodo basato sul risultato). A questo scopo ha chiesto pertanto una precisazione dell'articolo 147 capoverso 3 OS, nel senso che fossero formulati i criteri che stabiliscano quando l'autorità di sorveglianza possa applicare una normativa diversa dai due metodi. Il Consiglio federale ritiene che una simile regolamentazione limiti il margine di manovra di cui l'autorità di sorveglianza necessiterebbe eventualmente in situazioni particolari.

Il Governo ritiene inoltre che solo un'esperienza alquanto lunga e continuata con il sistema della quota minima potrà indicare se si sviluppa una prassi dell'autorità di sorveglianza adatta per una regolamentazione a livello di ordinanza. Per questa ragione, anche in passato, nelle sue risposte a interventi parlamentari, l'Esecutivo ha sempre affermato che non è opportuno modificare il sistema attuale della quota minima.


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