Concimare con i fanghi di depurazione sarà vietato

Berna, 26.03.2003 - Utilizzare i fanghi di depurazione come concimi non sarà più possibile. Essi dovranno in futuro essere inceneriti nel rispetto dell'ambiente. Il Consiglio federale ha modificato in tal senso l'ordinanza sulle sostanze, il cui nuovo testo entrerà in vigore il 1° maggio 2003. Il divieto verrà introdotto gradualmente: sui campi coltivati a foraggio o a ortaggi sarà vietato concimare con fanghi di depurazione già a partire dal prossimo mese di maggio. Per le restanti superfici concimabili è previsto un periodo di transizione che durerà al massimo fino a giugno 2006 e, nei singoli casi, potrà essere prolungato dai Cantoni fino al 2008. Con la sua decisione, il Consiglio federale applica il principio di precauzione nei settori della protezione del suolo e della tutela della salute.

I fanghi di depurazione non contengono solamente sostanze nutritive per le piante, come il fosforo e l'azoto, ma anche tutta una serie di inquinanti e di agenti patogeni derivanti dalle attività industriali e artigianali e dagli scarichi domestici. Per questo il settore agricolo tende oggi sempre più a respingere l'utilizzazione di tali fanghi come concimi. Gli agricoltori temono in particolare possibili conseguenze negative quali il danneggiamento irreversibile del suolo, l'insorgenza di rischi per la salute e la compromissione della qualità dei generi alimentari.

Pertanto, il Consiglio federale vieta la concimazione con fanghi di depurazione, sebbene in tal modo venga interrotto un ciclo di sostanze nutritive di per sé utile. Il principio di precauzione, colonna portante del diritto ambientale e del diritto sanitario, sancisce infatti la necessità di limitare in maniera tempestiva qualsiasi effetto dannoso, o comunque negativo, sull'ambiente, anche in assenza di prove scientifiche definitive al riguardo. 

Periodi di transizione e deroga al divieto

Per quanto riguarda i campi coltivati a foraggio o a ortaggi, il divieto di utilizzazione dei fanghi di depurazione entrerà in vigore già il 1° maggio prossimo, in quanto è proprio in questi settori che potrebbero insorgere i maggiori rischi per la salute dell'uomo e degli animali. Per tutte le altre superfici concimabili le nuove disposizioni saranno invece valide solo a partire dal 2006. I Cantoni potranno prorogare tale termine al massimo fino all'autunno del 2008. Restano esclusi dal divieto gli impianti di depurazione molto piccoli situati in regioni isolate. In tali zone, infatti, i fanghi contengono generalmente meno sostanze problematiche ed un loro trasferimento in impianti di depurazione più grandi non risulta conveniente.

Già oggi il 60% dei fanghi di depurazione viene smaltito come materiale di rifiuto. A partire dal 2006 anche il restante 40%, pari a circa 80.000 tonnellate supplementari all'anno, dovrà essere incenerito. I costi aggiuntivi non supereranno, secondo le stime effettuate, i 40 milioni di franchi. Si tratta, inoltre, di costi ai quali, fra alcuni anni, si sarebbe dovuto comunque far fronte. Anche senza divieto, infatti, l'impiego dei fanghi di depurazione come concimi avrebbe ugualmente registrato una progressiva diminuzione. Il divieto di utilizzazione di detti fanghi permette quindi, fra l'altro, ai Cantoni ed alle associazioni del settore degli impianti di depurazione di effettuare una pianificazione affidabile a lungo termine.

Durante la procedura di consultazione il divieto di utilizzazione dei fanghi di depurazione come concimi era stato accolto da un ampio consenso. La maggior parte dei Cantoni, le associazioni agricole ed economiche e le organizzazioni ambientaliste avevano infatti prevalentemente espresso parere favorevole al riguardo. Contro il divieto si era invece schierata in particolare l'Associazione per l'utilizzazione sostenibile delle risorse economiche (ALUSE), la quale è stata appositamente fondata nel maggio del 2002 e raggruppa in prevalenza gestori di impianti di depurazione di piccole e medie dimensioni.

 

Sì ai concimi ottenuti dal riciclaggio. Ma solo composto e digestato.

Vietare l'utilizzazione dei fanghi di depurazione non significa abolire del tutto i concimi ottenuti dal riciclaggio. Occorre tuttavia migliorarne la qualità, e in particolare quella del composto e del digestato, affinché essi possano essere impiegati senza rischi in agricoltura come fertilizzanti o come ammendanti del terreno. A differenza dei fanghi di depurazione, il composto possiede delle caratteristiche specifiche che lo rendono particolarmente adatto all’utilizzo come concime. Esso deriva infatti da materiale vegetale e, contrariamente ai fanghi, non contiene sostanze inquinanti provenienti dalle acque di scarico. 

Pertanto, al fine di migliorare la qualità del composto, l'Associazione svizzera delle aziende di compostaggio (ASAC), in collaborazione con l'UFAFP, con l'Ufficio federale dell'agricoltura (UFAG), con i servizi cantonali specializzati in materia di ambiente, con gli istituti di ricerca e con il settore agricolo, intende creare un ispettorato di controllo che comprenda tutte le diverse branche interessate. In tal modo si dovrebbe almeno garantire il rispetto, da parte di tutti i 300 impianti di compostaggio svizzeri, delle prescrizioni minime in materia di qualità.

Riguardo all'utilizzazione del composto in agricoltura, in orticoltura e nelle colture coperte, l'ASAC ha inoltre elaborato criteri qualitativi più ampi, che i membri dell'associazione si sono impegnati a rispettare. Infine, parallelamente a tali attività, sono in corso a livello federale due progetti di ricerca, i quali, da un lato, analizzano in modo approfondito il possibile impatto ambientale dei concimi ricavati dal composto e, dall'altro, si propongono di dimostrare gli effetti positivi di questi ultimi sul suolo e sulla sua coltivazione.



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Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni
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