L'esercito svizzero si ritira dall'Afghanistan

Berna, 21.11.2007 - In data odierna il Consigliere federale Samuel Schmid, capo del Dipartimento della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS), ha informato il Consiglio federale che l'impegno militare svizzero in Afghanistan terminerà il 1° marzo 2008.

Le ragioni di questa decisione si fondano sui mutamenti della situazione e del carattere dell'impiego della International Security and Assistance Force (ISAF) in Afghanistan intervenuti dalle decisioni prese quattro anni or sono. Nella parte meridionale dell'Afghanistan le operazioni di mantenimento della pace si sono gradualmente trasformate in operazioni di repressione dei ribelli. Anche laddove i ribelli intervengono solo sporadicamente, la missione non può praticamente più essere adempiuta in modo efficace a causa delle necessarie misure di autodifesa delle truppe. Nelle regioni in cui i Talebani si stanno di nuovo rafforzando, il lavoro di ricostruzione è divenuto praticamente impossibile. In generale, lo sforzo principale dell'ISAF si concentra in misura crescente nello sviluppo del nuovo esercito afgano.

L'impiego di al massimo quattro ufficiali superiori in seno all'ISAF era stato approvato dal Parlamento nel corso della sessione estiva 2003. Le basi legali erano costituite dalla risoluzione 1386 dell'ONU del 20 dicembre 2001, completata successivamente dalla risoluzione 1510 dell'ONU del 13 ottobre 2003 che estendeva il mandato alle regioni al di fuori di Kabul. L'ISAF è stata essenzialmente incaricata di assicurare la ricostruzione del Paese. La risoluzione 1776 dell'ONU del 19 settembre 2007 ha prorogato il mandato dell'ISAF fino al 13 ottobre 2008.

Dal febbraio 2004, da due a quattro ufficiali superiori svizzeri sono distaccati all'ISAF. Attualmente due di loro sono impiegati a Kunduz in seno al team di ricostruzione (Provincial Reconstruction Team) dell'esercito tedesco. Il lavoro degli ufficiali svizzeri e del nucleo di ricognizione svizzero è molto apprezzato da tutti i partecipanti e in particolare dai partner tedeschi. Il nostro Paese trae inoltre vantaggio dallo scambio di informazioni ed esperienze della NATO riservato esclusivamente agli Stati partecipanti.


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