Minacciato un terzo delle specie fungine svizzere

Berna, 03.09.2007 - Le specie fungine notein Svizzera sono poco più di 5'000. Il 32 per cento delle circa 3'000 specie di funghi di cui si dispongono dati sufficienti per potere dare una valutazione è minacciato in modo più o meno grave. È quanto si evince dalla nuova Lista Rossa commissionata dall’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) all’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL). Sono minacciate soprattutto le specie presenti soltanto nelle paludi e nei prati e pascoli non concimati.

L’Ufficio federale dell’ambiente pubblica quest’anno la prima Lista Rossa (vedi riquadro 1) delle specie fungine minacciate. La lista tratta esclusivamente i macromiceti, ovvero funghi i cui corpi fruttiferi sono visibili a occhio nudo (più grandi di 2 mm). I micologi dell’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL) hanno stilato una lista di 937 specie minacciate, la quale non contiene soltanto specie rare come l’Hygrocybe calyptriformis (specie minacciata d’estinzione e protetta a livello nazionale), ma anche funghi più comuni come l’Amanita caesarea (specie vulnerabile) o il Laricifomes officinalis (specie vulnerabile protetta a livello nazionale).

In tutti i tipi di ambienti vi sono specie minacciate. Le specie maggiormente in pericolo sono tuttavia quelle tipiche dei prati e pascoli magri e delle paludi. Questa situazione è riconducibile alla scomparsa degli habitat caratteristici di tali specie, causata dall’intensificazione delle attività agricole, dagli interventi edili o dagli inquinanti atmosferici. La percentuale di specie minacciate è inoltre elevata anche nelle zone alpine, dove in genere le popolazioni fungine sono già molto piccole.

Legno morto quale base vitale per numerose specie di funghi di bosco

Con il 15 per cento, i funghi di bosco sono la categoria meno rappresentata nella lista. Probabilmente ciò dipende, non da ultimo, dal fatto che il bosco svizzero è sfruttato da oltre cento anni con moderazione, su parcelle piccole e secondo i principi della selvicoltura naturalistica. Tuttavia, la sopravivenza di numerose specie fungine nei boschi dipende dalla presenza di legno morto, la cui quantità è notevolmente diminuita rispetto al passato. Inoltre, determinate immissioni di inquinanti atmosferici aumentano il tenore di nutrienti nel suolo e causano problemi ai funghi micorrizici (specie che, per sopravivere, stabiliscono un rapporto simbiotico gli alberi, vedi riquadro 2).

La lista mostra con chiarezza che i funghi sono in pericolo soprattutto dove l’uomo ne distrugge l’habitat. Di conseguenza, raccomanda di conservare nel bosco una quantità maggiore di legno morto in piedi o a terra, in modo che possa fungere da nutriente per i funghi. È di vitale importanza salvaguardare i preziosi biotopi, gestire con cura il suolo boschivo e ridurre le immissioni di inquinanti atmosferici (vedi riquadro 3).

Riquadro 1: Liste Rosse, un importante strumento di protezione della natura
Le Liste Rosse sono un importante strumento di protezione della natura. Elencano le specie vegetali, animali e fungine in pericolo, rare o sensibili, come pure quelle minacciate d’estinzione, estinte o scomparse, ed evidenziano gli ambiti in cui è necessario intervenire nel quadro della protezione delle specie. La Lista Rossa è stata stilata applicando i criteri dell’Unione internazionale per la conservazione della natura e delle sue risorse (UICN).

Per tenere conto anche dello sviluppo della biodiversità, le Liste Rosse vengono aggiornate periodicamente. L’aggiornamento funge al contempo anche da controllo dei risultati delle misure volte a protegger la natura, poiché illustra come evolve il pericolo che incombe sulle diverse specie. Nelle cosiddette Liste Blu sono elencate le specie, la cui presenza negli ultimi 10 – 15 anni è aumentata o non è più regredita.

Dal 1991 le Liste Rosse sono formalmente integrate nell’ordinanza sulla protezione della natura e del paesaggio. La Concezione “Paesaggio Svizzero” dedica a tale settore due obiettivi specifici:
1. organizzare le influenze d’origine antropica sulla natura e sul paesaggio in modo tale da evitare l’inserimento di altre specie nelle Liste Rosse;
2. conservare le specie minacciate e i loro biotopi in modo che nessuna specie debba essere classificata a un livello di rischio superiore e che il numero delle specie nelle Liste Rosse possa essere ridotto dell’1 per cento.

Riquadro 2: immissioni di azoto: particolarmente dannose per i funghi micorrizici
L’apporto di ulteriori nutrienti nei suoli in origine già acidi e poveri danneggia in maniera sensibile soprattutto i cosiddetti funghi micorrizici. I funghi micorrizici sono presenti sulle radici degli alberi e, per conto di quest’ultimi, assorbono sostanze supplementari dal suolo povero di nutrienti. In cambio, gli alberi o gli arbusti forniscono ai funghi lo zucchero indispensabile alla loro sopravvivenza. Tra fungo e pianta vascolare nasce pertanto una simbiosi permanente. Questo equilibrio delicato viene notevolmente alterato dalle immissioni di sostanze, soprattutto di azoto. Ne consegue una modifica della composizione delle specie fungine: quelle altamente specializzate cedono il posto a quelle meno specializzate e la loro presenza a livello locale va progressivamente scemando.

Riquadro 3: “Andare per funghi”: vietare o autorizzare?
Come è stato recentemente accertato nell’ambito di diversi studi, la raccolta di funghi commestibili non sembra avere grossa influenza sulla riproduzione annua delle specie. Tuttavia, è invece provato che accedere al bosco nell’intento di “andare per funghi” incide significativamente sulla riproduzione del corpo fruttifero. In merito alle ripercussioni a lungo termine di tale attività sulla presenza delle spore dei funghi e sulla capacità di rigenerazione delle popolazioni fungine si sa ancora ben poco. Nei boschi colpiti da tempeste o interessati da tagli rasi su vasta scala, dove gli alberi e i funghi sono costretti formare nuovi insediamenti, è importante che le popolazioni fungine circostanti possano formare una sufficiente quantità di corpi fruttiferi. Andare per funghi in boschi stabili e intatti non causa, per contro, troppe preoccupazioni. In applicazione del principio di prevenzione, l’Ufficio federale dell’ambiente prevede pertanto le seguenti misure:

• l’introduzione di periodi di protezione cantonali e di un limite (in chilogrammi) alla quantità di funghi che può essere raccolta, per assicurare una produzione e una diffusione sufficienti delle spore;
• il coordinamento fra i Cantoni delle restrizioni adottate, per assicurare prescrizioni uniformi su vasta scala;
• l’emanazione di un divieto di raccolta in determinate zone di protezione, volto a proteggere riserve fungine preziose e habitat sensibili;
• la protezione e l’utilizzazione sostenibile dei siti che ospitano specie minacciate, per conservare e promuovere in maniera mirata singole popolazioni minacciate.


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