Nuovo studio della CFM: La naturalizzazione come privilegio

Berna, 23.05.2024 - Dal 2018, ossia dall’entrata in vigore della revisione totale della legge federale sulla cittadinanza, la naturalizzazione ordinaria è divenuta più selettiva: è cioè significamene aumentata la quota di persone naturalizzate aventi un elevato livello di qualificazione e di reddito, a fronte di un netto calo di quelle poco qualificate e meno abbienti. Questo è quanto emerge dallo studio «Naturalizzazione ordinaria in Svizzera» realizzato su incarico della Commissione federale della migrazione CFM. Secondo lo studio, la selettività che emerge dall’analisi statistica dei dati è riconducibile sia a prescrizioni legali più restrittive sia ai margini di discrezionalità che la legge sulla cittadinanza concede ai Cantoni. Sulla base di queste considerazioni, lo studio mostra anche possibili soluzioni per rendere più inclusivo il sistema di naturalizzazione.

Lo studio condotto da alcuni specialisti delle Università di Ginevra, Neuchâtel e Basilea illustra gli effetti sulla naturalizzazione ordinaria in Svizzera della legge sulla cittadinanza riveduta. Nel periodo esaminato, compreso tra il 2018 e il 2021, le domande di naturalizzazione sono state trattate contemporaneamente in base al diritto previgente e al nuovo diritto, a seconda della data in cui erano state presentate. In questi tre anni circa un terzo delle persone naturalizzate in base al diritto previgente disponeva di un diploma universitario, mentre tra le naturalizzazioni secondo il nuovo diritto questa quota è salita a due terzi. Allo stesso tempo, la quota di persone che, dopo la scuola dell'obbligo, non ha seguito altre formazioni è invece diminuita, passando dal 23,8 all'8,5 per cento.

Nuove restrizioni nella legge federale

Secondo lo studio, la maggiore selettività scaturita dall'applicazione del nuovo diritto è riconducibile alle ragioni illustrate qui di seguito.

Nel 2018 sono stati introdotti criteri più restrittivi per la naturalizzazione: in virtù delle nuove disposizioni, sono per esempio ammesse alla procedura solo le persone che vivono in Svizzera da almeno dieci anni e che possiedono un permesso di domicilio. Occorre peraltro sottolineare che lo status riconosciuto in base alla legge sugli stranieri influisce sui tempi di ottenimento del permesso di domicilio.

Per essere naturalizzate, le persone che hanno presentato domanda devono inoltre soddisfare i nuovi criteri di integrazione, tra cui rientrano un certo livello di conoscenze linguistiche e l'indipendenza economica. Questi due criteri rappresentano un ostacolo particolarmente ostico soprattutto per le persone poco qualificate e meno abbienti, sia per le difficoltà che esse hanno nell'acquisire le competenze linguistiche richieste, scritte e orali, sia perché sono più esposte all'eventualità di dover ricorrere all'aiuto sociale.

I margini di discrezionalità della legge federale comportano una disparità di trattamento

La selettività riscontrata con l'analisi statistica dei dati diverge notevolmente tra un Cantone e l'altro. Lo studio attribuisce tali discrepanze ai margini di manovra normativi e legali che la Confederazione concede ai Cantoni e di cui questi ultimi si avvalgono in modo diverso.

  1. Margini di manovra normativi: già oggi cinque Cantoni prevedono livelli di conoscenza linguistica superiori a quelli richiesti dalla legislazione federale. Inoltre, circa un terzo dei Cantoni ha inasprito i requisiti relativi al rimborso delle prestazioni sociali. Tutto ciò pregiudica le persone poco qualificate e meno abbienti.
     
  2. Margini di manovra nell'attuazione delle prescrizioni legali: conformemente al diritto cantonale, i responsabili in materia di naturalizzazione nei Comuni di domicilio dei richiedenti verificano se questi ultimi sono integrati e conoscono le condizioni di vita in Svizzera. In questo processo i Comuni godono di ampia autonomia. Anche questo fa sì che le persone altamente qualificate e benestanti risultino privilegiate.

Proposte per una legge sulla cittadinanza più inclusiva

Assodato che la nuova legge sulla cittadinanza, nettamente più restrittiva, è caratterizzata da una selettività molto marcata, lo studio riporta alcune proposte concrete per rendere il sistema di naturalizzazione più inclusivo.

Nello studio sono inoltre delineate delle strategie per dare una nuova veste al diritto sulla cittadinanza: si propone per esempio di ridurre tre a uno i livelli in cui si articola il sistema di naturalizzazione, di rendere la procedura più semplice, uniforme e trasparente per tutti e di garantire il diritto alla naturalizzazione a chi è nato e cresciuto in Svizzera. 

Dibattito a tutto campo sulla naturalizzazione

Sulla base dei risultati dello studio, la CFM raccomanda di condurre un dibattito a tutto campo sulla naturalizzazione e sulle norme che la disciplinano, coinvolgendo quindi tutti i livelli statali, le istituzioni e organizzazioni politiche e la società civile. «Le persone scarsamente qualificate oppure quelle del settore dell'asilo si vedono sempre più escluse dalla procedura di naturalizzazione. Questo perché a causa di criteri e requisiti più restrittivi non sono ammesse alla procedura», constata Manuele Bertoli, presidente della CFM. Una tendenza di questo tipo è tutt'altro che auspicabile. La CFM sostiene che l'accesso alla naturalizzazione dovrebbe essere concepito in modo tale da favorire l'integrazione intesa a livello della società nel suo insieme.


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Bettina Looser, Commissione federale della migrazione CFM, T +41 58 465 62 03, M +41 76 390 48 21, bettina.looser@ekm.admin.ch



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