Il Fondo monetario internazionale richiama l’attenzione della Svizzera sulle sfide legate alla politica di bilancio e alla stabilità finanziaria

Berna, 28.03.2024 - Al termine delle consultazioni annuali con le autorità svizzere e il settore privato, il Fondo monetario internazionale (FMI) ha pubblicato la sua valutazione preliminare. Per il 2024 prevede un moderato aumento della crescita dell’economia svizzera pari all’1,3 per cento. Grazie al freno all’indebitamento la politica di bilancio risulta equilibrata, mentre la crescente pressione dovuta alle uscite richiede misure per eliminare i deficit strutturali e garantire la copertura finanziaria della previdenza per la vecchiaia. Gli insegnamenti dell’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS devono essere tratti per rafforzare la stabilità finanziaria e il quadro normativo e prudenziale.

Secondo il FMI in Svizzera la politica di bilancio è in equilibrio, riuscendo da un lato a evitare tagli eccessivi che potrebbero mettere a rischio la ripresa economica e, dall’altro, a creare margine di manovra per futuri oneri aggiuntivi. Nel 2024 l’eccedenza di bilancio ammonta allo 0,5 per cento del prodotto interno lordo (PIL) considerando tutti i livelli statali. Tuttavia, la pressione dovuta alle uscite per la difesa, le infrastrutture e i costi aggiuntivi legati al clima e alla demografia aumenta. Grazie alle misure di sgravio previste, quest’anno la Confederazione dovrebbe essere in grado di rispettare le direttive del freno all’indebitamento. Tale strumento favorisce la riduzione del debito pubblico e garantisce una politica fiscale anticiclica, consentendo anche uscite straordinarie se necessario. Nei prossimi anni saranno necessarie ulteriori misure per eliminare i deficit strutturali a livello federale.

Il settore finanziario è solido, anche se secondo il FMI occorre prestare particolare attenzione ai rischi derivanti dal mercato degli immobili commerciali. È importante disporre di dati ufficiali concernenti il mercato degli immobili come pure di altri strumenti per ridurre preventivamente i rischi per gli istituti di credito. Le misure adottate dalle autorità in occasione dell’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS hanno rafforzato la stabilità del settore finanziario, ma sono comunque necessari ulteriori provvedimenti. Gli insegnamenti tratti da questa situazione di crisi evidenziano la necessità di rafforzare la regolamentazione, soprattutto in considerazione delle dimensioni e della complessità delle attività globali della grande banca svizzera. Le analisi effettuate dalla Banca nazionale svizzera (BNS) e dall’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) come pure il rapporto del Consiglio federale sulla valutazione della normativa «too big to fail», atteso per il mese di aprile, sono decisivi a questo proposito.

Poiché l’inflazione rientra chiaramente nella fascia di stabilità dei prezzi dello 0–2 per cento, nel mese di marzo la BNS ha, secondo il FMI, ridotto giustamente il suo tasso guida. Anche le previsioni a medio termine indicano che l’inflazione resterà fermamente stabile intorno all’1,2 per cento. La politica monetaria deve orientarsi con lungimiranza ai dati relativi all’attività economica e al contesto internazionale. Alla luce dei rischi legati al suo consistente bilancio, la BNS deve rafforzare la sua dotazione di capitale proprio e sfruttare il margine di manovra a disposizione per ridurre il bilancio.

Il FMI si è espresso anche in merito alle sfide del mercato del lavoro, per il quale è imprescindibile un numero sufficiente di lavoratori qualificati. L’occupazione, in particolare delle donne, deve essere preservata e promossa. Per raggiungere tali obiettivi e per salvaguardare sul piano finanziario il sistema pensionistico occorre considerare l’innalzamento dell’età di pensionamento. In ogni caso, dal 2026 saranno necessari ulteriori provvedimenti finanziari per poter stabilizzare a medio e lungo termine il primo pilastro per la previdenza della vecchiaia. Inoltre il FMI approva i progressi della politica climatica, contraddistinti dall’adozione della revisione della legge sul CO2, e gli sforzi compiuti nello sviluppo delle relazioni con l’estero, sia nei rapporti con l’UE sia nelle relazioni bilaterali con Stati partner.

Il monitoraggio regolare della situazione economica e finanziaria dei suoi Stati membri nel quadro della cosiddetta «consultazione ai sensi dell’articolo IV» costituisce un elemento centrale dell’attività di vigilanza del FMI sulla politica economica.


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