Secondo il Consiglio federale
vi è urgenza d'agire
Berna, 05.12.2005. Di fronte al moltiplicarsi delle attività delle
società di sicurezza private, il Consiglio federale ritiene che sia necessario
sollecitare i Cantoni ad armonizzare maggiormente le loro legislazioni.
Considerata la sua tradizione umanitaria, la Svizzera potrebbe offrire un
contributo importante confermando o precisando norme internazionali,
segnatamente nell'ambito del diritto internazionale umanitario. Questo è quanto
ha deciso il Consiglio federale in occasione della pubblicazione, avvenuta
venerdì, del rapporto sulle società di sicurezza e militari private.
Nel
rapporto, che si fonda su diversi interventi parlamentari, il Consiglio federale
sottolinea che il monopolio dell'uso della forza da parte dello Stato
rappresenta un elemento centrale dello Stato moderno. La delega a privati di
compiti di sicurezza è pertanto fortemente limitata. Anche se numerose società di sicurezza private
lavorano in modo serio e professionale, questo settore in rapida crescita può
anche attirare imprese o persone sospette. Inoltre vi sono problemi riguardanti
la legittimità e la trasparenza nei confronti dei cittadini, i quali non sono
sempre in grado di distinguere gli impiegati di una società di sicurezza privata
dai membri delle forze dell'ordine dello Stato.
Stabilire le condizioni per mandati
federali
Per quanto riguarda la
Confederazione, la delega a società di sicurezza private di compiti statali
riveste un'importanza piuttosto secondaria. Le prestazioni di queste ultime si
limitano alla protezione di edifici e altre istallazioni, al servizio
d'accoglienza e ai controlli all'entrata negli edifici della Confederazione,
così come alla protezione del trasporto e di persone. Tuttavia, il Consiglio
federale è disposto a esaminare l'opportunità di disciplinare in maniera
generale le condizioni che devono essere soddisfatte dalle società di sicurezza
private, affinché possano operare su mandato della Confederazione.
La cooperazione tra gli organi
statali e i privati funziona
I Cantoni e i Comuni delegano compiti
statali a privati in misura maggiore di quanto non faccia la Confederazione.
Numerose società di sicurezza private svolgono tradizionali compiti di controllo
a favore di privati o del settore pubblico (ad es. la sorveglianza o la guardia
a oggetti, controlli all'entrata in occasione di manifestazioni importanti). In
molti ambiti gli organi statali e le società private cooperano bene, al fine di
garantire la sicurezza e l'ordine
pubblici. Possono tuttavia sorgere problemi se privati vengono controllati da
impiegati di società di sicurezza private le cui competenze e i cui poteri
d'intervento non sono definiti chiaramente.
I Cantoni hanno già compiuto i primi
passi
I Cantoni sono competenti per la sorveglianza sulle società di sicurezza
private. Il Consiglio federale auspica normative cantonali più unitarie, poiché
le manifestazioni interregionali o internazionali assumono via via una funzione
più importante e perché, a causa degli scenari di minaccia universali, occorre
creare una rete di dispositivi di sicurezza su larga scala. Il Consiglio
federale ritiene inoltre che tutti i Cantoni debbano introdurre standard minimi
per l'ammissione o il controllo di società di sicurezza private, per evitare i
problemi legati agli offerenti poco professionali o sospetti. Per questo motivo,
invita i Cantoni ad armonizzare maggiormente le loro legislazioni. Con la
conclusione del Concordato dei Cantoni della Svizzera romanda e con la stesura
delle disposizioni modello della Conferenza dei comandanti cantonali di polizia
(CCCP) sono già stati compiuti passi in questa direzione.
Vi sono determinate società di
sicurezza private che operano in
zone di conflitto o di crisi all'estero a partire dalla Svizzera. Per questo
motivo, il Consiglio federale è disposto a esaminare l'opportunità di
assoggettare tali società all'obbligo di ottenere un'autorizzazione o
all'obbligo di registrazione.
Iniziativa internazionale
Secondo il Consiglio federale un disciplinamento a livello nazionale non
è sufficiente. Gli Stati devono adoperarsi maggiormente anche per sviluppare
standard internazionali comuni validi per le società di sicurezza e militari
private. Considerata la sua tradizione umanitaria, la Svizzera, di concerto con
il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR), potrebbe lanciare
un'iniziativa internazionale. L'obiettivo di tale iniziativa sarebbe di
promuovere il dialogo fra gli Stati, di rafforzare il rispetto del diritto
internazionale, nonché di elaborare modelli di disciplinamento nazionali e
internazionali. I primi passi in questa direzione sono già stati compiuti e per
l'anno venturo è prevista una conferenza in materia, la quale ospiterà esperti
governativi.
Per ulteriori informazioni
:
Vicedirettore Luzius Mader, Ufficio federale di giustizia,
tel. 031 / 322 41
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