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Il rapporto sulla liberalizzazione dei servizi constata un potenziale

Il rapporto sulla liberalizzazione dei servizi constata un potenziale
di crescita per la Svizzera

Il Consiglio federale ha preso atto, il 2 dicembre 2005, del rapporto
sulla liberalizzazione dei servizi. Si tratta di un rapporto elaborato
nell'ambito del pacchetto di misure del Consiglio federale in favore
della crescita. Esso confronta il livello di liberalizzazione nei
settori dei servizi in Svizzera con quello dell'UE. L'analisi degli
studi quantitativi indica a tale proposito un importante potenziale di
crescita per l'economia svizzera, che potrebbe essere sfruttato
attuando strategie di liberalizzazione efficaci nel settore dei
servizi.

Il rapporto esamina, dal punto di vista della politica interna, i
potenziali di crescita che riforme adeguate consentirebbero di
realizzare liberalizzando il settore dei servizi. Esso confronta
dapprima il livello di liberalizzazione nei settori del terziario in
Svizzera con il livello medio esistente nei 15 Stati dell'UE, quindi,
per ogni ramo economico, con le migliori strategie della
regolamentazione attuate in Europa (principio della pratica esemplare o
"best practice").

Per quanto riguarda il primo confronto, vale a dire quello con la media
dei 15 Stati dell'UE, la Svizzera registra un notevole ritardo nella
liberalizzazione dell'approvvigionamento in energia elettrica. Nei
settori dei servizi postali, delle telecomunicazioni, dei trasporti
ferroviari di persone e dei servizi assicurativi, la Svizzera denota un
lieve ritardo nella liberalizzazione rispetto alla media dei 15 Stati
dell'UE.

Se si effettua un confronto con gli Stati più liberali dell'UE in
materia di regolamentazione nel settore dei servizi, si constata che la
Svizzera registra un notevole ritardo nella liberalizzazione
dell'approvvigionamento in energia elettrica, delle telecomunicazioni,
dei servizi postali e dei trasporti ferroviari di persone. Rispetto
agli Stati che hanno ormai adottato il principio "best practice", la
Svizzera accusa un lieve ritardo nella liberalizzazione dei settori del
commercio al dettaglio e del commercio all'ingrosso, dei servizi
assicurativi, della sanità e della formazione. Per contro, il rapporto
non constata alcun ritardo della Svizzera nella liberalizzazione dei
trasporti ferroviari di merci e nel settore dei servizi alle imprese.
Nell'ambito della regolamentazione dei servizi bancari, la Svizzera
stessa può addirittura essere definita quale Paese esemplare in tal
senso.
Nel rapporto si intende, per liberalizzazione, il fatto di avvicinarsi
a un contesto regolatore che comporta un'elevata intensità della
concorrenza e quindi ulteriori vantaggi in termini di efficienza
economica e di innovazione. Contrariamente a ciò che implicherebbe
un'ottica di semplice regolamentazione, può rivelarsi necessario
procedere a ri-regolamentazioni per difendere gli interessi pubblici e
gestire le difficoltà dovute agli eccessi monopolistici.

Nell'ambito di questo rapporto è stato affidato il mandato di
effettuare tre studi quantitativi. Essi giungono alla conclusione che
soprattutto la liberalizzazione in Svizzera e, soltanto in misura
minore quella attuata nell'UE, sarà decisiva per ottenere reali
vantaggi economici nel nostro Paese. Secondo uno di questi studi, da
una liberalizzazione dei servizi occorrerebbe attendersi un
rafforzamento delle relazioni economiche e degli scambi commerciali tra
la Svizzera e l'UE. In uno scenario ottimale per la Svizzera, due altri
modelli indicano che la liberalizzazione di cinque settori dei servizi
permetterebbe di ottenere un effetto unico di crescita del 2% circa del
PIL.

Peter Balastèr, Seco, capo del settore Sviluppo economico e politica
della concorrenza,  tel. 031 322 21 18  Sven Michal, Seco,
collaboratore scientifico, settore Sviluppo economico e politica della
concorrenza,  tel. 031 324 07 92