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Comunicato stampa
 

Seduta speciale del Consiglio federale sulla politica europea
 
Nel corso della seduta speciale di mercoledí, il Consiglio federale ha fatto il punto della situazione concernente la sua politica europea e ha riaffermato il successo della via bilaterale per la difesa degli interessi della Svizzera in Europa. Il Consiglio federale ha ribadito la volontà di sostenere i nuovi Stati membri con un contributo inteso a ridurre le disparità economiche e sociali nell'UE ampliata. L'adesione all'UE è considerata come una possibile opzione a lungo termine. La domanda di adesione, in sospeso, non dev'essere ritirata. Il Consiglio federale presenterà come previsto un rapporto sulle opzioni in materia di politica europea.
 
Nella seduta speciale odierna il Consiglio federale ha confermato i seguenti principi di politica estera:
- La Svizzera basa le sue relazioni con l'Unione Europea sui suoi interessi ideali e materiali. Essa è solidale con gli Stati del continente europeo e con le loro istituzioni comuni alfine di contribuire alla costruzione di un mondo piú sicuro e piú rispettoso dei valori comuni.
- A tale scopo essa stringe con i suoi interlocutori i necessari accordi, badando tuttavia a preservare l'indipendenza, la libertà di decisione e le proprie istituzioni (federalismo, democrazia diretta, ecc.).
- La domanda di adesione del 1992 non è ritirata. L'adesione è considerata come un'opzione a termine. Il Consiglio federale respinge dunque le mozioni del gruppo UDC e del consigliere nazionale Gerold Bührer.
 
Dopo le due votazioni sugli accordi di Schengen/Dublino e sull'estensione della libera circolazione delle persone, il Consiglio federale ha fissato come prima priorità l'attuazione dei nuovi trattati. Il protocollo all'accordo sulla libera circolazione sarà ratificato in dicembre cosí da poterlo mettere in vigore all'inizio del 2006. A seconda delle possibilità si procederà allo stesso modo con gli accordi di Schengen/Dublino, in modo da permetterne l'entrata in vigore nel corso del prossimo anno.
Il Consiglio federale è del parere che la via bilaterale è pegno di successo nella politica europea della Svizzera. Si tratta in questo ambito di esaminare nuovi temi di interesse suscettibili di essere al centro di nuovi negoziati. Citiamo ad esempio l'elettricità, la partecipazione al sistema di navigazione satellitare (Galileo), il settore della sanità pubblica o ancora il riconoscimento delle denominazioni di origine controllata.
 
Il Consiglio federale ha ribattuto la volontà di sostenere i nuovi Stati membri dell'UE per mezzo di un contributo alla riduzione delle disparità economiche e sociali. L'obiettivo è di dar avvio a questa cooperazione verso la fine del 2006. L'impegno finanziario ammonta a un miliardo di franchi ripartito su cinque anni. La nuova legge sulla cooperazione con i paesi dell'est europeo, che sarà trattata dal Consiglio degli Stati durante la sessione invernale, deve servire di base legale. Questa legge sarà sottoposta a referendum facoltativo.
 
Come previsto, il Consiglio federale farà, prima della fine della legislatura, il punto della situazione e analizzerà le opzioni in materia di politica europea allo scopo di definire i suoi prossimi passi in questo settore. Il rapporto che ne scaturirà tratterà dei vantaggi e degli svantaggi di queste diverse opzioni. In risposta al postulato Stähelin il Consiglio federale prenderà in esame la proposta di un accordo quadro per meglio gestire e coordinare l'insieme degli accordi bilaterali.
 
Berna, 26 ottobre 2005
 
Informazioni :
Adrian Sollberger, Ufficio dell'integrazione DFAE/DFE, tel. 031 322 26 40