Il Consiglio federale ha
preso atto dei risultati della procedura di consultazione relativa alla legge
sull'impiego della coercizione
Berna, 26.10.2005.
La
Confederazione deve disciplinare in modo uniforme l'impiego della coercizione di
polizia in occasione del rinvio di stranieri. Nel complesso, il relativo
avamprogetto di legge è stato accolto positivamente in sede di consultazione.
Controversie sussistono in merito al campo d'applicazione e all'impiego di
dispositivi che producono elettrochoc. Mercoledì il Consiglio federale ha preso
atto dei risultati della procedura di consultazione e ha incaricato il
Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) di elaborare il relativo
messaggio.
La nuova legge sull'impiego della
coercizione intende garantire che l'eventuale impiego di coercizione di polizia
in occasione del rinvio di stranieri nei loro Paesi d'origine sia conforme al
principio della proporzionalità, ossia adeguato alle circostanze e il più
rispettoso possibile dell'integrità della persona interessata. L'avamprogetto
elenca i mezzi ausiliari e le armi ammessi o vietati e disciplina l'assistenza
medica nonché l'utilizzo di medicamenti. Tutti i Cantoni, la maggior parte dei
partiti e 15 organizzazioni sono di principio favorevoli alla creazione di una
base legale concernente l'applicazione di misure coercitive.
Il campo d'applicazione deve
essere esteso
Una chiara maggioranza degli
interpellati si è pronunciata a favore di un'estensione del campo d'applicazione
della legge sull'impiego della coercizione. Una minoranza auspica per contro che
la legge si applichi esclusivamente al rinvio di stranieri. Il Consiglio
federale ha deciso che la nuova legge si applicherà al rinvio di stranieri
nonché al trasporto coatto di persone in Svizzera su mandato delle autorità
federali. Su richiesta della Conferenza dei direttori cantonali di giustizia e
polizia (CDCGP), rinuncia a estendere il campo d'applicazione ai trasporti
intercantonali di detenuti. Per contro, la futura normativa si applicherà anche
agli organi di polizia della Confederazione (in particolare il Servizio federale
di sicurezza, la Polizia giudiziaria federale e il Corpo delle guardie di
confine).
Rinuncia all'impiego di taser
La proposta di ammettere dispositivi
che producono elettrochoc (taser) ha suscitato numerose critiche. Il Consiglio
federale rinuncia pertanto a riprendere tali dispositivi nella lista delle armi
ammesse.
Per ulteriori
informazioni:
Luzius Mader, vicedirettore dell'Ufficio federale di giustizia,
tel. 031/322 41
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