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Tre decreti del Consiglio federale sull'esportazione di materiale

Tre decreti del Consiglio federale sull'esportazione di materiale
bellico

Nella seduta odierna, il Consiglio federale ha adottato tre decreti
riguardanti l'esportazione di materiale bellico verso Iraq,
India/Pakistan e Corea del Sud; al riguardo, esso ha abilitato
l'autorità del Segretariato di Stato dell'economia (Seco) preposta al
rilascio delle autorizzazioni ad autorizzare le domande già ricevute
per questi paesi, rispettivamente, ad esprimersi positivamente sulle
domande preliminari.

Per quanto riguarda l'Iraq, 180 carri armati del tipo M113 saranno
esportati verso gli Emirati arabi uniti per un prezzo di 12 milioni di
franchi; successivamente gli Emirati arabi uniti regaleranno gli M113
al governo iracheno. L'Iraq è costantemente bersaglio di attentati
terroristici diretti principalmente contro obiettivi militari o di
polizia, ma che non risparmiano neppure strutture civili. Anche la
Svizzera ha interesse a che la situazione irachena si stabilizzi il più
rapidamente possibile. Tuttavia, ciò può avvenire solo se le forze di
sicurezza irachene, costituitesi recentemente, sono equipaggiate con
strumenti idonei a garantirne la protezione.  Utili a questo scopo,
possono essere gli M113 provenienti da scorte in eccedenza
dell'esercito svizzero e ancora in buono stato. Nella sua risoluzione
n. 1546 dell'8 giugno 2004, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni
unite ha invitato gli Stati membri dell'ONU a collaborare con il
governo iracheno alla creazione di servizi nazionali di frontiera, di
polizia e di protezione delle infrastrutture atti a garantire il
mantenimento della sicurezza e dell'ordine pubblico e a combattere il
terrorismo.  La stessa risoluzione, autorizza inoltre esplicitamente le
forniture di materiale d'armamento al governo iracheno; né la Svizzera,
né gli Emirati arabi uniti violano dunque, con l'esportazione in
questione,  misure di embargo internazionali.

Dopo gli esperimenti atomici condotti in India e Pakistan nel giugno
1998, il Consiglio federale aveva vietato l'autorizzazione di qualsiasi
nuova domanda di esportazione di materiale bellico verso questi due
Paesi. Con la decisione odierna, il Consiglio federale reintroduce la
normale procedura prevista dalla legislazione sul materiale bellico.
Come già in passato, tuttavia, resta inalterato l'obbligo di rispettare
le condizioni previste dalle pertinenti disposizioni affinché le
domande d'esportazione di materiale bellico siano autorizzate. Nella
sua decisione di principio, il Consiglio federale ha abilitato il Seco,
ovvero l'autorità preposta all'autorizzazione, alla procedura seguente:
per quanto riguarda l'India, il Seco può esprimersi positivamente sulla
domanda preliminare riguardante il rilascio di licenze per la
costruzione di cannoni da 35 mm per la difesa contraerea e la parziale
fornitura di componenti di costruzione, il tutto per un valore totale
di 300 milioni di franchi su 5 anni. Per quanto attiene al Pakistan, il
Seco può autorizzare una richiesta di mediazione con la quale si
consente ai richiedenti di negoziare un contratto con il Pakistan per
la vendita di 736 M113 (comprese le parti di ricambio). Il prezzo di
vendita, che deve ancora essere discusso, dovrebbe oscillare attorno ai
40 milioni. Questi mezzi corazzati andranno utilizzati esclusivamente
dalle truppe pakistane impiegate nelle missioni ONU in Paesi quali la
Sierra Leone, la Liberia, il Congo, il Burundi e più in là anche il
Sudan. In queste zone di crisi la protezione delle truppe ONU impiegate
è particolarmente importante. In seno alle truppe pakistane impiegate
questa protezione non poteva essere garantita nel migliore dei modi
poiché le truppe disponevano di equipaggiamenti e attrezzature
scadenti; con gli M113 in disuso, appartenenti all'esercito svizzero,
la situazione potrà essere notevolmente migliorata.

Il decreto riguardante la Corea del Sud concerne la temporanea
importazione per lavori di manutenzione e la successiva riesportazione
di 50-100 testate di missili aria-aria del tipo "Sidewinder" per un
valore massimo di 2,5 milioni di franchi. La decisione del Consiglio
federale è motivata dal fatto che questo Paese non minaccia la
sicurezza internazionale, il suo comportamento nei confronti della
comunità internazionale è costruttivo e numerosi Paesi europei già vi
esportano beni d'equipaggiamento militare. Il Consiglio federale
ritiene inoltre che nemmeno considerazioni legate al diritto di
neutralità si oppongono all'esportazione di materiale bellico: il
diritto di neutralità, infatti, si applica solo in caso di conflitto
armato fra due Stati, e fra le due Coree le ostilità sono cessate da
oltre 50 anni. A queste considerazioni si aggiunge il fatto che le armi
in questione sono già di proprietà della Corea del Sud e vengono
importate in Svizzera, e successivamente riesportate, solo per ragioni
di manutenzione. Non da ultimo, questo mandato consente all'azienda
coinvolta di preservare e utilizzare il know-how acquisito nel settore
della manutenzione dei missili teleguidati Sidewinder, utilizzati anche
dall'esercito svizzero. In questo modo si soddisfa altresì lo scopo
iscritto nell'articolo 1 della legge federale sul materiale bellico che
consiste nel mantenere, in Svizzera, una capacità industriale adeguata
alle esigenze della sua difesa nazionale.

Othmar Wyss, Seco, Relazioni economiche bilaterali, tel. 031 324 09 16