Il Consiglio federale prende
atto dell'esito della procedura di consultazione. Rimane da definire l'ulteriore
procedimento
Berna, 11.03.2005. Il
Consiglio federale intende aspettare la decisione sull'approvazione e
l'applicazione dell'Accordo di Schengen prima di proseguire i lavori di
revisione della legge sulle armi. Deciderà successivamente se e in quale misura
portare avanti la revisione.
L'applicazione
della direttiva di Schengen relativa al controllo dell'acquisizione e della
detenzione di armi, che è parte integrante degli accordi bilaterali fra la
Svizzera e l'Unione europea (bilaterali bis), coincide con alcuni importanti
obiettivi dell'avamprogetto di revisione.
Rimane per il
momento da chiarire se e in quale misura la revisione della legge sulle armi
sarà portata avanti dopo la decisione sugli accordi bilaterali bis. Essa sarà
eventualmente adattata quando si conoscerà l'esito definitivo della decisione su
Schengen.
Analisi dei risultati della
consultazione
I risultati della procedura
di consultazione effettuata in due tappe nell'ambito della revisione
della legge sulle armi sono stati analizzati. Circa 1400 partecipanti si sono
espressi in maniera talvolta controversa sulle novità proposte e sull'idea di un
registro nazionale delle armi da fuoco.
Parte dei partiti politici e dei
Cantoni sono in sostanza favorevoli all'avamprogetto. Per contro, i tiratori e i
collezionisti di armi, il Partito liberale radicale (PLR), l'Unione democratica
di centro (UDC), l'Unione democratica federale (UDF) e i Cantoni di Appenzello
Interno e Glarona respingono l'avamprogetto.
Le critiche sono incentrate
soprattutto sul trasferimento alla Confederazione delle competenze di accordare
permessi e di emanare istruzioni nonché sul divieto di alcuni tipi di
armi.
Compatibilità con
Schengen
Le esigenze a livello nazionale in
merito all'adeguamento della legge sulle armi coincidono con condizioni
importanti poste dalla direttiva di Schengen sulle armi. L'obbligo del permesso
di acquisto di armi ad esempio non si applicherebbe soltanto all'acquisto presso
un commerciante specializzato, ma anche a quello tra
privati.
Per alcuni tipi di armi (armi per il
tiro a raffica, lanciagranate, armi da fuoco che simulano oggetti d'uso
corrente) sarebbe introdotto un divieto di possesso. Il commercio di armi da
fuoco sarebbe consentito soltanto per le armi con un contrassegno individuale,
onde facilitare la ricostruzione del percorso dell'arma di un
reato.
Permangono
lacune
Nonostante l'applicazione
dell'Accordo di Schengen, resta necessaria una base legale affinché le autorità
civili e quelle militari possano scambiarsi informazioni sulla consegna di armi.
Inoltre l'Accordo di Schengen non
contempla le soft air gun e le
imitazioni di armi, per cui le restrizioni in merito all'acquisto e al porto
andrebbero disciplinate nell'ambito di una revisione separata. Anche l'ufficio
nazionale per la valutazione delle tracce di armi da fuoco, di cui i Cantoni
richiedono l'istituzione, rimarrebbe privo di una base
legale.
Per ulteriori
informazioni:
Jürg Siegfried Bühler, fedpol,
Servizio di analisi e prevenzione, tel. 031 322 36
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