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I bilaterali II e le ripercussioni sui controlli al confine

COMUNICATO STAMPA

I bilaterali II e le ripercussioni sui controlli al confine

04 feb 2005 (AFD) Ogni giorno entrano in Svizzera più di 600'000 persone.
Già oggi i controlli sono dunque possibili solo a scandaglio. Ciò significa
che non si può parlare di controlli "sistematici". Attualmente il Cgcf
impiega circa il 40 percento delle sue forze in modo mobile nella zona di
confine. Si collabora inoltre strettamente con i corpi di polizia cantonali.
Anche con Schengen la sovranità dei cantoni in materia di polizia resta
invariata. I cantoni continueranno quindi a disciplinare l'impiego del Cgcf
nel loro territorio mediante un accordo con l'amministrazione delle dogane.

Schengen: nessuna modifica fondamentale per quanto concerne i controlli da
parte del Corpo delle guardie di confine

Nel traffico viaggiatori i controlli delle merci e delle persone
continueranno ad essere effettuati come sinora dal Corpo delle guardie di
confine. Tale situazione non subirà modifiche con la sottoscrizione dell'
accordo di Schengen. Esso non consente i controlli sistematici delle
persone, ovvero solo in base al fatto che esse varcano il confine. Ciò non
comporta tuttavia alcuna modifica fondamentale dello status quo dei
controlli al confine. Per motivi di sicurezza è indispensabile che prima di
un controllo della merce, ad esempio prima di aprire un bagagliaio, possa
essere accertata l'identità di una persona. Sono inoltre possibili controlli
anche alla frontiera se sussiste un sufficiente sospetto iniziale della
polizia.

Secondo il decreto federale di dicembre 2004 in caso di adesione della
Svizzera a Schengen non vi sarebbe alcuna ulteriore riduzione del personale
del Cgcf.

Nessuna condizione per i controlli all'interno del paese

Schengen non pone alcuna condizione per quanto riguarda i controlli nella
zona di confine o all'interno del paese. La Svizzera può decidere
autonomamente in merito alla quantità e all'organizzazione dei controlli.
Schengen prevede inoltre che in situazioni eccezionali (ad esempio in occasi
one di grandi manifestazioni particolarmente pericolose) i controlli
sistematici delle persone vengano temporaneamente reintrodotti. Oltre a ciò,
con la sottoscrizione dell'accordo il confine svizzero non costituirebbe più
un confine esterno dell'UE, almeno per quanto concerne i controlli delle
persone. I paesi limitrofi non avrebbero più alcun motivo di rafforzare i
controlli all'uscita dalla Svizzera.

Le installazioni doganali restano

Le infrastrutture presso i valichi di confine non vengono eliminate, le
installazioni doganali restano, così come le banche di dati del Cgcf. Presso
di esse verrebbe inoltre attivato il sistema informativo europeo di Schengen
(SIS). Per tale motivo e grazie ai possibili controlli delle persone il Cgcf
prevede un aumento della sicurezza in Svizzera in caso di sottoscrizione
dell'accordo. Il Corpo delle guardie di confine parte dal presupposto che i
buoni risultati del passato potranno essere raggiunti anche con Schengen. Lo
scorso anno il Cgcf ha consegnato circa 35'000 persone alla polizia, 7'000
delle quali avevano tentato di entrare illegalmente in Svizzera. Per quanto
concerne gli stupefacenti sono state sequestrate delle quantità record di
cocaina (270 chilogrammi) ed eroina (100 chilogrammi).

Servizio civile: più traffico, più merci, meno personale

Nonostante gli accordi bilaterali la Svizzera non costituirà un'unione
doganale con l'UE. I controlli delle merci al confine devono ancora essere
effettuati. Nel traffico commerciale essi competono al servizio civile. Il
flusso transfrontaliero delle merci e il relativo traffico sono notevolmente
aumentati negli ultimi anni. Solamente nella regione di Basilea in 20 anni
il traffico pesante è raddoppiato. Dal 1990 al 2004 il numero degli
sdoganamenti è passato da 15 ad oltre 24 milioni. Nello stesso periodo è
stata rilevata anche una crescita delle entrate (da 7 a circa 19 miliardi di
franchi). Tutto ciò nonostante l'effettivo di personale sia rimasto più o
meno immutato. In futuro la situazione potrebbe inasprirsi in quanto si
prevede che il traffico aumenterà ulteriormente. Già oggi le capacità sono
state ampiamente superate, soprattutto presso i grandi valichi di confine,
come dimostrano tra l'altro le colonne che si formano presso di essi.

L'economia richiede un ampliamento - la dogana deve risparmiare

Già da parecchio tempo l'economia chiede un ampliamento delle infrastrutture
al confine ed un aumento del personale al fine di garantire un passaggio del
confine senza intralci. A causa delle misure di risparmio della
Confederazione la dogana è però costretta a ridurre il personale di quasi il
dieci percento tra il 2003 e il 2008. Ciò si ripercuoterà anche sull'
economia. Grazie a diversi provvedimenti la dogana tenta di ridurre
ulteriormente il tempo di attesa degli autocarri al confine, ad esempio
mediante un progetto che permette ai conducenti di sbrigare le formalità di
transito senza scendere dal veicolo.

Da circa un anno e mezzo è inoltre in funzione uno scanner mobile che
consente di effettuare i controlli in modo più rapido ed efficiente. Una
maggiore razionalizzazione è possibile soprattutto grazie all'EED. In futuro
il traffico delle merci commerciabili dovrà essere sbrigato perlopiù
elettronicamente. Si sta verificando la possibilità di introdurre l'obbligo
della dichiarazione doganale elettronica. La dogana cerca inoltre di
ridimensionare la congestione del traffico presso le infrastrutture al
confine per mezzo di provvedimenti edili e organizzativi.

Informazioni per i giornalisti:
Rudolf Dietrich, Direttore generale delle dogane, tel. 031/322 65 01
Jürg Noth, capo del Cgcf, tel. 031/322 65 35

Il presente comunicato stampa ed ulteriori documenti possono essere
scaricati all'indirizzo Internet
http://www.zoll.admin.ch/i/medien/2005/ezv-zahlen-i.zip

Amministrazione federale delle dogane AFD
Direzione generale delle dogane
Monbijoustrasse 40
CH-3003 Berna
http://www.dogana.admin.ch