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Berna, 27.10.2004. Nella sua seduta odierna il Consiglio federale ha trattato la questione dell'assetto del sistema di sicurezza in caso di adesione a Schengen e Dublino. In accordo con i Cantoni, si è espresso a favore di una stretta collaborazione tra i corpi di polizia cantonali e il Corpo delle guardie di confine.

 

Nella sua decisione il Consiglio federale si è basato sul rapporto di approfondimento che il Consiglio federale e la Conferenza dei direttori cantonali di giustizia e polizia (CDCGP) avevano commissionato nella scorsa primavera. Il Consiglio federale ha deciso che la sovranità cantonale in materia di polizia deve permanere intatta. I particolari della collaborazione tra il Corpo delle guardie di confine e i singoli Cantoni dovranno essere fissati mediante accordi specifici. In questo modo la decisione del Consiglio federale corrisponde alla prassi già attualmente adottata.

 

Uno dei compiti di USIS

La questione dell'assetto futuro del sistema di sicurezza della Svizzera nel caso di un'adesione a Schengen e Dublino, era stata trattata in seno al progetto USIS (Esame del sistema di sicurezza interna della Svizzera), ora concluso, sotto la direzione comune del capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) e del presidente della CDCGP.

 

In occasione della seduta plenaria straordinaria del 20 febbraio 2004 la CDCGP ha deciso di approfondire diverse varianti. Il corrispondente rapporto di approfondimento del 15 giugno 2004 giunge alle seguenti conclusioni:

 

-       Attualmente i controlli del Corpo delle guardie di confine ai valichi e nelle regioni di frontiera si limitano a sondaggi selettivi e commisurati alla situazione. In caso di adesione della Svizzera a Schengen e Dublino, il controllo delle merci alla dogana deve essere mantenuto, poiché la Svizzera non forma un'unione doganale con l'UE.

 

-       La convenzione di applicazione dell'Accordo di Schengen non consente tuttavia di effettuare, indipendentemente da sospetti, controlli sistematici delle persone alla frontiera, motivati dal solo fatto che esse oltrepassino il confine. È invece possibile in ogni momento effettuare al confine i controlli delle persone per ragioni di sicurezza e di polizia giudiziaria, se sussistono indizi di polizia sufficienti. A dipendenza della situazione in materia di sicurezza, la reintroduzione dei controlli delle persone al confine può essere ordinata e deve quindi essere possibile anche in futuro.

 

-       All'interno del territorio svizzero il trattato di Schengen non prevede alcuna limitazione per i controlli delle persone o per l'attuazione di misure sostitutive nazionali. Ogni Stato membro di Schengen è libero nell'elaborazione del tipo e della portata di tali misure, dal momento che la sovranità in materia di polizia rimane interamente di competenza degli Stati membri.

 

Il piano ora varato, concernente i compiti in materia di polizia di sicurezza nell'ambito delle misure sostitutive nazionali, permette la realizzazione di un sistema di sicurezza esente da spese aggiuntive, integrabile con flessibilità nel sistema attuale e che non rende necessario alcun adeguamento legislativo.

 

 

Ulteriori informazioni:

Guido Balmer, Servizio stampa fedpol, tel. 031 324 13 91

 

I rapporti USIS IV e “Sistema di sicurezza della Svizzera con Schengen/Dublino, approfondimento del 15 giugno 2004 della variante combinata e della variante Cantoni di USIS IV” si possono scaricare, in tedesco o francese, da www.usis.ch oppure ordinare presso info@usis.ch.