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Accordo di Schengen: ripercussioni sui controlli al confine svizzero


COMUNICATO STAMPA

Accordo di Schengen: ripercussioni sui controlli al confine svizzero

21 giu 2004 (DFF) La conclusione politica delle trattative concernenti
l'adesione della Svizzera all'accordo di Schengen ha dato l'avvio ad una
discussione pubblica concernente i controlli al confine. Il Dipartimento
federale delle finanze e la Direzione generale delle dogane evidenziano le
ripercussioni che l'accordo di Schengen avrebbe su tali controlli. Non si
prevedono modifiche fondamentali per quanto concerne i controlli al confine.
Il rafforzamento della collaborazione internazionale e l'allacciamento al
sistema informativo di Schengen (SIS), combinati con i controlli ancora
possibili, porteranno ad una maggiore sicurezza interna della Svizzera.

Le ripercussioni dell'accordo di Schengen sui controlli al confine in
Svizzera sono enumerati qui appresso.

1. La Svizzera dovrà continuare ad effettuare controlli al confine
(controlli delle merci), poiché Schengen e i Bilaterali II non comportano
un'unione doganale con l'UE.

2. Ogni giorno entrano in Svizzera più di 650'000 persone e 300'000 veicoli,
utilizzando più di cento strade e sentieri. Già oggi i controlli sono dunque
possibili solo a scandaglio. Essi si fondano su analisi dei rischi
sistematiche. Per motivi tattici, già oggi circa il 40 per cento delle forze
del Corpo delle guardie di confine (Cgcf) è impiegato mobilmente nella zona
di confine. Con Schengen vi saranno poche modifiche a tale situazione.

3. Schengen non consente controlli sistematici delle persone solo in base al
fatto che esse varcano il confine. Sono invece possibili controlli anche
alla frontiera se sussiste un sufficiente sospetto iniziale della polizia.

4. Per motivi di sicurezza è indispensabile che prima di un controllo della
merce, ad esempio prima di aprire un bagagliaio, possa essere accertata
l'identità di una persona.

5. Schengen prevede che in situazioni particolari (ad esempio in occasione
di grandi manifestazioni particolarmente pericolose) i controlli sistematici
 delle persone vengano temporaneamente reintrodotti.

6. Schengen non pone alcuna condizione per quanto riguarda i controlli nella
zona di confine o all'interno del Paese. La Svizzera può stabilire
autonomamente in merito alla quantità e all'organizzazione dei controlli. La
ripartizione dei compiti tra la Confederazione e i Cantoni dovrà essere
fissata nell'ambito del progetto USIS.

7. Oltre ai compiti doganali, già oggi il Cgcf svolge compiti di polizia
degli stranieri e, d'intesa con i Cantoni, di polizia di sicurezza. Ciò
assicura la protezione necessaria del personale doganale e rappresenta
soprattutto una soluzione economica ed efficiente. Anche con Schengen, il
Cgcf può continuare a realizzare le stesse sinergie tra controlli doganali e
di polizia.

8. Soprattutto l'accesso al sistema informativo di Schengen (SIS) apporterà
dei miglioramenti nel campo della sicurezza. In tal modo la polizia e il
Corpo delle guardie di confine avrebbero accesso a banche di dati europee
per la ricerca e non solamente a quelle svizzere, come avviene attualmente.

9. Con l'adesione della Svizzera all'accordo di Schengen, il confine
svizzero non rappresenterà più per l'UE un confine esterno. I Paesi
limitrofi non dovranno aumentare il numero di controlli all'uscita dalla
Svizzera. Il facile passaggio della frontiera, necessario per la nostra
economia, continua ad essere garantito.

Conclusione
Schengen non apporta alcuna modifica fondamentale allo status quo
nell'ambito dei controlli al confine. Per contro, una partecipazione a
Schengen/Dublino eviterà che i Paesi limitrofi pregiudichino il traffico
transfrontaliero dei viaggiatori con controlli sistematici delle persone. Il
rafforzamento della collaborazione internazionale e l'allacciamento al
sistema informativo di Schengen (SIS), combinati con i controlli ancora
possibili da parte del Cgcf, porteranno ad una maggiore sicurezza interna
della Svizzera.

Informazioni per i giornalisti:
Rudolf Dietrich, Direttore generale delle dogane, tel. 031/322 65 01

Dipartimento federale delle finanze DFF
Comunicazione
CH-3003 Berna
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