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Il Consiglio federale intende proseguire con l'aiuto all'Est

DIPARTIMENTO FEDERALE DEGLI AFFARI ESTERI
DIPARTIMENTO FEDERALE DELL'ECONOMIA

Berna, 1 aprile 2004

Comunicato stampa

Il Consiglio federale intende proseguire con l'aiuto all'Est

Malgrado i progressi delle riforme, nell'Europa orientale la transizione
politica ed economica non è ancora conclusa. Per sostenere il cambiamento di
sistema tuttora incompiuto e approfondire le riforme democratiche nell'
Europa orientale il Consiglio federale raccomanda, nella sua seduta del 31
marzo, di accettare il IV credito di programma per l'Est, dell'importo di
800 milioni di franchi svizzeri. La Confederazione fornisce così un
contributo sostanziale alla sicurezza ed alla stabilità in Europa. Inoltre,
si presenta la necessità di adeguare alle odierne circostanze e di
trasformare in legge federale il decreto federale del 24 marzo 1995 sulla
cooperazione con gli Stati dell'Europa dell'Est.

La Svizzera incoraggia uno sviluppo pacifico e sostenibile nell'Europa
orientale. Con il IV credito di programma, previsto per il periodo
2005-2008, la Confederazione vuole dotarsi di mezzi per proseguire e
potenziare la cooperazione tecnica e finanziaria con l'Europa orientale. L'
obiettivo è quello di promuovere la transizione verso sistemi democratici e
pluralistici, nonché di rafforzare uno sviluppo economico e sociale basato
sui principi dell'economia di mercato. Mentre gli Stati centroeuropei e
baltici concluderanno questo processo con la prossima adesione all'UE, nei
paesi dell'Europa sudorientale e della CSI esso è ancora in atto. Frenati
nel loro sviluppo da guerre civili, conflitti transfrontalieri e immani
problemi strutturali, questi paesi denotano un reddito pro capite che si
situa oggi sotto il livello raggiunto nel 1990.

Nel periodo coperto dal prossimo credito, al centro dell'attenzione si
troveranno le riforme strutturali e sociali. Sul piano dei contenuti, la DSC
(Direzione dello sviluppo e della cooperazione) ed il seco (Segretariato di
Stato dell'economia), che sono incaricati dell'attuazione operativa degli
aiuti all'Est, fissano ulteriori priorità nei settori della buona gestione
degli affari pubblici (governance), delle riforme economiche e dello
sviluppo dei redditi, nonché delle infrastrutture e della gestione
parsimoniosa delle risorse naturali. Una particolare attenzione sarà
prestata anche al coinvolgimento della cittadinanza a tutti i livelli dei
processi decisionali politici ed economici.

Le priorità scelte dalla DSC e dal seco corrispondono sia alle sfide
primarie che si presentano sul posto, sia alle specifiche competenze
svizzere. Sul piano geografico i programmi si concentrano sui paesi dell'
Europa sudorientale e della CSI, in particolare sugli stati del Caucaso
meridionale e dell'Asia centrale, dove il bisogno di riforme appare
maggiore. La ripartizione fra Balcani (circa 70 %) e CSI (30 %) sin qui
praticata dovrebbe rimanere inalterata.

L'aiuto ai paesi dell'Est si è finora basato sul decreto federale del 24
marzo 1995, la cui validità è però limitata nel tempo. Affinché la
Confederazione possa proseguire la cooperazione con gli Stati dell'Europa
orientale è necessario prolungare nel tempo la base legale esistente e
trasformarla in una legge federale. La legge federale sollecitata si limita
ad apporre alcune modifiche dettate dalle odierne circostanze e il suo
periodo di validità sarebbe nuovamente limitato a dieci anni. Il progetto di
legge disciplina le misure richieste da una maggiore cooperazione con gli
Stati dell'Europa orientale e della CSI, stabilendone i principi e il
finanziamento.

L'aiuto svizzero ai paesi dell'Est rispetta il principio della
sostenibilità. Esso fornisce un contributo alla sicurezza politica,
economica e sociale nei paesi in transizione, non da ultimo anche in vista
della creazione di futuri sbocchi di mercato per l'industria svizzera d'
esportazione. Di fronte al potenziale di conflitti, ai movimenti migratori e
alla criminalità organizzata, questo investimento nella stabilità, nella
sicurezza e nel benessere dell'Europa orientale tornerà di certo utile anche
alla Svizzera.