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Nessun perseguimento penale nei confronti dei parlamentari italiani

Il Consiglio federale ha deciso di non autorizzare l'apertura di un procedimento penale nei confronti dei due parlamentari italiani e degli altri membri della delegazione che l’8 maggio scorso aveva tentato di ottenere dei documenti presso l’Ufficio esecuzioni e fallimenti di Lugano.

Il Consiglio federale ha dunque chiesto al Ministero pubblico della Confederazione di chiudere la procedura avviata in applicazione dell’articolo 271 del Codice penale relativo ad atti compiuti senza autorizzazione per conto di uno Stato estero.

Il Consiglio federale ritiene che gli atti compiuti dalla delegazione italiana violino la sovranità e l’integrità territoriale della Svizzera e come tali siano inaccettabili. È dunque indispensabile fare in modo che simili fatti non possano ripetersi.

Tale obiettivo può essere raggiunto mediante un procedimento penale basato sull’articolo 271 del Codice penale, come proponeva il Ministero pubblico, ma è anche possibile tutelare la sovranità svizzera tramite iniziative di carattere politico e diplomatico.

Nel caso in esame – per altro di rilevanza limitata dal profilo penale a giudizio del Ministero pubblico della Confederazione – va notato che le autorità svizzere implicate sono intervenute con determinazione. I membri della delegazione italiana sono stati arrestati, detenuti e interrogati. Tramite il suo ambasciatore a Roma, la Svizzera ha inoltre protestato presso il ministero di giustizia italiano, che si è dichiarato desolato.

Il Consiglio federale rileva con soddisfazione che in seguito alle misure prese dalla Svizzera, le autorità italiane hanno presentato una domanda d’assistenza giudiziaria affatto legale, che per altro è stata accettata. Le autorità italiane hanno dunque tratto insegnamento dal loro precedente comportamento inadeguato.

La fermezza dimostrata dalla Svizzera in questo frangente eviterà che il comportamento della delegazione italiana possa costituire un precedente.

In simili circostanze, il Consiglio federale ritiene inopportuna l’apertura di un’azione penale.

Il portavoce del Consiglio federale

Achille Casanova

Vicecancelliere

Berna, 2 luglio 2003