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Concimare con i fanghi di depurazione sarà vietato

COMUNICATO STAMPA

Concimare con i fanghi di depurazione sarà vietato

Utilizzare i fanghi di depurazione come concimi non sarà più possibile. Essi
dovranno in futuro essere inceneriti nel rispetto dell'ambiente. Il
Consiglio federale ha modificato in tal senso l'ordinanza sulle sostanze, il
cui nuovo testo entrerà in vigore il 1° maggio 2003. Il divieto verrà
introdotto gradualmente: sui campi coltivati a foraggio o a ortaggi sarà
vietato concimare con fanghi di depurazione già a partire dal prossimo mese
di maggio. Per le restanti superfici concimabili è previsto un periodo di
transizione che durerà al massimo fino a giugno 2006 e, nei singoli casi,
potrà essere prolungato dai Cantoni fino al 2008. Con la sua decisione, il
Consiglio federale applica il principio di precauzione nei settori della
protezione del suolo e della tutela della salute.

I fanghi di depurazione non contengono solamente sostanze nutritive per le
piante, come il fosforo e l'azoto, ma anche tutta una serie di inquinanti e
di agenti patogeni derivanti dalle attività industriali e artigianali e
dagli scarichi domestici. Per questo il settore agricolo tende oggi sempre
più a respingere l'utilizzazione di tali fanghi come concimi. Gli
agricoltori temono in particolare possibili conseguenze negative quali il
danneggiamento irreversibile del suolo, l'insorgenza di rischi per la salute
e la compromissione della qualità dei generi alimentari.

Pertanto, il Consiglio federale vieta la concimazione con fanghi di
depurazione, sebbene in tal modo venga interrotto un ciclo di sostanze
nutritive di per sé utile. Il principio di precauzione, colonna portante del
diritto ambientale e del diritto sanitario, sancisce infatti la necessità di
limitare in maniera tempestiva qualsiasi effetto dannoso, o comunque
negativo, sull'ambiente, anche in assenza di prove scientifiche definitive
al riguardo.

Periodi di transizione e deroghe al divieto

Per quanto riguarda i campi coltivati a foraggio o a ortaggi, il divieto di
utilizzazione dei fanghi di depurazione entrerà in vigore già il 1° maggio
prossimo, in quanto è proprio in questi settori che potrebbero insorgere i
maggiori rischi per la salute dell'uomo e degli animali. Per tutte le altre
superfici concimabili le nuove disposizioni saranno invece valide solo a
partire dal 2006. I Cantoni potranno prorogare tale termine al massimo fino
all'autunno del 2008. Restano esclusi dal divieto gli impianti di
depurazione molto piccoli situati in regioni isolate. In tali zone, infatti,
i fanghi contengono generalmente meno sostanze problematiche ed un loro
trasferimento in impianti di depurazione più grandi non risulta conveniente.

Già oggi il 60% dei fanghi di depurazione viene smaltito come materiale di
rifiuto. A partire dal 2006 anche il restante 40%, pari a circa 80.000
tonnellate supplementari all'anno, dovrà essere incenerito. I costi
aggiuntivi non supereranno, secondo le stime effettuate, i 40 milioni di
franchi. Si tratta, inoltre, di costi ai quali, fra alcuni anni, si sarebbe
dovuto comunque far fronte. Anche senza divieto, infatti, l'impiego dei
fanghi di depurazione come concimi avrebbe ugualmente registrato una
progressiva diminuzione. Il divieto di utilizzazione di detti fanghi
permette quindi, fra l'altro, ai Cantoni ed alle associazioni del settore
degli impianti di depurazione di effettuare una pianificazione affidabile a
lungo termine.

Durante la procedura di consultazione il divieto di utilizzazione dei fanghi
di depurazione come concimi era stato accolto da un ampio consenso. La
maggior parte dei Cantoni, le associazioni agricole ed economiche e le
organizzazioni ambientaliste avevano infatti prevalentemente espresso parere
favorevole al riguardo. Contro il divieto si era invece schierata in
particolare l'Associazione per l'utilizzazione sostenibile delle risorse
economiche (ALUSE), la quale è stata appositamente fondata nel maggio del
2002 e raggruppa in prevalenza gestori di impianti di depurazione di piccole
e medie dimensioni.

Berna, 26 marzo 2003

      DATEC         Dipartimento federale dell'ambiente,
      dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni

      Servizio stampa

Informazioni:

Georg Karlaganis, capo della divisione Sostanze, suolo, biotecnologia,
UFAFP, 079 415 99 62

Hans-Peter Fahrni, capo della divisione Rifiuti, UFAFP,  031 322 93 80

Michel Carrard, divisione Protezione delle acque e pesca, UFAFP, 031 324 77
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Allegati:

Scheda tecnica sui fanghi di depurazione

Testo dell'ordinanza

Rapporto sui risultati della consultazione

      Sì ai concimi ottenuti dal riciclaggio. Ma solo composto e digestato.
      Vietare l'utilizzazione dei fanghi di depurazione non significa
abolire del tutto i concimi ottenuti dal riciclaggio. Occorre tuttavia
migliorarne la qualità, e in particolare quella del composto e del
digestato, affinché essi possano essere impiegati senza rischi in
agricoltura come fertilizzanti o come ammendanti del terreno. A differenza
dei fanghi di depurazione, il composto possiede delle caratteristiche
specifiche che lo rendono particolarmente adatto all'utilizzo come concime.
Esso deriva infatti da materiale vegetale e, contrariamente ai fanghi, non
contiene sostanze inquinanti provenienti dalle acque di scarico.

      Pertanto, al fine di migliorare la qualità del composto,
l'Associazione svizzera delle aziende di compostaggio (ASAC), in
collaborazione con l'UFAFP, con l'Ufficio federale dell'agricoltura (UFAG),
con i servizi cantonali specializzati in materia di ambiente, con gli
istituti di ricerca e con il settore agricolo, intende creare un ispettorato
di controllo che comprenda tutte le diverse branche interessate. In tal modo
si dovrebbe almeno garantire  il rispetto, da parte di tutti i 300 impianti
di compostaggio svizzeri, delle prescrizioni minime in materia di qualità.

      Riguardo all'utilizzazione del composto in agricoltura, in orticoltura
e nelle colture coperte, l'ASAC ha inoltre elaborato criteri qualitativi più
ampi, che i membri dell'associazione si sono impegnati a rispettare.

      Infine, parallelamente a tali attività, sono in corso a livello
federale due progetti di ricerca, i quali, da un lato, analizzano in modo
approfondito il possibile impatto ambientale dei concimi ricavati dal
composto e, dall'altro, si propongono di dimostrare gli effetti positivi di
questi ultimi sul suolo e sulla sua coltivazione.