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Conferenza CITES a Santiago

COMMUNIQUE DE PRESSE / Berna, le 16.10.2002

Conferenza CITES a Santiago

Dal 3 al 15 novembre 2002 si terrà a Santiago del Cile la dodicesima
sessione ordinaria della Conferenza degli Stati Parte alla Convenzione
sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di
estinzione (CITES). Il programma prevede, fra l'altro, più di 50
proposte di modifica degli allegati della Convenzione, nei quali sono
iscritte le specie animali e vegetali protette. Il Consiglio federale
ha confermato oggi la posizione della Svizzera.

La Convenzione CITES, in vigore dal 1° luglio 1975, è oggi applicata
in 160 Paesi. Essa è intesa a disciplinare il commercio internazionale
delle specie animali e vegetali selvatiche e dei loro prodotti in modo
da impedire l'estinzione delle specie minacciate. La posizione della
Svizzera è dettata dal principio della conservazione e dello
sfruttamento sostenibile. I principi della Convenzione come anche i
criteri adottati nell'ambito della 9a Conferenza CITES del 1994 sono
determinanti per l'approvazione o il rifiuto di una proposta. Le
proposte che non adempiono tali criteri, che non sono giustificate da
un punto di vista scientifico o che si fondano su considerazioni di
carattere unicamente emozionale non possono essere sostenute. Lo
stesso dicasi delle proposte la cui applicazione rischia di presentare
problemi eccessivi e/o che fungono da pretesto per indurre la comunità
internazionale a risolvere le lacune nell'applicazione a livello
nazionale. La Svizzera approverà in linea di principio tutte le
proposte che risultano dal riesame periodico degli allegati da parte
del comitato competente. D'altra parte, rifiuterà come regola generale
le proposte depositate senza che siano stati consultati gli Stati sul
cui territorio vive la specie interessata, o respinte da questi
ultimi.

Il Botswana, la Namibia e lo Zimbabwe nonché il Sudafrica (per la sola
popolazione del parco nazionale Kruger) hanno inoltrato proposte
relative alla gestione delle loro popolazioni di elefanti africani
iscritte nell'allegato II della Convenzione. Si tratta di autorizzare,
a precise condizioni e sotto stretto controllo, un commercio limitato
e canalizzato di avorio e delle pelli di animali eliminati nell'ambito
della gestione di queste popolazioni. I principali beneficiari di
queste esportazioni saranno le organizzazioni per la protezione della
natura e la popolazione indigena. Inoltre, il Botswana, la Namibia,
come già lo Zimbabwe, auspicano la ripresa delle transazioni non
commerciali aventi per oggetto sculture in avorio (ad es. souvenir per
turisti). La delegazione approverà per principio tali proposte. Dovrà
però avere la certezza che le misure di controllo siano sufficienti,
in particolare per quanto riguarda l'industria di trasformazione
dell'avorio e le esportazioni di avorio lavorato e che siano garantite
a lungo termine, soprattutto nel caso dello Zimbabwe. La delegazione
attenderà inoltre i risultati dell'incontro degli Stati sul cui
territorio vive la specie interessata e terrà conto dei loro pareri.

Si prevede invece di rifiutare la proposta dell'India e del Kenya di
inserire nuovamente in modo generale l'elefante africano nell'allegato
I e di annullare di pari passo le decisioni prese nel 1997. A motivare
questo rifiuto è, non da ultimo, il fatto che spetterebbe per
principio alla Svizzera, Paese depositario, chiedere l'abrogazione di
decisioni anteriori. La Svizzera non ha però ricevuto dal Comitato
permanente alcun mandato in tal senso.

Il Giappone ha proposto il declassamento dall'allegato I all'allegato
II della popolazione di balenottere rostrate dell'emisfero Nord nonché
della popolazione di balene di Bryde del Pacifico nord-occidentale, e
ha corredato la sua proposta di una serie di rigide condizioni
limitative supplementari. Tali proposte soddisfano effettivamente i
criteri biologici di un declassamento (soprattutto per quanto concerne
la popolazione di balenottere rostrate e i criteri richiesti in
funzione del "principio di precauzione". Tenuto conto della
situazione, il potenziale commerciale è giudicato modesto, e in ogni
caso non più elevato di quello attuale. Di conseguenza - se non
sopravverranno fatti nuovi - la delegazione approverà il
declassamento, non senza rammentare che esiste già una decisione degli
Stati Parte alla CITES secondo cui non è permesso mettere in commercio
esemplari delle popolazioni la cui caccia non è ammessa dalla
Commissione internazionale per la caccia alle balene (IWC) o,
altrimenti detto, per le quali è applicabile la moratoria.

La delegazione svizzera sarà guidata dal dott. sc. nat. Thomas
Althaus, responsabile della Sezione Conservazione delle specie presso
l'Ufficio federale di veterinaria.

Informazione esplicativa:

in francese
Conférence CITES à Santiago du 3 au 15 novembre 2002
su www.bvet.admin.ch/medien-info/f/presserohstoffe/1 index.html

in tedesco
CITES-Konferenz in Santiago (Chile) vom 3. bis 15. November 2002
su www.bvet.admin.ch/medien-info/d/presserohstoffe/1 index.html

Informazioni:
Thomas Althaus, Conservazione delle specie, Ufficio federale di
veterinaria, tel. 031 323 85 08 
Robin Tickle, capo del Servizio della comunicazione DFE, tel. 031 322 20 25