Il trattato bilaterale sull'assistenza giudiziaria, approvato dal Consiglio federale il 26 giugno, riprende i principi più importanti della Convenzione europea sull'assistenza giudiziaria e della legge federale sull'assistenza internazionale in materia penale. Esso disciplina, tra l'altro, la restituzione di oggetti e beni patrimoniali sequestrati, la trasmissione spontanea di informazioni in assenza di una rogatoria nonché l'audizione di testimoni e di periti in videoconferenza. Sono inoltre sostanzialmente ridotte le esigenze formali (ad es. autenticazioni) tipiche del diritto anglosassone, permettendo in tal modo di semplificare e accelerare la procedura rogatoriale. Il trattato consente inoltre di rifiutare l'assistenza giudiziaria se nell'ambito di un procedimento per il quale essa è richiesta vi sono indizi di una violazione dei diritti umani.

L'obiettivo generale del trattato è di rendere più efficace la lotta contro la criminalità. In primo piano vi è la lotta contro lo sfruttamento sessuale di donne e bambini, il traffico di droga, la corruzione e la criminalità economica. Soprattutto in casi di pedofilia e di tratta delle donne, la novità rappresentata dalla possibilità di procedere ad audizioni in videoconferenza potrà rilevarsi utile. Il caso Marcos non è stato trattato in occasione dei negoziati, visto che la relativa procedura in Svizzera era già stata conclusa al momento della stesura dell'accordo.

Dopo quello con Hongkong, il trattato sull'assistenza giudiziaria con le Filippine è il secondo accordo bilaterale che la Svizzera conclude con uno Stato asiatico. In tale modo è ampliata la rete di trattati su scala mondiale in materia di assistenza giudiziaria.

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