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La Svizzera non è un obiettivo principale del terrorismo internazionale

Valutazione della situazione dopo l'11 settembre 2001: rapporto del
Consiglio federale al Parlamento

Berna, 27.06.2002. Le probabilità che la Svizzera e cittadini svizzeri
diventino un obiettivo primario di attacchi terroristici sono attualmente
minime. Visto il potenziale di tali organizzazioni non si può tuttavia
escludere che la Svizzera possa essere colpita da atti terroristici o che
continui ad essere usata, come fu già il caso in passato, come luogo di
ripiegamento logistico.

Sono queste le conclusioni del rapporto "Analisi della situazione e dei
rischi per la Svizzera dopo gli attacchi terroristici dell'11 settembre
2001" presentato dal Consiglio federale al Parlamento. Diversi interventi
parlamentari avevano chiesto un siffatto rapporto.

Gruppi estremistici e terroristici si procurano di continuo mezzi finanziari
in Svizzera o effettuano preparativi logistici dal nostro paese. Le attività
di tali gruppi in Svizzera - ad esempio la raccolta di fondi - non solo
possono danneggiare la sicurezza interna del nostro paese, ma anche portare
indirettamente a pressioni politiche da parte di Stati che sono direttamente
coinvolti in conflitti con tali organizzazioni.

Oltre ai gruppi estremistici, le economie nazionali altamente sviluppate e
collegate tra di loro offrono possibilità di agire anche a organizzazioni
criminali. Le attività principali della cosiddetta criminalità organizzata
(CO) sono il traffico di stupefacenti, di armi e la tratta di esseri umani e
a questo scopo essa fa uso della corruzione, del ricatto e del riciclaggio
di denaro. Anche se non vi sono indicazioni per il sussistere in Svizzera di
influssi rilevanti da parte della criminalità organizzata su economia e
politica, si sono potute accertare singole attività di organizzazioni
criminali. Queste mirano ad approfittare dei vantaggi della nostra piazza
finanziaria ed economica. Sono motivo di preoccupazione soprattutto
possibili collegamenti trasversali tra CO e gruppi terroristici.

Misure già adottate o in fase di pianificazione

Gli avvenimenti dell'11 settembre 2001 hanno accentuato le lacune
legislative, già rilevate precedentemente, per quanto riguarda la ricerca di
informazioni a scopo preventivo e il loro trattamento. Nel novembre 2001 il
Consiglio federale ha vietato l'organizzazione terroristica Al Qaïda,
estendendo l'obbligo legale d'informazione di autorità e organizzazioni con
compiti pubblici e introducendo il diritto di comunicazione nei confronti
dell'Ufficio federale di polizia (UFP).

Benché la Svizzera sia da tempo ben integrata nelle strutture internazionali
di collaborazione in materia di polizia e di sicurezza, occorre tuttavia
migliorare sia i mezzi del servizio di informazioni e della polizia sia le
competenze nella lotta contro i crescenti rischi a livello mondiale dovuti
al terrorismo e alla criminalità organizzata; queste misure hanno bisogno di
un certo tempo e quindi dovrebbero essere attuate rapidamente.

Altre informazioni :
Jürg Bühler, Ufficio federale di polizia, tel. 031 322 36 07