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Per una maggiore trasparenza nella raccolta di dati personali

Il Consiglio federale prende atto dei risultati della consultazione
concernente la revisione della legge sulla protezione dei dati

Berna, 26.6.2002. L'obiettivo primario della revisione della legge sulla
protezione dei dati, ovvero una maggiore trasparenza nell'ambito della
raccolta di dati personali, è stato ampiamente sostenuto durante la
consultazione. Discussa invece è la questione se oltre a ciò sia data una
necessità di riforma. Mercoledì, il Consiglio federale ha preso atto dei
risultati della consultazione. In autunno deciderà dell'ulteriore modo di
procedere.

16 Cantoni, 5 partiti politici (PLR, Gioventù liberale radicale, liberali,
PS e UDC) e 14 organizzazioni condividono nel suo complesso la proposta
revisione della legge sulla protezione dei dati. Le cerchie economiche,
invece, rifiutano la maggior parte o talune parti della revisione. Esse
temono un onere sproporzionato e difficoltà a livello pratico. D'altro
canto, una parte delle organizzazioni sostenitrici della revisione deplora
il fatto che la revisione rappresenti soltanto una soluzione di portata
minima e che, in particolare, essa non tenga sufficientemente conto degli
sviluppi tecnologici. Lo spunto per la revisione fu dato da due mozioni
trasmesse dalle Camere federali nel 1999 e nel 2000.

Le persone interessate devono essere informate

Le misure proposte, tese ad aumentare la trasparenza nell'ambito della
raccolta di dati personali, sono sostenute da una netta maggioranza. In
questo contesto, i privati e gli organi federali sono obbligati a informare
la persona interessata se vengono raccolti dati degni di particolare
protezione e profili della personalità. Sono stati inoltre accolti
favorevolmente l'introduzione del diritto di ricorso a favore
dell'Incaricato federale della protezione dei dati, il miglioramento della
posizione della persona che si vuole opporre al trattamento dei dati che la
riguardano come pure la determinazione di standard minimi per le
prescrizioni cantonali in materia di protezione dei dati.

Pressoché indiscussa è stata la firma del protocollo aggiuntivo alla
Convenzione europea per la protezione delle persone in relazione
all'elaborazione automatica dei dati a carattere personale. Il protocollo
aggiuntivo contiene disposizioni sulle autorità di controllo e i flussi
internazionali di dati.

Punti controversi

Per contro, è controverso l'allentamento della prescrizione secondo cui al
momento del trattamento dei dati personali da parte degli organi federali
deve essere data una base legale formale. Secondo l'avamprogetto posto in
consultazione, mediante un'ordinanza il Consiglio federale può autorizzare
la gestione di una banca dati munita di accesso online durante una fase
sperimentale dalla durata limitata e antecedente l'entrata in vigore di una
base legale formale. Inoltre, sono state accolte sfavorevolmente la revoca
dell'obbligo per i privati di notificare le collezioni di dati come pure il
potere dell'Incaricato della protezione dei dati di effettuare controlli
allorquando gli organi della Confederazione e le autorità cantonali trattano
i dati in comune.

Altre informazioni:
Monique Cossali Sauvain, Ufficio federale di giustizia, tel. 031 / 322 47 89