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La Svizzera impegnata contro la tortura

DIPARTIMENTO FEDERALE
DEGLI AFFARI ESTERI

Berna, 25 giugno 2002

Comunicato stampa

La Svizzera impegnata contro la tortura

Dal 1997, l'ONU dichiara il 26 giugno Giornata internazionale a sostegno
delle vittime della tortura. In tale occasione il Capo del DFAE ricorda che
la Svizzera s'impegna con decisione a prevenire e reprimere la tortura e per
la riabilitazione delle vittime della tortura. Egli lancia un appello alla
comunità internazionale affinché segua l'esempio della Svizzera.

Numerosi Stati in tutto il mondo fanno ancora ricorso alla tortura per
strappare confessioni, per punire, umiliare, distruggere le volontà. Le
donne, i giornalisti, i difensori dei diritti dell'uomo, le minoranze, i
religiosi, i civili in tempo di conflitto armato così come i prigionieri di
guerra ne sono le vittime principali. Eppure il ricorso alla tortura è
bandito da tutti i testi di diritto internazionale.

La promozione dei diritti dell'uomo, della democrazia e dello Stato di
diritto costituisce una delle priorità della politica estera svizzera. Il
Consiglio federale si impegna attivamente a favore di una migliore
protezione delle persone private della libertà, e in modo del tutto
particolare contro la tortura e le punizioni o i trattamenti disumani o
degradanti. La Svizzera è Stato parte alle Convenzioni dell'ONU e del
Consiglio d'Europa che vietano la tortura. Il nostro Paese focalizza la sua
azione sulla prevenzione e la repressione di tali atti ma anche sul diritto
delle vittime di essere riabilitate e indennizzate in modo giusto ed
adeguato.

La Svizzera non allenta i propri sforzi sul piano nazionale e internazionale
per meglio proteggere le vittime della tortura. Nell'ottobre del 2001,
infatti, ha ratificato lo Statuto di Roma sulla Corte penale internazionale
che entrerà in vigore il 1º luglio 2002. La Svizzera è fiera di essere uno
dei 60 Paesi fondatori di questa Corte. La tortura vi è esplicitamente
menzionata e potrà essere giudicata dalla Corte se inerente a crimini di
guerra o a crimini contro l'umanità.

Il nostro Paese ha avuto un ruolo importante quale ispiratore e coautore del
Protocollo facoltativo alla Convenzione dell'ONU contro la tortura e altre
punizioni o trattamenti crudeli, disumani o degradanti. Esso prevede un
sistema di visite dei luoghi di detenzione al fine di prevenire qualsiasi
forma di abuso. Un tale meccanismo darebbe un contributo prezioso al lavoro
di supervisione già effettuato dal Comitato contro la tortura, istituito
dalla Convenzione. Ancora nel corso di quest'anno, la Svizzera s'impegnerà
affinché il Protocollo venga adottato e, sfruttando il suo nuovo statuto di
membro dell'ONU a pieno titolo, per favorirne l'adozione.

La priorità, infine, accordata alla lotta contro il terrorismo dopo gli
attentati dell'11 settembre 2001 ha messo nuovamente in evidenza
l'importanza del diritto umanitario internazionale. La Svizzera è convinta
che il rispetto del diritto internazionale è più che mai necessario e
attuale : continuerà perciò ad adoperarsi affinché i civili siano protetti e
i loro diritti rispettati. In qualsiasi circostanza.