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Ordini di rispedizione: la Posta deve adeguare le tariffe

COMUNICATO STAMPA

Ordini di rispedizione: la Posta deve adeguare le tariffe

L'ATEC ha ordinato alla Posta di modificare i moduli e le tariffe per gli
ordini di rispedizione ai sensi della legge sulla protezione dei dati. Nel
caso un cliente vieti alla Posta di inserire il suo nuovo indirizzo nella
banca dati per il servizio commerciale di aggiornamento degli indirizzi,
l'ordine di rispedizione può costare al massimo il doppio del prezzo
applicato al cliente che autorizza l'aggiornamento. Con questa decisione
l'ATEC segue a grandi linee la raccomandazione dell'Incaricato federale
della protezione dei dati.

Alla clientela che trasloca, la Posta offre la possibilità di dare un
"ordine di rispedizione". Ciò significa che contro remunerazione la
corrispondenza e altri invii recanti il vecchio indirizzo vengono recapitati
al nuovo domicilio.

L'attuale modulo per l'ordine di rispedizione pone ai clienti la seguente
domanda: "Al mittente che dispone ancora del vostro vecchio indirizzo può
essere comunicato il nuovo indirizzo?". I clienti che rispondono "sì" pagano
attualmente 10 franchi all'anno, mentre coloro che rispondono "no" 20
franchi al mese. Sull'arco di 12 mesi la clientela che vieta l'aggiornamento
degli indirizzi paga 24 volte in più rispetto ai clienti che autorizzano
l'aggiornamento.

L'ATEC e l'Incaricato federale della protezione dei dati sono dell'avviso
che questa struttura tariffaria limiti considerevolmente il diritto
all'autodeterminazione della clientela postale, tutelato dalla legge sulla
protezione dei dati, per quanto concerne la gestione del loro indirizzo. La
Posta Svizzera può dunque esigere dai clienti che non l'autorizzano a
comunicare a terzi il nuovo indirizzo, per la stessa durata, al massimo il
doppio della tariffa applicata all'ordine di rispedizione con autorizzazione
di aggiornamento.

Domande formulate in modo più trasparente

Inoltre, l'Incaricato federale della protezione dei dati ha definito
fuorviante l'attuale formulazione del modulo per l'ordine di rispedizione,
suggerendo il seguente testo: "Il nuovo indirizzo può essere comunicato a
terzi che dispongono già del vostro vecchio indirizzo (aggiornamento degli
indirizzi)?". Attualmente, la Posta, ovvero la società affiliata DCL Data
Care AG, mette i nuovi indirizzi a disposizione di tutti i clienti che
aggiornano i propri indirizzari attraverso la banca dati relativa ai
cambiamenti di dimora. Per questo motivo l'ATEC ha ordinato alla Posta di
adeguare il modulo ai sensi della raccomandazione dell'Incaricato federale
della protezione dei dati.

L'ATEC non decide in merito al rimborso di tariffe già pagate

L'ATEC non ha accolto la richiesta dell'Incaricato federale della protezione
dei dati di decidere in merito a eventuali rimborsi di tariffe già pagate
per gli ordini di rispedizione. In questo contesto, il Dipartimento rimanda
alle disposizioni della legge sulle poste, secondo cui le controversie tra
la Posta e la sua clientela vanno sottoposte a tribunali civili.

Berna, 25 aprile 2002

ATEC          Dipartimento federale dell'Ambiente, dei Trasporti,
dell'Energia e delle Comunicazioni

Servizio stampa e d'informazione
Informazioni: André Schrade, Segretario generale supplente ATEC, tel.
031/323 96 40