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Il Consiglio federale vieta a Fazli Veliu qualsiasi attività politica in Svizzera

Il Consiglio federale vuole impedire che il conflitto dei Balcani venga fomentato dalla Svizzera. Venerdì ha deciso di vietare al cittadino macedone di etnia albanese Fazli Veliu di fondare, rappresentare o sostenere movimenti che siano direttamente implicati nelle violenze del conflitto in Macedonia o che sostengano tramite propaganda, materiali o finanziamenti i loro partiti implicati direttamente in questo conflitto. Nel caso di contravvenzione Veliu è stato minacciato di espulsione. Il Consiglio federale ha incaricato il Dipartimento federale di giustizia e polizia di comunicare questa decisione a Veliu.

Attività di Veliu

Fazli Veliu è macedone di origine albanese. Vive dal 1987 in Svizzera ed è un fautore della Grande Albania ed è stato fino al 1998 a capo del LPK (Movimento popolare del Kosovo). In seguito è stato consulente dell'UCK. Alla fine di maggio la direzione dell'UCK in Macedonia l'ha nominato rappresentante per la Svizzera. Veliu partecipa come oratore ad avvenimenti in Svizzera e all'estero in cui si raccolgono anche somme di denaro.

Finora i gruppi politici di etnia albanese non hanno provocato alcun disturbo degno di menzione per la sicurezza interna svizzera. La Svizzera serve loro come base logistica, di reclutamento e luogo di propaganda. In pochi casi sono state procurate armi e raccolte ingenti somme per fini umanitari o per scopi politici. Ultimamente si è quindi diffusa l'opinione infondata che la Svizzera tolleri o sostenga siffatte attività.

La posizione della Svizzera

La Svizzera non tollera che dal suo territorio si attenti direttamente o indirettamente alla sicurezza interna di altri Stati. E quindi anche in questo caso non è restata affatto passiva. Propaggini dell'UCK e di altre organizzazioni politiche, come il LPK, sono soggette alle misure per la salvaguardia della sicurezza interna. In alcuni casi la Svizzera ha revocato lo statuto d'asilo e l'Ufficio federale di polizia ha sporto già due volte denuncia penale presso le autorità penali di Zurigo contro il giornale Bota Sot prodotto in Svizzera. A questo proposito si deve anche ricordare il divieto emanato nei confronti dei cittadini degli Stati successori della Jugoslavia di acquistare e di portare un'arma.

Le attività di Veliu mirano ad attentare alle relazioni della Svizzera con la Macedonia e con gli altri Stati che si schierano a favore di una soluzione pacifica nei Balcani, condannando le attività bellicose dei nazionalisti albanesi. Per tale motivo al Consiglio federale è sembrato giustificato emanare una decisione ai sensi dell'articolo 184 capoverso 3 della Costituzione federale, che riguarda le relazioni con l'estero e che stabilisce che il Consiglio federale può emanare ordinanze e decisioni quando lo richieda la salvaguardia degli interessi del paese.

Misure costituzionali

Il Consiglio federale ha deciso a questo proposito di applicare l'articolo 184 capoverso 3 sul caso di Fazli Veliu e di proibirgli, di fondare, rappresentare o sostenere organizzazioni direttamente coinvolte nel conflitto in Macedonia o altre organizzazioni che incitano all'uso della violenza con la propaganda, con sostegno materiale o finanziario. Per evitare che si aggiri il divieto, a Veliu è proibito delegare queste attività a terzi. Nel caso di contravvenzione, per salvaguardare gli interessi di sicurezza della Svizzera, rischia l'espulsione, ai sensi dell'articolo 121 capoverso 2 della Costituzione federale.

Berna, 15 giugno 2001

Altre informazioni:

Jürg Bühler, Ufficio federale di polizia, tel. 031/322 36 07