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La legge sugli stranieri vale anche per l'agricoltura

Il Consiglio federale non è d'accordo di derogare ai principi che reggono la politica in materia di stranieri e di permettere all'agricoltura di reclutare manodopera straniera fuori dell'UE. Lo ha ribadito venerdí nella sua risposta all'interpellanza urgente del consigliere agli Stati friburghese Jean-Claude Cornu. Quest'ultimo aveva deplorato la mancanza di manodopera nell'agricoltura e fatto valere il fatto che soprattutto le aziende fortemente dipendenti dalla stagione sono costrette a impiegare manodopera proveniente dall'est europeo. In mancanza di soluzioni alternative piú di un'azienda agricola ha perciò dovuto assumere saltuariamente "lavoratori in nero", benché l'Unione Svizzera dei Contadini condanni fermamente tale pratica. Se il Consiglio federale non farà concessioni le cerchie interessate, afferma l'interpellante, si sentiranno spinte a raccomandare l'illegalità e la disubbidienza civile come uniche vie d'uscita.

Il Consiglio federale per una posizione coerente nella politica degli stranieri

Come lo dice nella sua risposta all'interpellanza, al Consiglio federale sta a cuore un buon funzionamento dell'agricoltura. È consapevole che il reclutamento di personale, specialmente nell'agricoltura, è diventato piú difficile. Non è quindi disposto a scostarsi dai suoi principi concernenti la politica degli stranieri prima che tutte le possibilità restanti di reclutamento siano state esaminate e prima dell'entrata in vigore dell'accordo UE sulla libera circolazione delle persone. Il Consiglio federale conferma cosí la sua decisione dello scorso aprile in merito a una mozione del consigliere nazionale vodese Jean Fattebert.

L'obiettivo della politica del Consiglio federale in materia di stranieri è di ammettere un'immigrazione di manodopera dai paesi non membri dell'UE soltanto se è conforme ai contratti dal punto di vista sociale e comunitario e se è rispettosa di un equilibrato mercato del lavoro. A ciò si aggiunga il fatto che le condizioni salariali e lavorative sono corrette e non vengano scalzate dall'assunzione di persone provenienti da paesi con livello salariale basso. Questo fatto il Consiglio federale l'ha piú volte ribadito davanti al popolo al momento delle votazioni sui trattati bilaterali e sull'iniziativa del "18 %".

Possibilità per fronteggiare i problemi di personale

Le autorità federali hanno tempestivamente indicato alle cerchie responsabili le possibilità di attenuare i loro problemi di reclutamento di personale. Esse vanno da un reclutamento mirato in Stati dell'UE con ampio settore agricolo a un maggior numero di soggiorni di perfezionamento per giovani lavoratori dell'agricoltura provenienti dall'est europeo, organizzato in modo vantaggioso dalle associazioni. Le autorità hanno pure approvato progetti pilota, quali soluzioni flessibili per aziende e associazioni nel pieno rispetto delle relative condizioni.

Nessuna giustificazione del lavoro nero

Il Consiglio federale sa che la maggior parte delle aziende agricole sa trovare, nonostante una situazione non facile sul mercato del lavoro, soluzioni corrette con piena responsabilità imprenditoriale. Nei loro confronti e nell'interesse dello Stato di diritto sarebbe cosa indegna disattendere alle disposizioni in materia di diritto degli stranieri. Il Consiglio federale condanna perciò una qualsiasi disubbidienza ufficiale, anche in forma di reclutamento illegale.

Berna, 15 giugno 2001

Altre informazioni:

Kurt Rohner, Ufficio federale degli stranieri, tel. 031 322 28 88

Christoph Müller, Ufficio federale degli stranieri, tel. 031 325 90 32