Stemma della Svizzera

CONFOEDERATIO HELVETICA
Le autorità federali della Confederazione Svizzera

Home page
Mail
Cerca

Rapporto sul clima. La situazione in Svizzera?

COMMUNICATO STAMPA

Rapporto sul clima. La situazione in Svizzera?

Il clima mondiale si sta riscaldando. A contribuire al fenomeno sono
soprattutto le emissioni di gas a effetto serra prodotte dalle attività
umane. È quanto stabilito dal terzo rapporto del gruppo intergovernativo d'
esperti sui cambiamenti climatici (IPCC). Gli studiosi svizzeri, riuniti
lunedì a Berna in occasione della presentazione del rapporto, sostengono che
tale riscaldamento potrebbe essere più intenso sull'arco alpino rispetto
alla media mondiale. Diversi settori economici, tra cui il turismo invernale
e la produzione d'energia idroelettrica, sono direttamente interessati dal
problema. Per invertire la tendenza, la Svizzera ha posto in vigore l'anno
scorso la legge sulla riduzione delle emissioni di CO2. Sul piano
internazionale, il nostro Paese s'impegna affinché misure di riduzione siano
adottate da tutti gli Stati industrializzati, conformemente al Protocollo di
Kyoto.

Su scala planetaria, si registrano da una cinquantina d'anni dei cambiamenti
climatici dovuti all'attività umana. Per trovare soluzioni coerenti a questo
problema mondiale, nel 1992 è stata emanata una specifica convenzione nell'
ambito delle Nazioni Unite e parallelamente è stato istituito un gruppo
intergovernativo d'esperti in materia (l'IPCC). La missione di questo gruppo
è di procedere a una valutazione periodica dello stato delle conoscenze sul
tema e di fornire la base scientifica necessaria ai negoziati mondiali sul
clima. Riuniti in occasione della presentazione del terzo rapporto IPCC, gli
esperti svizzeri hanno illustrato alcune delle implicazioni che lo studio
potrebbe avere per il nostro Paese.

-  Nel rapporto si afferma che il clima si sta indubbiamente riscaldando. La
tendenza dovrebbe proseguire nei prossimi 100 anni e raggiungere un aumento
anche di sei gradi. Per la Svizzera, il cambiamento climatico potrebbe
essere più importante rispetto alla media mondiale. Nel breve lasso di tempo
fra il 1961 e il 1990, infatti, le temperature sono aumentate di un grado
nel nostro Paese, mentre a livello mondiale si è registrato un aumento medio
di 0,6 gradi dall'inizio del XX secolo. Lo stesso dicasi per le
precipitazioni, che hanno subito un incremento del 12%, mentre l'aumento
medio mondiale, sempre per il XX secolo, è del 5-10%. La riduzione della
copertura nevosa, il ritiro dei ghiacciai e le forti precipitazioni sempre
più frequenti interessano parimenti la Svizzera. L'evoluzione dovrebbe
inoltre accelerarsi negli anni a venire.
-  Il rapporto rileva che gli effetti dei cambiamenti climatici possono già
essere percepiti nel nostro ambiente, sia esso naturale o costruito. In
Svizzera, il riscaldamento del clima tocca in primo luogo il settore del
turismo invernale. Le stazioni sciistiche situate sotto i 1200-1800 metri d'
altitudine conosceranno, a lungo andare, grosse difficoltà a causa della
mancanza di neve. A seconda dell'intensità del riscaldamento, potrebbero
essere interessate dal fenomeno persino le regioni che si trovano a quote
più alte. La possibile modifica del regime delle precipitazioni e del
bilancio idrico potrebbero richiedere degli adattamenti nelle aziende
idroelettriche e nei sistemi di approvvigionamento idrico. L'agricoltura e
la selvicoltura potrebbero anch'esse dover far fronte a problemi
supplementari se, oltre ai dati politici ed economici, dovessero mutare in
modo decisivo anche le condizioni naturali di coltivazione.

-  Dal rapporto emerge anche che, in futuro, la portata del cambiamento
climatico dipenderà essenzialmente dalle emissioni di gas a effetto serra e
che se ne può influenzare in maniera significativa la velocità e l'intensità
agendo sul settore dell'energia. In Svizzera, anche nella situazione
economica attuale, la riduzione delle emissioni permette alle imprese di
fare delle economie, in particolare per quanto riguarda i costi energetici.
Secondo modellizzazioni macroeconomiche del rapporto fra costi e benefici,
le perdite - in termini di crescita economica - che potrebbero risultare
dalle misure adottate nel quadro della legge sul CO2 sarebbero modeste: da 0
a 80 franchi pro capite e anno in Svizzera, per una crescita del PIL di 700
franchi. Quest'analisi non include i benefici realizzati evitando i danni
causati dagli inquinanti atmosferici e dal cambiamento climatico. Se tali
fattori fossero presi in considerazione, la politica climatica comporterebbe
per la Svizzera un beneficio dal punto di vista macroeconomico.

Che cosa fa il nostro Paese?

Sul piano interno, la legge sul CO2, la legge sull'energia e il programma d'
azione EnergiaSvizzera definiscono il quadro della nostra politica
climatica. La legge sul CO2, entrata in vigore il 1° maggio 2000, persegue l
'obiettivo di ridurre entro il 2010 le emissioni di anidride carbonica del
10% rispetto ai livelli dell'anno di riferimento 1990. In Svizzera, il CO2
rappresenta l'85% delle emissioni di gas a effetto serra. La Confederazione
sta attualmente conducendo delle trattative con il settore privato al fine
di elaborare delle misure facoltative di riduzione delle emissioni. I primi
accordi saranno stipulati nei prossimi mesi.

Sul piano internazionale, invece, il rapporto dell'IPCC fornisce elementi
importanti per i negoziati mondiali sul clima, interrotti l'anno scorso all'
Aja e la cui ripresa è fissata per il prossimo luglio a Bonn. Lo studio
mette in evidenza che l'impiego dei meccanismi flessibili e dei pozzi d'
assorbimento del carbonio (i cosiddetti "sinks") potrebbe ridurre
significativamente i costi dell'applicazione del Protocollo di Kyoto da
parte dei Paesi industrializzati. Tali conclusioni potrebbero soddisfare i
Paesi membri del "Gruppo Ombrello" ("Umbrella Group": USA, Canada e
Australia segnatamente), che sostengono un ampio ricorso a detti strumenti.
La Svizzera e l'Unione europea difendono invece un uso prudente dei
meccanismi: le riduzioni, infatti, devono essere ottenute prima di tutto
attraverso provvedimenti interni e soltanto a titolo sussidiario mediante
misure esterne al Paese.

Berna, 19 marzo 2001

UFFICIO FEDERALE DELL'AMBIENTE, DELLE FORESTE E DEL PAESAGGIO
Servizio d'informazione

Informazioni

-  Beat Nobs, ambasciatore, capo della divisione Affari internazionali,
Ufficio federale dell'ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP), tel.
031 322 93 23.
-  José Romero, rappresentante governativo presso l'IPCC, sezione
Convenzioni, Ufficio federale dell'ambiente, delle foreste e del paesaggio
(UFAFP), tel. 031 322 68 62.
-  Fortunat Joos, vicepresidente del sottogruppo I dell'IPCC, professore all
'Istituto di fisica climatica e ambientale dell'Università di Berna, tel.
031 631 44 61 o 631 81 11.
-  Martin Beniston, membro dell'IPCC, professore all'Istituto di geografia
dell'Università di Friburgo, tel. 026 300 90 11 o 300 90 10.
-  Eberhard Jochem, vicepresidente del sottogruppo III dell'IPCC, professore
al Center for Energy Policy and Economics CEPE del Politecnico federale di
Zurigo, tel. 01 632 06 50 o 632 10 50.

Internet

-  Sito web del gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici
(IPCC): www.ipcc.ch. A quest'indirizzo si trovano anche i rapporti dei tre
sottogruppi in inglese.
-  Sito web di ProClim, con una panoramica della situazione della ricerca
sul clima in Svizzera: www.proclim.ch
-  Sito web dell'UFAFP: www.ambiente-svizzera.ch