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Posizione del Consiglio federale in merito al WEF di Davos - Informazione orale del portavoce del Consiglio federale

Nella seduta odierna il Consiglio federale si è pronunciato in merito allo svolgimento del World Economic Forum di quest’anno. Il presidente della Confederazione Moritz Leuenberger, unitamente ai consiglieri federali Kaspar Villiger, Pascal Couchepin e Joseph Deiss, ha informato il collegio sui numerosi colloqui che hanno avuto a Davos. Ha inoltre sottolineato l’importanza che tali contatti internazionali rivestono per il nostro Paese.

Secondo la valutazione dei consiglieri federali presenti, il WEF è stato anche quest’anno un importante luogo di incontro, dove sono state scambiate anche opposte opinioni e dove è stato possibile sviluppare visioni per il futuro della comunità mondiale.

Il presidente e i tre consiglieri federali hanno inoltre sottolineato che le numerose organizzazioni non governative, le cosiddette ONG, anch’esse presenti al WEF di quest’anno, hanno potuto esprimere le loro critiche concernenti la globalizzazione.

Il Consiglio federale intende pertanto ospitare il Forum in Svizzera anche in futuro. Ma anche manifestazioni alternative permangono del tutto legittime poiché fruiscono della libertà d’espressione. Il Presidente della Confederazione intende partecipare ad una manifestazione di questo tipo nel corso dell’anno. Analogamente, dev’essere di massima garantita la libertà di dimostrazione.

Oggi il Consiglio federale si è inoltre pronunciato in merito alle manifestazioni anti-WEF e all’impiego delle forze di sicurezza.

Per il Consiglio federale i tumulti avvenuti fuori Davos, in particolare a Landquart e a Zurigo, e i relativi preparativi hanno dimostrato che erano necessarie eccezionali misure di sicurezza. Purtroppo si è confermato, con grande rammarico del Consiglio federale, che vi erano gruppi pronti a far uso della violenza con il preciso intento di impedire lo svolgimento del Forum.

Lo svolgimento dei numerosi colloqui nell’ambito del WEF è stato possibile grazie all’impiego delle forze di sicurezza. In questo modo la libertà di riunione e di opinione è stata assicurata. La Svizzera ha potuto far fronte alle responsabilità assunte a livello internazionale. Si trattava di un mandato politico che le forze di sicurezza dovevano e hanno infatti assolto.

Naturalmente gli avvenimenti che hanno fatto da cornice al WEF 2001 vanno analizzati in modo più approfondito, affinché se ne possano trarre gli eventuali insegnamenti.

Achille Casanova

Portavoce del Consiglio federale

Berna, 31 gennaio 2001